Rafael Alkorta è attualmente direttore sportivo dell’Athletic Club, la squadra nella quale è cresciuto calcisticamente. Vanta 54 presenze con la nazionale spagnola, con la quale ha disputato la famigerata sfida tra Spagna e Italia ai mondiali di USA ’94. L’ex difensore ritorna su quell’episodio per www.minutidirecupero.it e analizza lo scontro di oggi nelle semifinali dell’Europeo.
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Cosa ricorda di quel match di 27 anni fa a Boston?
Fu uno scontro durissimo, perché entrambe le squadre vivevano un ottimo momento. E la partita fu decisa da dettagli.
Dettagli come il gol di Baggio nel finale…
Fu un momento catastrofico per noi, anche perché stavamo meglio fisicamente degli italiani, che venivano da un estenuante supplementare con la Nigeria. Eppure gli azzurri giocarono bene le loro carte, aspettandoci nella loro metà campo e puntano al contropiede, riuscendo poi a vincere.
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Ci racconti quel gol
Mi feci prendere dalla foga del momento e lasciai solo Baggio cercando di chiudere su Signori. La nostra linea di difesa era altissima perché volevamo vincere, ma con l’Italia queste cose si pagano. Poi Roberto fu bravissimo a scavalcare Zubizarreta e a segnare tra le gambe di Abelardo. La sua classe fu decisiva. E noi non avemmo più tempo di reagire…
In realtà dopo ci fu la famigerata gomitata di Tassotti a Luis Enrique…
Ecco, vedi, con il VAR ci sarebbe stata espulsione e rigore! In quel momento l’unica cosa che vedemmo era Luis con il naso insanguinato e non capimmo come mai l’arbitro non avesse fischiato il rigore. Credo che in quell’occasione o non vide niente o non se la sentì di dare il rigore, perché a Luis Tassotti aveva rotto il naso a palla lontana. Ancora oggi non capisco cosa sia potuto succedere, ma non do di certo la colpa agli italiani…
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Prima del gol di Baggio, Salinas aveva sciupato una grandissima occasione a tu per tu con Pagliuca…
Parliamo di Pagliuca, uno dei portieri top del momento, i quali spiccano in questo tipo di occasioni. Fu bravissimo a chiudere lo specchio a Julio che si era inserito a fatica tra due difensori avversari.
In Italia si dice “gol sbagliato, gol subito”.
E in effetti fu proprio così (ride).
Come vede lo scontro di stasera?
Sono due squadre che arrivano entrambe bene a questa semifinale. Le vedo molto simili perché vogliono sempre il pallone e perché hanno molti giocatori giovani con fame e voglia di far bene.
Che giocatore le piace di più dell’Italia?
Chiesa. Dà sempre una marcia in più e sembra avere sempre molta energia. Ogni volta che entra in campo succede qualcosa. È un giocatore di qualità che nell’uno contro uno può dare molti grattacapi alla Spagna.
Chi è il leader di questa Spagna senza Sergio Ramos?
Luis Enrique. Lo conosco bene e ne conosco la grande personalità. È riuscito ad andare oltre le polemiche che circondavano la nazionale, riuscendo a difendere i suoi giocatori. In questo è molto simile a Javier Clemente e a José Mourinho, i quali attiravano su di loro le tensioni dell’ambiente per preservare i calciatori. E i risultati gli stanno dando ragione.
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Lascia tuttavia perplessi il fatto che Raul Albiol non sia stato scelto come leader della difesa dopo una stagione strepitosa.
Albiol forse è il meno tecnico dei difensori spagnoli in questo momento, eppure secondo me è il più difensore di tutti, e personalmente è quello che preferisco. Ma le scelte le fa Luis Enrique.
Cosa perde l’Italia con l’infortunio di Spinazzola?
Molto, perché stava giocando benissimo. Però credo che anche Emerson Palmieri abbia molta benzina in corpo per poter dar fastidio.
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Chi vince stasera?
La Spagna 2-1!
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