Skip to main content

Il Napoli è reduce dal disastroso decimo posto e ad un gap maturato con l’Inter di 41 punti: perché gli azzurri possono azzerare le distanze

Primo giorno di scuola in casa Napoli: è iniziato il raduno con le conseuete visite mediche per i calciatori della rosa azzurra. Ad attenderli al centro sportivo di Castel Volturno Antonio Conte, 54 anni, il primo ad arrivare, come peraltro sua abitudine. Ecco i calciatori in vacanza reduci da Euro 2024 e Mathias Olivera ancora impegnato con l’Uruguay nella Copa América 2024, si sono presentati tutti, anche Victor Osimhen, 26 anni, in uscita dal club. Presente anche Leonardo Spinazzola, 31 anni, uno dei volti nuovi così come il talentino Matija Popovic, 18 anni, prelevato a gennaio ma girato in prestito al Monza insieme ad Alessio Zerbin, 25 anni, che sarà valutato in ritiro dal tecnico salentino. La rifondazione del Napoli è iniziata, con il patron De Laurentiis, 73 anni, che ha preferito affidarsi all’opzione migliore per dare il via al nuovo progetto azzurro dopo i disastri dello scorso anno. Conte, d’altronde, è un tecnico che non ama arrivare secondo, in nessun caso. Ecco perché è chiara la volontà della proprietà partenopea di arrivare subito in alto. L’obiettivo minimo è il traguardo della qualificazione in Champions League: più che alla portata del club azzurro, almeno sulla carta, vista anche la costruzione della rosa. La domanda che i tifosi azzurri si pongono, però, non può che essere una: può davvero vincere lo scudetto la formazione partenopea?

Napoli Campione d’Italia: Conte può riuscirci

La risposta alla domanda è affermativa: il gap con l’Inter maurato nella scorsa stagione è di ben 41 punti. Un divario che, all’apparenza, non può certo essere colmata in pochi mesi. Eppure già la presenza di Antonio Conte ha sicuramente ridotto l’ampia distanza maturata fino al maggio scorso. Il tecnico salentino in questo senso è una vera e propria garanzia. La disorganizzazione tattica ed i cali di rendimento difficilmente si vedranno nella prossima stagione: la cultura del lavoro sarà il principio cardine dell’era Conte, con il tecnico che vuole solo calciatori motivati e dediti al sacrificio. Grande attenzione, poi, alla fase difensiva: le amnesie viste nel corso della scorsa stagione saranno solo un lontano ricordo. Nel 3-4-3 come modulo base, l’allenatore chiederà grande sacrificio a partire dai calciatori offensivi, con la squadra che dovrà difendere a quattro o cinque elementi, come spiegato anche nella conferenza di presentazione, a seconda dell’avversario. Spirito di sacrificio, quindi, e voglia di riscatto dopo una stagione deludente le armi che avrà Conte ma anche e soprattutto una sola gara a settimana. Niente coppe, il tecnico potrà preparare ogni gara con un allenamento da perfezionare nei minimi dettagli, con una grande attenzione ad ogni particolare, proprio come accadde al primo anno di Juve. A Torino e con il Chelsea vinse subito, il tecnico salentino vuole fare tris puntando sulla freschezza atletica e mentale che alla lunga possono regalare un grande vantaggio.