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Gravina gode ancora di un ampio supporto nel calcio italiano: le possibilità che venga confermato presidente della FIGC sono piuttosto alte.

Il flop dell’Italia di Spalletti agli Europei rischia di lasciare grandi strascichi nel calcio italiano. Domenica, all’indomani della sconfitta contro la Svizzera, il presidente della FIGC Gabriele Gravina confermava il ct e diceva che chiedere le dimissioni sue o di Spalletti era inaccettabile, in questo momento. Lunedì, invece, ha annunciato elezioni anticipate a novembre, rispetto alla regolare scadenza di marzo 2024, e questa mattina la Gazzetta dello Sport riporta addirittura che potrebbe non ricandidarsi.

Insomma, sembra esserci grande confusione ai vertici del calcio italiano in questo momento. Le richieste di cambiamento, anche radicale, sono forti, ma la verità è che l’unico vero ostacolo alla riconferma di Gravina a capo della federazione è Gravina stesso. Solo decidendo lui di farsi da parte sembra che possa essere eletto un nuovo presidente della FIGC: alle ultime elezioni, tenutesi nel 2021, l’exa presidente della Lega Pro era stato confermato con oltre il 73% dei voti. E oggi gode ancora di un ampissimo sostegno, da parte di soggetti che puntano ovviamente a spingere per la sua ricandidatura.

Chi supporta la rielezione di Gravina alla FIGC

Non è escluso che paventare la possibilità di una mancata ricandidatura possa anche essere un modo per “contare” chi sta effettivamente dalla sua parte, vedendosi rinnovare gli attestati di fiducia. Il sistema elettorale della FIGC favorisce notoriamente chi ha il sostegno dei livelli più bassi della piramide del calcio italiano. Ci sono 7 categorie impegnate al voto (le quattro leghe principali, dalla A alla D; l’Assocalciatori, gli arbitri e gli allenatori), per un totale di 276 delegati che esprimono 516 voti elettorali. I voti della Serie A valgono più degli altri, ma in realtà è la Lega Nazionale Dilettanti a sommare il maggior numero di voti elettorali (176).

In poche parole, un supporto da parte della LND e della Lega Pro (di cui Gravina è stato presidente tra il 2015 e il 2018) generalmente basta per ottenere l’elezione. E l’attuale presidente gode proprio della fiducia in primis di Giancarlo Abete, presidente della LND, e di Umberto Calcagno, principale esponente politico dell’Assocalciatori. Alle scorse elezioni, Gravina aveva avuto il sostegno anche della “sua” Lega Pro, ma nel frattempo la lega ha cambiato presidente, e la carica è occupata oggi da Matteo Marani. Non è noto quale possa essere effettivamente la sua posizione al momento, ma già lo scorso ottobre Marani si era opposto a chi chiedeva le dimissioni di Gravina.

I principali avversari dell’attuale capo della FIGC si trovano in Serie B e in Serie A, ma la massima divisione è comunque spaccata sulla riconferma del presidente federale. Dalla parte di Gravina sembrano esserci alcuni dei grandi club, in particolare Inter, Juventus e Atalanta, con cui non a caso pianifica di costruire una commissione per studiare come risolvere i problemi del calcio italiano. Un modo, questo, per rinsaldare i legami con la massima serie e assicurarsi ulteriori voti con cui rendere la sua rielezioni ancora più schiacciante. Un risultato che avrebbe un valore simbolico molto forte: una larga maggioranza metterebbe a tacere ogni critica verso il suo operato.