Ibrahim Afellay dice addio al calcio. A 34 anni l’olandese ha deciso di ritirarsi dopo essere stato per circa sei mesi senza squadra
Dice addio al calcio uno dei talenti più inespressi degli ultimi anni. Ibrahim Afellay, calciatore frenato dai tantissimi infortuni in carriera, ha deciso di smettere dopo praticamente un anno di stop, visto che la sua ultima partita risale addirittura al 26 gennaio 2020.
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Afellay: l’astro nascente
Nato a Utrecht, Olanda, il 2 aprile 1986, Ibrahim Afellay cresce nelle giovanili del PSV, che lo preleva dall’USV Elinkwijk. Qui si fa notare come uno dei talenti più interessanti del calcio olandese, debuttando a soli 17 anni, il 4 febbraio 2004, in coppa contro il NAC Breda. Dieci giorni dopo arriva anche l’esordio in campionato contro il Twente e piano piano Afellay entra in pianta stabile in prima squadra.
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A soli 18 anni è un titolare del PSV, complici anche le assenze in attacco, dalla stagione 2005-2006 non esce praticamente più dall’undici iniziale. Ad Eindovhen prosegue la sua maturazione, disputa ben 221 partite in sette stagioni e mezzo, trovando la via del gol 38 volte. La sua crescita gli vale la prestigiosa chiamata del Barcellona, che il 23 dicembre 2010 lo preleva facendogli firmare un quinquennale con una clausola rescissoria da 100 milioni.
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Ala sinistra dotata di grande dribbling e velocità, Afellay nel PSV diventa una colonna portante, prendendo anche la fascia da capitano. Vince 4 campionati, una coppa e una Supercoppa ad Eindhoven, prima di salpare alla volta della Spagna.
La tormentata carriera di Afellay
L’approdo al Barcellona è l’inizio della fine. A 24 anni Afellay sembra pronto al salto di qualità, ma lo step in blaugrana si rivela molto più arduo del previsto. Nella prima metà di stagione in Catalogna trova abbastanza spazio, con 28 presenze e due gol. L’anno dopo però iniziano i tormenti. L’olandese non vede quasi mai il campo, collezionando appena 5 presenze, a causa di un grave infortunio ai legamenti del ginocchio.
Inizia così il giro di Afellay per l’Europa. Il Barcellona nell’estate 2012 prova a farlo rilanciare mandandolo in prestito allo Schalke 04, ma anche qui l’olandese si ritrova alle prese con una serie di lesioni muscolari che lo spingono addirittura a pensare al ritiro.
Torna quindi al Barcellona dove passa praticamente un anno in panchina. Nell’agosto 2014 si libera dai blaugrana e si accasa all’Olympiacos, dove riesce a trovare continuità vincendo anche campionato e coppa.
L’annata in Grecia gli vale il ritorno nel calcio di prima fascia, con lo Stoke City che lo prende a parametro zero. Inizia bene la sua avventura inglese, ma nell’aprile 2016 arriva il secondo grave infortunio ai legamenti, che mette una pietra sulla sua carriera.
Inizia ad entrare in un circolo infinito di infortunio e dopo tre stagioni lascia l’Inghilterra per tornare in patria, dove tutto è cominciato: al PSV. Qui continua a trovare poco spazio e matura infine la decisione di ritirarsi.
Termina così la carriera di uno dei grandi talenti mancati del calcio olandese. Un grande talento frenato però dai troppi infortuni, una sfortuna che ha stroncato quello che poteva essere davvero uno degli esterni più forti degli ultimi tempi.