L’Always Ready è un club storico del calcio boliviano caduto in disgrazia per troppo troppo: a due anni dal ritorno in prima divisione, ha centrato la qualificazione in Libertadores
“Bentornato Always Ready, ci rivediamo dopo 53 anni”. Con questo messaggio, il profilo Twitter ufficiale della Copa Libertadores ha salutato il ritorno nella massima competizione continentale del club boliviano, assente dalle scene che contano da oltre cinque decadi. La squadra con sede a El Alto ha strappato il pass nel penultimo turno di Primera Division e, dopo aver raggiunto il traguardo, proverà anche a giocarsi il titolo.
In pochi si aspettavano di vedere l’Always Ready così in alto anche se, paradossalmente, la Banda gioca quasi in cielo. Infatti, l’Estadio Villa Ingenio è situato a 4090 metri sopra il livello del mare. Una trasferta proibitiva per chiunque, anche per all’altitudine è abituato: nel 2020, infatti, in casa l’Always Ready ha battuto almeno una volta tutte le grandi del calcio boliviano.
Always Ready, una realtà storica
Fondato nel 1933 da un gruppo di studenti del collegio La Salle, l’Always Ready è nato all’ombra del monumento dedicato al grande Cristobal Colon, uno dei conquistadores che nel secolo scorso furono spediti in Sudamerica dal regno di Castilla. Dopo qualche anno di anonimato, nel 1950 il club che ha ispirato lo stile delle proprie maglie al River Plate è stato tra gli otto fondatori del calcio professionistico in Bolivia.
In quella decade sono arrivate le soddisfazioni maggiori, con due titoli e tre secondi posti. Nei dieci anni successivi, però, l’Always Ready ha battuto un altro record storico, diventando la prima squadra boliviana a organizzare un tour per l’Europa. Nel 1961 i biancorossi giocarono ben 27 partite nel Vecchio Continente, rientrando in patria con un bagaglio di esperienza inestimabile.
Ma quelli furono gli ultimi anni splendore, perché nei decenni successivi l’Always Ready è passato tra vari fallimenti, rifondazioni e ripartenze. La promozione in Primera Division, quella più recente, è infatti datata 2018. Lo spareggio vinto contro l’Industrial Avilés ha regalato alla Banda un ritorno in grande stile, seguito da una salvezza tranquilla e la grande impresa di quest’anno, dove l’Always Ready per lunghi tratti ha comandato la classifica aggregata del calcio boliviano.
Lo sfratto da La Paz
L’Always Ready è famoso anche per essere stato recentemente sfrattato da La Paz, nel vero senso della parola. La capitale boliviana, sede dei due colossi locali, ha comunicato al club di non avere spazio per una terza squadra cittadina, in quanto non c’è un impianto omologato per farla giocare e l’Hernando Siles, iconico stadio sudamericano, se lo smezzano The Strongest e Bolivar.
Così, salendo verso El Alto con la teleferica che i turisti utilizzano per fotografare l’intera La Paz, l’Always Ready si è spostato in un distretto con oltre un milioni di abitanti – ergo: bacino sterminato – e nessuna squadra. All’Estadio Villa Ingenio è ancora tutto come una volta: si entra facendosi strappare a mano il biglietto, ad allenamento finito i giardinieri rizollano a mano e l’unico modo per bere qualcosa è acquistarlo da quel paio di bancarelle improvvisate.
Eppure la cosa ha funzionato: nel 2019, quando ancora allo stadio si poteva andare, l’Always Ready spesso ha fatto registrare oltre diecimila presenze, fondamentali per spingere – da neopromossa – la squadra alla qualificazione in Copa Sudamericana. L’ultimo mercato è stato fatto con qualche nazionale in entrata (uno su tutti, l’ex portiere del Boca Juniors Carlos Lampe) e una serie di calciatori locali che si erano contraddistinti altrove.
Un tecnico di prima fascia
Dopo aver dato il benservito a Julio Cesar Baldivieso, la società ha affidato la panchina a Eduardo Villegas, allenatore di grandissimo corso del calcio locale. Con il Loco si è arrivati in alto, ma formalmente Villegas è già fuori dall’Always Ready, visto che a inizio dicembre la dirigenza ha annunciato Omar Asad come tecnico del 2021.
Se il primo avrà il compito di finire la stagione, il secondo – formalmente in stand-by, visto che non si possono allenare due squadre nello stesso anno solare – è in attesa di salire in sella. Il Turco è un profilo internazionale con esperienza profonda in diversi contesti. Il suo arrivo servirà a preparare meglio la Libertadores, che Asad ha già vinto da calciatore nel 1994 ai tempi del Velez.
L’arrivo di Asad è solo la prima mossa dell’Always Ready, intenzionato a rinforzarsi a dovere per affrontare al meglio la coppa: “Traguardo straordinario – ha detto il presidente Andres Costa, 26enne imprenditore molto famoso nella zona di El Alto, in carica da due mesi – faremo un mercato adatto per affrontare al meglio la Libertadores”. Lassù, tra le nuvole di La Paz, c’è una squadra che non vuole più fare da comprimaria.
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