Il Milan è uno dei club più prestigiosi al mondo e il processo di selezione dei giocatori è fondamentale per mantenere alti gli standard di competitività . Geoffrey Moncada, Direttore Tecnico del Milan, ha svelato i dettagli dietro le quinte del mercato rossonero, offrendo uno sguardo approfondito sul metodo utilizzato per individuare i futuri campioni che calcheranno il campo di San Siro.
Moncada ha iniziato la sua carriera come capo scout e ha mantenuto vivo quel legame anche nella sua attuale posizione: “Quando ero capo scout, viaggiavo costantemente per vedere partite. Ora, con le responsabilità da DT, devo limitare gli spostamenti, ma rimane essenziale vedere i giocatori dal vivo per valutare aspetti come velocità e impatto nei duelli, che non si percepiscono dai video”.
Il Milan si avvale di 10 scout, cinque in Italia e cinque all’estero, che lavorano per individuare i talenti da seguire. I dati giocano un ruolo chiave: “Abbiamo un database che ci aiuta a individuare profili interessanti in altri campionati. Tuttavia, prima di prendere una decisione, ci affidiamo alla visione diretta. I dati sono uno strumento, ma non sono sufficienti da soli”.
Il processo decisionale
La selezione di un giocatore inizia con un’analisi delle necessità della squadra: “Partiamo dal capire cosa serve al Milan. Da lì, analizziamo i dati e guardiamo i video. Se il giocatore convince, lo scout lo osserva dal vivo per confermare o meno le impressioni. Alla fine, anch’io cerco sempre di vederlo personalmente”.
Moncada sottolinea l’importanza del consenso all’interno del team: “Se nove scout su dieci dicono che un giocatore non è bravo, non lo prendiamo, anche se a me piace. L’unanimità è fondamentale per lavorare bene”.
Rafael Leao è stato individuato quando giocava nelle giovanili dello Sporting Lisbona: “Lo vidi a 17 anni in una partita U17 contro il Belenenses. Era alto, tecnicamente super e con una fiducia incredibile. Abbiamo continuato a seguirlo e, nel 2019, è diventato rossonero”.
Anche il percorso di Tijjani Reijnders è emblematico: “Non aveva brillato subito all’AZ, ma i dati e le osservazioni sul campo ci hanno convinti. È un giocatore che corre tanto, tecnicamente bravo e sempre positivo. Pioli lo ha approvato durante un meeting e abbiamo chiuso la trattativa”.
Il Milan non si limita a valutare le statistiche, ma analizza anche aspetti comportamentali: “Vedere un giocatore sotto pressione, ad esempio contro squadre di Premier League o in stadi turchi e greci, è essenziale. San Siro è uno stadio impegnativo, quindi dobbiamo scegliere giocatori che non si lascino intimorire”.
Una metodologia moderna per un club storico
Moncada, insieme a Zlatan Ibrahimovic e Giorgio Furlani, rappresenta una nuova generazione di dirigenti al Milan. Questo mix di esperienza e innovazione si riflette nella metodologia di lavoro:
“Un dirigente da solo non può fare tutto. Collaboriamo costantemente per trovare soluzioni che combinino dati, osservazioni sul campo e il fattore umano. Solo così possiamo portare al Milan giocatori in grado di fare la differenza”.
Con un processo così meticoloso, il Milan punta non solo a mantenere la sua competitività , ma a costruire una squadra che possa continuare a eccellere in Italia e in Europa.