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Il Bologna si prepara alla prossima stagione con un’idea folle per la panchina, che potrebbe trasformare la squadra in una corazzata per confermare l’ottima stagione con Thiago Motta

Con la qualificazione in Champions League conquistata nelle ultime giornate di campionato il Bologna si è assicurato per la prossima stagione un calendario fitto di impegni e un mercato fondamentale in cui non sbagliare una mossa. Il primo impegno sull’agenda rossoblù è infatti la scelta dell’allenatore: salutato Thiago Motta che nei prossimi giorni dirà ufficialmente sì alla Juventus, bisognerà trovare qualcuno all’altezza del compito di confermare la crescita della squadra, sostenere le pressioni dell’ambiente in vista di una stagione impegnativa e – soprattutto – non far rimpiangere Thiago Motta, quanto meno dal punto di vista caratteriale. 

Nelle ultime ore intorno al Bologna hanno iniziato a vorticare nomi disparati: Maurizio Sarri, Stefano Pioli, finanche Igor Tudor in rotta con la Lazio; ma nessuno di questi si è avvicinato alla possibilità paventata da Piero Braglia a Maracanà, Massimiliano Allegri.  

Ora, il nome è di quelli che farebbero tremare i portici della città e che porterebbe con sé diverse problematiche, prima di tutto caratteriali, ma un allenatore del calibro di Allegri riuscirebbe senza dubbio a raccogliere l’eredità di Thiago Motta per trasformarla in una concreta presa di coscienza dei limiti e delle potenzialità della rosa attualmente sotto contratto. Ma prima di trattare dei pro e dei contro di questa remota possibilità, bisogna citare l’accordo che nella tarda serata di ieri si è concretizzato tra la Juventus e il tecnico livornese riguardo la buonuscita per il licenziamento perpetrato dal club prima dell’ultima giornata di campionato. Pare che Allegri si sia accordato con i bianconeri per ricevere metà dei 7 milioni di euro presenti nel suo contratto del prossimo anno e – allo stesso tempo – abbia insistito per ottenere i premi relativi alla Coppa Italia e alla qualificazione in Champions League di questa stagione. Un accordo patrocinato da Elkann che potrebbe affondare le proprie radici nel futuro stesso di Max Allegri, magari a tinte rossoblù. 

L’ipotesi prende quindi corpo se partiamo dal presupposto che la Juventus e Allegri si stavano preparando ad una lunga battaglia legale, la cui soluzione è invece arrivata in fretta, come se fosse urgente liberarsi dalla bagarre per tuffarsi immediatamente in una nuova avventura. 

Allegri al Bologna: i pro e i contro 

Partiamo dai Pro di vedere Allegri al Bologna, che sono pochi ma ci sono: innanzitutto la Champions League. La massima competizione europea raggiunta per la prima volta dal Bologna dalla stagione 1964/65 quando ancora era riservata ai soli vincitori dei rispettivi campionati, richiede esperienza e polso, ed Allegri è uomo di entrambe le qualità. Ha esperienza per condurre un gruppo di giovani nella loro prima scampagnata europea, e ha polso per decidere quando e come gestire la rosa nel corso della stagione. Una soluzione che porterebbe il Bologna in un’altra dimensione, quella degli allenatori affermati e dagli stipendi molto alti, e che offrirebbe ad Allegri l’occasione di un football-washing dopo la chiusura dell’ultima parentesi bianconera, gestendo una squadra che è entrata un po’ nei cuori di tutte le tifoserie europee. 

Il riscatto di Allegri non è però cosa immediata: i contro della scelta del tecnico di Livorno sono molteplici, e non è detto che siano numericamente inferiori ai fattori positivi. Innanzitutto lo stipendio, troppo alto per gli standard del Bologna che dovrebbe compiere uno sforzo enorme per andare incontro alle richieste del tecnico ex Juventus. Qualora però lo scoglio dello stipendio venga superato in un modo o nell’altro, c’è da tenere in conto lo scompenso immenso tra la dimensione del Bologna e quella di Allegri, abituato da ormai una decade a gestire piazze enormi dalle aspettative ancor più ingombranti. 

Questa differenza è forse l’ostacolo più grande a quello che sarebbe un vero e proprio colpo di scena nel novero del valzer delle panchine in Serie A, ma che potrebbe essere colmata dalla volontà di Allegri di tornare con i piedi per terra, dismettere l’armatura da cavaliere errante e solitario vestita negli ultimi tre anni alla Juventus e allenare senza pressioni eccessive, in una piazza capace di grande amore che potrebbe renderlo immortale qualora la prima stagione in Champions League andasse oltre le più rosee aspettative. 

Quindi l’ipotesi bisbigliata da Braglia è realistica? Difficile a dirsi. Le possibilità – come sempre nel mondo del calcio – non danno contro a nessuno scenario e anzi ne alimentano le diramazioni. Se di Allegri al Bologna si parlerà, di certo lo si farà in una maniera nuova, più legata al campo e al rapporto con i ragazzi rossoblù, gli stessi colori del suo Cagliari. 

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