A punteggio pieno in Europa League e primo in campionato, il Royal Antwerp sta sorprendendo tutti in questo inizio di stagione, ma dietro l’apparentemente piccola società belga si nasconde una realtà abbastanza controversa.
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Tutto lascia pensare che la vittoria di ieri sul Tottenham sia qualcosa di più di un colpo estemporaneo: il Royal Antwerp aveva già vinto una settimana fa in casa del Ludogorets e adesso, con due match contro il LASK Linz e un terzo in casa contro i bulgari, la formazione belga intravede la possibilità di qualificarsi ai sedicesimi di Europa League.
Ma l’ottimo momento dell’Antwerp non si limita all’Europa, perché la formazione fiamminga si trova al momento sola in testa alla classifica del campionato belga, dove potrebbe rompere il dominio del Club Brugge e portare una vera e propria ventata di novità al calcio locale.
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La rinascita dopo il lungo oblio
Squadra simbolo di Anversa, la principale città delle Fiandre, il Royal Antwerp ha alle spalle una storia da nobile decaduta: ha vinto l’ultimo campionato nel 1957, dopo il quale ha vissuto un lungo anonimato, facendo su e giù tra prima e seconda divisione, fino alla conquista della coppa nazionale del 1992. Un anno dopo, raggiunse la finale di Coppa delle Coppe, prendendo 3-1 contro il Parma. In seguito visse un altro abisso, a cui è stato posto rimedio solo di recente.
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Nel 2017, infatti, l’Antwerp è tornato nella Jupiler Pro League dopo tredici anni di assenza, ha chiuso all’ottavo posto la prima stagione e al quarto le successive due; in più, l’anno scorso è tornato a sollevare un trofeo, vincendo la Coppa del Belgio e ottenendo così la qualificazione all’Europa League. Era dal 1994-95 che non disputava un torneo internazionale.
Paul Gheysens, il discusso presidente dell’Antwerp
Dietro a quest’improvvisa rinascita c’è un nome ben preciso: Paul Gheysens. A noi probabilmente non dirà nulla, ma Gheysens è uno degli uomini più ricchi e potenti del Belgio: proviene da una famiglia di agricoltori, voleva diventare medico ma ha abbandonato presto gli studi, tornando in campagna. Qui, ha iniziato a fare il costruttore e in pochi anni è passato dall’edificare porcilaie e capannoni agricoli al costruire palazzi nelle grandi città, grazie alla sua Ghelamco, fondata nel 1985.
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La sua fortuna l’ha fatta fiutando la caduta del comunismo nell’Est, e iniziando a lavorare in Polonia già alla fine degli anni Ottanta, costruendo diversi palazzi a Varsavia. Quindi, si è avvicinato al calcio e ha vinto l’appalto per edificare il nuovo stadio di Gand, la casa del KAA Gent, terminata nel 2013 e chiamata appunto Ghelamco Arena. Non una cosa da sottovalutare, se consideriamo che quattro anni dopo Gheysens ha acquistato l’Antwerp, che oggi è rivale del Gent in campionato.
Ovviamente, rilevando il Royal Antwerp, Gheysens si è anche accordato con la politica locale per ristrutturare il Bosuilstadion di Anversa. Ma allo stesso tempo, trattava con la città di Bruxelles per la costruzione di un nuovo colossale stadio e, negli ultimi mesi del 2017, per l’acquisizione dell’Anderlecht assieme a Wouter Vanderhaute, presidente della compagnia televisiva Woestijvis. Entrambi gli affari non sono andati in porto, e anzi i bianco-malva sono stati acquistati dall’imprenditore siderurgico Marc Coucke, che pare avesse avuto degli scontri in affari con Gheysens.
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Il fatto che il patron dell’Anversa usi il calcio come appoggio al proprio business principale è un’accusa che circola spesso in Belgio: nel 2018, il Club Brugge ha iniziato a lavorare alla costruzione di un nuovo stadio, che però si è subito complicata poiché i terreni individuati sono stati acquistati da Gheysens, intenzionato a mettere i bastoni tra le ruote a Bert Verhaeghe, presidente del Brugge e soprattutto costruttore rivale di Gheysens.
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Luciano D’Onofrio, un controverso uomo-mercato
A questo punto, il calcio potrebbe quasi sembrare un fattore secondario, nel portafoglio di Paul Gheysens, che nel frattempo ha acquistato GMGroup, uno dei principali gruppi mediatici del Belgio, proprietario del sito d’informazione Newsmonkey. Invece, l’imprenditore fiammingo ha scelto di investire non poco per ristrutturare il Royal Antwerp.
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Ha infatti licenziato Wim De Decker, l’allenatore che ha conquistato la promozione, sostituendolo con l’esperto rumeno Laszlo Boloni (l’uomo che ha fatto esordire Cristiano Ronaldo, per intenderci), affiancandogli come direttore sportivo Luciano D’Onofrio. D’Onofrio è un ex-calciatore belga di origine italiana divenuto celebre come procuratore: negli anni Ottanta ha lavorato molto con Inter e Porto, e successivamente ha curato gli interessi di Alen Boksic, Vitor Baia, Marcel Desailly, Didier Deschamps e Zinedine Zidane.
Il nuovo direttore sportivo dell’Antwerp è un personaggio non da meno del suo presidente. Nel corso della sua carriera è stato più volte sotto processo per via del suo losco modo di condurre gli affari e per dei trasferimenti dalle dinamiche poco chiare, che hanno riguardato PSG, Bordeaux e soprattutto Marsiglia, durante la nefasta epoca di Bernard Tapie. Successivamente, D’Onofrio ha investito in Standard Liegi (di cui è stato anche vicepresidente) e KAS Eupen. Nel 2014, il sito francese So-Foot lo ha definito il “Mendes 1.0”.
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#FOOTBALLEAKS Banni, #LucianoDOnofrio achète des #bouts de joueurs, en place secrètement d'autres en #Arabiesaouditehttps://t.co/x7ltAvCFRp
— BRAISES DU CHAOS (@bahiaflaneur) December 13, 2016
Antwerp: un modello in controtendenza
È grazie all’influenza di D’Onofrio che l’Antwerp si è potuto assicurare giocatori di esperienza internazionale come Ivo Rodrigues, Jelle Van Damme, Sinan Bolat, Dylan Batubinsika e soprattutto Dieumerci Mbokani, che con la maglia del Great Old è stato capocannoniere dello scorso campionato, e che proprio D’Onofrio aveva portato all’Anderlecht nel 2006 dal Mazembe.
Sotto la gestione Boloni, il Royal Antwerp è andato in continuo crescendo, segnalandosi soprattutto per una solida difesa, dove tutt’ora giocano gli elementi di maggior spicco della rosa: Jeremy Gelain, centrale in prestito dal Rennes, Aurelio Buta, Simen Juklerod e Jordan Lukaku, in prestito dalla Lazio. È stato però sotto la guida del suo sostituto Ivan Leko che ha conquistato la coppa nazionale: Leko, che ha vinto uno scudetto con il Club Brugge nel 2018, è un altro personaggio poco pulito, arrestato un paio d’anni fa per un caso di corruzione.
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In aperta controtendenza rispetto agli altri club belgi come Brugge e Genk, l’Antwerp ha costruito le sue fortune non sui giovani ma su giocatori esperti, come il già citato Mbokani, oppure Steven Defour e Sambou Yatabaré (che al momento hanno lasciato il club). E ovviamente il trequartista israeliano Lior Refaelov, 34enne con un passato al Brugge, autore dei gol decisivi sia contro il Ludogorets che contro il Tottenham.
A prima vista, il Royal Antwerp potrebbe facilmente essere scambiata per una bella favola del calcio, e invece sotto il tappeto del club fiammingo sembra nascondersi davvero molta sporcizia.
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