La stagione di Andrea Colpani lo colloca a metà strada tra il diventare un grande giocatore per il nostro campionato e il perdersi nei meandri del proprio talento.
Quando hai come mito Roberto Baggio qualsiasi cosa tu faccia in campo non è mai sufficiente per avvicinarsi anche solo di un piccolo passo all’ideale di calciatore che da bambino ti sei creato. Roberto Baggio è praticamente irraggiungibile e averlo come mito complica le cose, soprattutto quando hai talento e giochi sulla trequarti avversaria. Andrea Colpani ha iniziato la stagione demolendo le difese avversarie e consentendo al Monza di Palladino di correre a perdifiato nelle prime dodici giornate di campionato: sei reti e un assist in dodici partite con buona pace dei Fanta allenatori che non si erano fidati delle dichiarazioni estive del tecnico biancorosso che sosteneva la candidatura del ragazzo di Bergamo come trequartista titolare del Monza di Galliani. Nella prima parte di stagione la somiglianza fisica con Javier Pastore si è trasformata in somiglianza calcistica, con Colpani capace di trascinare il Monza fino al nono posto e mezza Italia ad esaltarne le caratteristiche e le qualità. In quel periodo sembrava che tutto stesse andando perfettamente a Monza tanto da convincere Spalletti a convocare il numero ventotto per uno stage in maglia azzurra, traguardo di arrivo di una carriera appena iniziata, e che con la maglia azzurra conquistata quanto meno per uno stage avrebbe preso il volo nella seconda parte di stagione.
I dubbi sollevati sul suo rendimento iniziano a prendere forma alla fine di novembre, quando l’elenco delle partite senza gol o assist inizia pericolosamente ad aumentare, concludendosi a quota nove, due mesi più tardi. A fine gennaio infatti il Monza batte il Sassuolo in casa per una rete a zero e il marcatore – più di settanta giorni dopo – esulta portandosi le dita alle orecchie, per silenziare le critiche che da più parti sono piovute sul suo conto nel periodo di Natale. Una situazione che quindi apre al dibattito: Colpani è davvero così forte? O quanto visto nelle prime giornate di campionato è stato un atto estemporaneo in cui stato di forma mentale e fisica e gioco della squadra hanno permesso al trequartista di performare come non avrebbe fatto altrimenti?
Colpani deve scegliere chi diventare
Il presupposto da cui bisogna partire è certamente l’ambiente in cui si sono dipanate queste nove partite senza gol o assist: il Monza tra dicembre e gennaio ha affossato il proprio campionato, mettendo in fila cinque sconfitte, due pareggi e due sole vittorie, in cui però Colpani non ha messo la firma. Dal trequartista di una squadra di metà classifica ci si aspetta sempre che performi come Domenico Berardi, che sia capace da solo di trascinare la squadra, di creare e di inventare, un po’ come faceva Baggio a Bologna o a Brescia. La differenza tra Colpani e Berardi – perché di Baggio non si deve parlare – sta nell’esperienza: Andrea è alla prima vera stagione da titolare in Serie A, mentre il numero dieci del Sassuolo è da più di dieci anni titolare in una squadra costruita sul suo talento, e questo già fa un’enorme differenza.
Ma non è solo l’esperienza che giustifica l’altalena di prestazioni del numero ventotto del Monza: come anticipato, il Monza ha fatto davvero fatica nei due mesi in cui Colpani non ha inciso; successivamente – dopo il gol contro il Sassuolo per intenderci – ha ricominciato a macinare prestazioni e vittorie: nelle otto partite successive ha collezionato quattro vittorie, due pareggi e due sole sconfitte, contro Roma e Torino. In queste otto gare Colpani ha ricominciato a incidere nonostante non sia riuscito a segnare. I tre assist forniti contro Milan e Genoa hanno indirizzato entrambe le partite, dimostrando come il ragazzo abbia i numeri e il talento per incidere, ma ancora abbia bisogno della squadra per far rendere al meglio le proprie qualità.
Palla al suo allenatore adesso, che da qui alla fine della stagione dovrà riuscire a far funzionare il Monza, iniziando a costruirlo sulle qualità di Colpani, che a fine stagione dovrà scegliere se puntare a diventare Mimmo Berardi, o se rischiare di perdersi nel proprio talento.
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