L’allenatore dell’Albania è un certo Sylvinho, che forse vi ricorderete con le maglie del Barcellona e Arsenal
Classe 1974, Sylvinho ha fatto parte del primo Barcellona di Leo Messi, quello che vinse la finale di Champions League contro l’Arsenal di Wenger grazie alle giocate di Eto’o e Ronaldinho, oltre ad aver fatto parte del Manchester City di Roberto Mancini. Ecco, proprio Roberto Mancini sarà di ispirazione per la sua carriera da allenatore, ma ci pensiamo tra poco. Cresciuto nelle giovanili del Corinthians, Sylvinho si trasferisce all’Arsenal nell’estate 1999 – una vita fa – per poi spostarsi in Spagna al Celta Vigo due stagioni più tardi. Dopo una serie di grandi stagioni nella Liga è il Barcellona di Ronaldinho e Laporta a sceglierlo per la fascia sinistra dove arriverà nell’estate 2004, per rimanerci fino alla fine del ciclo del trequartista brasiliano, nel 2009. A quel punto il trasferimento al Manchester City dove conosce Roberto Mancini e gioca fino al 2011, anno del suo ritiro.
A quel punto inizia la sua avventura come allenatore in Brasile, dove diventa il vice allenatore del Cruizeiro, dello Sport Recife, del Nautico e del Corinthians. Ma è all’Inter che trova il primo vero incarico al fianco di Roberto Mancini. Tra il 2014 e il 2016 infatti Sylvinho figurerà come collaboratore tecnico dell’allenatore dei nerazzurri perché privo di patentino, ma a tutti gli effetti collaboratore diretto del Mancio. Alla fine dell’apprendistato alla corte di Mancini Sylvinho inizierà la vera e propria carriera da allenatore in solitaria: sarà prima allenatore della nazionale olimpica brasiliana tra il 2016 e il 2019, poi allenatore del Lione per sole nove partite prima di essere esonerato e ritrovare una panchina nel maggio 2021, al Corinthians.
Sylvinho allenatore: l’Albania è una nuova avventura
Con 1,44 punti di media in poco già di quaranta partite giocate, Sylvinho lascia il Corinthians nel febbraio 2022 con tanti rimpianti e pochissime occasioni per migliorare il proprio gioco, diventato di fatto un free agent senza un curriculum che gli permettesse di aspettare fiducioso il prossimo passo della propria carriera. La chiamata – inaspettata – arriva dall’Albania nel gennaio 2023, nazionale con abbastanza talento da poter mettere come obiettivo la partecipazione agli europei del 2024 e quindi avere un traguardo da raggiungere chiaro ed inequivocabile. In tredici partite la media punti è salita a 1,85, con la conquista della qualificazione e l’esordio contro l’Italia pronto per diventare il primo passo nella redenzione del suo percorso di allenatore.