Allegri ha sollevato polemiche, negli ultimi giorni, per le cose dette su due giovani talenti della Juventus, De Ligt e Chiesa. Ma non è corretto dire che sia un allenatore anti-giovani
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Tempi duri per i giovani in casa Juventus? È quello che temono molti tifosi bianconeri, dopo le recenti dichiarazioni di Allegri che, mentre la squadra ancora attende la prima vittoria in Serie A, è adesso accusato di non voler dare abbastanza fiducia a giocatori come De Ligt e Chiesa.
L’atteggiamento dell’allenatore della Vecchia Signora si è finora dimostrato molto accorto nell’utilizzo della rosa, optando spesso per giocatori di maggiore esperienza, in aperta controtendenza rispetto a quanto provato a fare un anno fa da Pirlo. Ma la carriera di Allegri racconta una storia un po’ diversa.
Le parole di Allegri
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“Ho sbagliato i cambi” ha detto il livornese nel post-partita di Juventus – Milan, e in molti hanno colto nel suo discorso un riferimento a Federico Chiesa, entrato al 72′ al posto di Cuadrado. “Se in quei 15 minuti non si capisce l’importanza del risultato, se non si mettono da parte le robe personali e ci mettiamo a disposizione della squadra, a costo di fare il terzino anche se sono una punta, poi le partite non le porti a casa”.
Oggi la Gazzetta dello Sport titola in maniera abbastanza eloquente “Tra Allegri e Chiesa qualcosa non va”, parlando di un rapporto tra i due mai decollato. Ed è impossibile non fare un collegamento con le parole dette dall’allenatore prima del match, quando ha invitato alla calma su De Ligt, lasciato in panchina in favore di Chiellini.
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Si tratta di due episodi che alimentano i sospetti sulla scarsa fiducia che il tecnico juventino ha nei confronti dei suoi giovani: tre dei ragazzi a cui Pirlo aveva dato spazio un anno fa – Frabotta, Dragusin e Fagioli – sono stati mandati in prestito altrove, così come il neoacquisto Ihattaren, mentre Kaio Jorge è stato tagliato dalla lista Champions e Kulusevski è per lo più in panchina.
La storia di Allegri e dei giovani
La situazione di quest’anno della Juventus è sotto gli occhi di tutti, ma accusare Allegri di non dare fiducia ai giovani non è del tutto corretto, e c’è la sua carriera a dimostrarlo. Ai tempi del Cagliari, per esempio, fece esordire in Serie A i 21enni Nainggolan e Astori, così come l’adolescente Daniele Ragatzu, e fece vivere la sua miglior stagione in carriera a Robert Acquafresca.
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Successivamente, nel suo periodo al Milan, fece debuttare De Sciglio, Cristante e Petagna, e consacrò El Shaarawy. E anche dopo, alla Juventus, fu lui a lanciare giocatori come Sturaro, Kean e Bentancur. Non proprio il curriculum da persona che non è disposto a mettere in campo dei giovani, specialmente se consideriamo che alcuni di questi ragazzi divennero subito elementi importanti delle sue squadre.
Ma ad Allegri si può certamente rimproverare che, dal suo arrivo alla Juventus, qualcosa nel suo rapporto con i giocatori meno esperti sia cambiato. Ha iniziato a concedere loro sempre meno spazio, vanificando presto investimenti su cui la Juventus aveva puntato molto, come dimostrano i casi di Lemina, Pjaca e Coman. O come Rugani, che anche a causa di vari problemi fisici non è mai riuscito a diventare un titolare nella vecchia BBC.
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