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Il Manchester City sta vivendo il peggior momento della sua storia recente, e per Pep Guardiola si tratta di una crisi senza precedenti nella sua carriera. Il pareggio per 3-3 contro il Feyenoord in Champions League, arrivato dopo un vantaggio di tre reti, ha messo a nudo fragilità difensive e mentali in una squadra che fino a pochi mesi fa dominava il calcio europeo. Questo risultato, unito a una striscia di cinque sconfitte consecutive tra campionato e coppe, ha accentuato lo stato di crisi dei campioni d’Inghilterra.

La gara contro il Feyenoord sembrava destinata a segnare la rinascita del City. Erling Haaland aveva aperto le marcature con un rigore, seguito da un gol di Gundogan e da un altro sigillo dello stesso Haaland. Al minuto 76, il tabellone di San Siro (scelto per questa trasferta a causa di lavori allo stadio del Feyenoord) segnava un netto 3-0, con il City apparentemente in totale controllo.

Ma negli ultimi 14 minuti la squadra di Guardiola ha vissuto un incubo: errori difensivi marchiani hanno permesso al Feyenoord di realizzare tre reti, completando una rimonta incredibile. I gol subiti, frutto di disattenzioni e mancanza di concentrazione, hanno evidenziato una fragilità che va ben oltre i semplici limiti tecnici.

Guardiola, in conferenza stampa, ha definito il pareggio “una sconfitta mascherata”, riconoscendo che la squadra sta vivendo un momento di profonda difficoltà.

Un periodo nero senza precedenti

La crisi del Manchester City non si limita al pareggio contro il Feyenoord. Negli ultimi 45 giorni, i campioni d’Europa hanno collezionato:

  • Cinque sconfitte consecutive, tra Premier League e Carabao Cup, tutte con risultati pesanti;
  • Uno 0-4 contro il Tottenham a Etihad, uno dei ko interni più pesanti dell’era Guardiola;
  • Un 4-1 contro lo Sporting Lisbona nella festa d’addio di Ruben Amorim, una gara senza storia;
  • L’assenza totale di vittorie in quasi due mesi, un dato allarmante per una squadra abituata a dominare.

Questo momento di crisi ha fatto emergere non solo problemi difensivi, ma anche una certa incapacità di reagire mentalmente alle difficoltà.

Dopo la partita con il Feyenoord, Guardiola si è presentato davanti ai giornalisti in conferenza stampa con evidenti graffi sul volto. Alla domanda di un cronista, il tecnico spagnolo ha risposto in maniera spiazzante:
“I graffi? Li ho fatti con le mie dita. Voglio farmi del male”.

Questa dichiarazione ha suscitato grande scalpore, evidenziando il livello di frustrazione raggiunto dal tecnico catalano. Conosciuto per il suo perfezionismo e per la sua meticolosità, Guardiola ha manifestato apertamente la pressione e lo stress che derivano da un periodo così negativo.

Le parole di Guardiola sul momento del City

Oltre a spiegare il gesto autolesionista, Guardiola ha analizzato la prestazione della sua squadra, sottolineando gli errori e le difficoltà:
“Questo risultato per noi è come una sconfitta. Abbiamo bisogno di ritrovare fiducia, ma continuiamo a commettere errori imperdonabili. I primi due gol sono inaccettabili a questi livelli. Volevamo fare bene, ma non ci siamo riusciti. È un momento in cui siamo fragili, forse mentalmente”.

Queste parole riflettono una consapevolezza del problema, ma anche l’incertezza sulle soluzioni da adottare per uscire da questa situazione.

I tre gol subiti contro il Feyenoord sono solo la punta dell’iceberg di un problema più ampio. Il City, solitamente impeccabile sotto l’aspetto difensivo, sta pagando errori individuali e mancanza di concentrazione. I due gol iniziali del Feyenoord sono arrivati da disattenzioni macroscopiche, mentre il terzo è stato frutto di una difesa in totale confusione.

Questi errori sembrano riflettere una fragilità mentale più che tecnica, un aspetto su cui Guardiola dovrà lavorare duramente nelle prossime settimane.

Il vero motivo dietro i graffi di Guardiola

Il gesto di Guardiola, che si è graffiato il volto, è stato un atto simbolico di autolesionismo, dettato dalla frustrazione e dalla pressione. Questo episodio mette in evidenza quanto il tecnico sia legato alla sua professione e quanto viva con intensità ogni risultato, positivo o negativo.

Nonostante il momento difficile, Guardiola ha dimostrato nel corso della sua carriera di saper superare le avversità. Tuttavia, questa crisi rappresenta una sfida nuova e particolarmente impegnativa, soprattutto per un allenatore che ha sempre fatto della perfezione tattica e del controllo emotivo i suoi punti di forza.

Quando la passione diventa eccesso

La passione per il proprio lavoro è una delle caratteristiche che hanno reso Guardiola uno degli allenatori più vincenti della storia del calcio. Tuttavia, anche la dedizione può trasformarsi in un’arma a doppio taglio. Il gesto autolesionista è un segnale che la pressione sta avendo un impatto significativo sul tecnico, sottolineando l’importanza di saper gestire le emozioni anche nei momenti di crisi.

Questa crisi potrebbe rappresentare un punto di svolta per il Manchester City e per Guardiola. Solo il tempo dirà se saranno in grado di superare questo momento difficile, trasformando la delusione in una nuova spinta verso il successo.