Spalletti e la sua Italia alla prova decisiva di EURO 2024 contro la Svizzera: il ct cambia tutto, ma tiene fuori Zaccagni nonostante il gol.
Aver segnato una rete bellissima e salvifica nei minuti finali contro la Croazia non è bastato: Mattia Zaccagni non sarà titolare, nalla sfida di questa sera tra Svizzera e Italia per gli ottavi di finale degli Europei. Una decisione che soprende tutti, dato che dopo la terza partita dei gironi sembrava scontato che l’esterno della Lazio si fosse conquistato un posto nell’undici di partenza degli Azzurri. Spalletti cambia molte cose nella sua formazione anti-elvetici, scegliendo di nuovo il 4-3-3: fuori Dimarco, dentro Darmian; Mancini al posto dello squalificato Calafiori; Fagioli al posto del deludente Jorginho e accanto a Cristante e Barella. Anche in attacco una sorpresa, con El Shaarawy dal primo minuto con Chiesa e Scaamacca.
Ma non Zaccagni, appunto. In panchina con l’Albania, 26 minuti – piuttosto impalpabili, ma come tutti i compagni – contro la Spagna, 9 minuti e gol contro la Croazia. È evidente che per il ct l’attaccante biancoceleste è una riserva, utile al massimo come subentrante, ma non ci si può che interrogare sul perché goda di così poca fiducia, al punto che oggi gli viene preferito El Shaarawy, ancora mai visto in campo a EURO 2024. E dire che Zaccagni è finora l’unico attaccante dell’Italia ad aver segnato un gol in questo Europeo. Non solo, perché l’ala della Lazio è stato anche l’unico giocatore italiano a figurare tra i primi 10 calciatori con più dribbling nell’ultima stagione di Serie A. In una squadra in cui le punte faticano ad avere occasioni e in cui si stenta drammaticamente nell’uno contro uno, un elemento come Zaccagni dovrebbe essere più che prezioso.
Zaccagni ancora in panchina: il piano di Spalletti
La stampa e i tifosi lo chiedevano titolare a gran voce, e invece per Zaccagni sarà ancora una volta panchina, almeno al fischio d’inizio. La storia dell’attaccante biancoceleste con l’azzurro dell’Italia è stata fin qui abbastanza complicata, già a i tempi di Roberto Mancini. Anche l’ex ct, come quello attuale, non aveva mai dato spiegazioni precise per le continue esclusioni di un giocatore che, a rigor di logica, sembrava calzare alla perfezione con il gioco degli Azzurri. All’epoca si era parlato di problemi personali tra l’allenatore e il giocatore, ma la stessa motivazione non può valere adesso (anche perché Zaccagni in Nazionale è stato convocato e, anche se col contagocce, Spallettinlo sta utilizzando).
L’unica ragione che si può trovare in questa situazione è di strategia. Spalletti vuole usare l’ala della Lazio solo a partita in corso, pensando di poter sfruttare al meglio il suo dribbling contro avversari già stanchi dopo diversi minuti di gara. Teoricamente, la sua assenza dalla formazione titolare non dovrebbe precludere la possibilità di saltare l’uomo da parte delle punte, considerando che questa è anche una specialità di Chiesa. In più, viste le difficoltà dell’attacco in queste prime partite, il ct vuole provare un po’ tutte le sue alternative offensive, e in quest’ottica è arrivato oggi il turno di El Shaarawy.