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Arsenal Bayern Monaco è ormai una classica della Champions League e questa sera all’Emirates Stadium ci sono tutte le premesse per assistere a qualcosa di storico

Si parte dai tifosi dei Gunners, che dopo aver passato il turno contro il Porto hanno subito chiesto a gran voce che fosse il Bayern Monaco l’avversario per i quarti di Champions League. Un odio atavico radicato nelle tre sfide che dal novembre 2015 hanno dato il via ad un incubo da cui l’Arsenal potrebbe risvegliarsi proprio questa sera. Il 4 novembre 2015, in occasione della seconda partita del gruppo F di Champions League, Arsenal e Bayern Monaco si affrontarono all’Allianz Arena dopo la vittoria dei Gunners all’andata. Il cinque a uno finale sarà il refrain delle successive sfide: cinque a uno finirà l’andata degli ottavi di finale in Germania nel febbraio 2017 e cinque a uno finirà il ritorno a Londra, in un Emirates svuotato e deluso per l’ennesima sconfitta contro i tedeschi. Da quel momento le strade europee delle due squadre si sono separate, con un solo incrocio in terra d’Asia nell’estate del 2017, vinto dai Gunners ai rigori ma non sufficiente a lenire le ferite delle notti europee. 

Le strade, dicevamo, si sono separate e da quel momento Arsenal e Bayern Monaco hanno seguito due percorsi diversi che oggi vengono a convergere in maniera quasi ironica. Il Bayern, dopo aver vinto la Champions League del 2020, ha iniziato un declino che quest’anno sta vivendo il suo punto più basso, con il Leverkusen dominatore della Bundesliga e l’addio di Tuchel già scritto al termine della stagione. I Bavaresi non sembrano essere più la squadra ingiocabile di qualche stagione fa e i suoi interpreti sembrano spenti e in difficoltà. Dall’altra parte l’Arsenal ha costruito nel tempo le sue fortune, si è affidata ad Arteta e ha trovato nei giovani talenti a sua disposizione una generazione capace di riportare il club ai vertici in Premier League e a competere in Europa. Oggi i Gunners sono primi in classifica in Inghilterra e arrivano alla partita contro i rivali tedeschi con la possibilità di spezzare la maledizione Bayern Monaco e – così facendo – di consacrarsi definitivamente come grandissima squadra al pari di Liverpool, Manchester City, Real Madrid e – appunto – Bayern Monaco. 

Se il nostro primo motivo – quindi i tifosi e il passato – non fosse sufficiente a farvi incollare al divano scegliendo la gara dell’Emirates piuttosto che l’ultimo film di Chalamet, ecco che gli altri quattro motivi non vi lasceranno dubbi su cosa fare questa sera. 

Innanzitutto assisteremo al ritorno di Kane a Londra otto mesi dopo l’addio al Tottenham. Contro l’Arsenal l’ex capitano degli Spurs ha segnato quattordici gol in diciassette partite, vincendone poco meno della metà. La sua stella si è recentemente offuscata a causa delle deludenti prestazioni di un Bayern deludente, ma i trentotto gol segnati (e i diciassette assist serviti) nelle trentadue partite giocate parlano di un attaccante nel pieno della propria maturità calcistica che potrebbe indirizzare una partita altrimenti potenzialmente problematica per il Bayern Monaco. 

Subito a seguire c’è lo scontro tra due allenatori che in conferenza stampa si sono reciprocamente fatti i complimenti per la carriera e per le proprie squadre: secondo Arteta, Tuchel è un maestro nel mettere in campo la propria squadra e ha aggiunto che osservandolo ha imparato molto; secondo il collega invece, la firma di Arteta sulla crescita dell’Arsenal è incredibile. In realtà entrambi sono ben consapevoli di cosa ci sia in gioco in questa doppia sfida e prima di armarsi hanno preferito schermaglie insufficienti a soddisfare la vigilia di una sfida che potrebbe scrivere la storia della rivalità europea tra le due squadre. 

Arsenal Bayern Monaco è talento e consacrazione 

Gli ultimi due motivi hanno diversi nomi e cognomi, ma per facilità ne sceglieremo solamente due: Odegaard e Musiala. Il motivo forse più importante per vedere Arsenal Bayern Monaco questa sera è legato al talento dei due trequartisti, necessari e fondamentali allo stesso tempo per le loro squadre e capaci di dirigere il gioco indirizzandolo a proprio piacimento. La scelta di guardare la partita per osservare i movimenti di Musiala o le giocate di Odegaard è suggestiva, anche perché – curiosamente – le statistiche nella Champions League di questa stagione sono esattamente uguali: sette partite giocate, due reti segnate e un assist servito, ma soprattutto tantissimo lavoro per la squadra visibile e invisibile. 

Per concludere torniamo all’inizio, ai tifosi, e agli infiniti nomi e cognomi di tutti coloro che nel 2017 vendettero il biglietto della gara di ritorno all’Emirates scoraggiati da un risultato disarmante all’Allianz Arena. Torniamo ai tifosi e al possibile turning point che oggi viene servito all’Arsenal per chiudere il ciclo del Bayern Monaco e mettere fine alla propria maledizione europea, eliminando il motivo principale di cotanto imbarazzo. La squadra di Arteta può chiudere per sempre con il passato, portando in dote anni di sacrifici in cui la costruzione della squadra è andata di pari passo a quella del talento, e che oggi – sette anni dopo l’ultima volta –  potrebbe consacrare se stessa con una vittoria necessaria e da tempo desiderata. Una vendetta in bello stile, c’è bisogno di altro per vedere Arsenal Bayern Monaco questa sera? 

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