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Gasperini e la Juventus hanno una lunga storia che pochi conoscono: il tecnico dell’Atalanta si è formato come allenatore in bianconero.

Questa sera nella finale di Coppa Italia Gian Piero Gasperini affronta il suo passato, per cercare di portare a casa il primo trofeo del suo straordinario ciclo all’Atalanta. E il destino ha voluto che questa sfida decisiva avvenisse proprio contro la squadra con cui ha vinto il suo unico altro trofeo da allenatore. Nel 2003, infatti, Gasp ha sollevato la coppa del Torneo di Viareggio con le giovanili della Juventus, affermandosi per la prima volta come allenatore.

Nato nel 1958 a Grugliasco, vicino Torino, Gasperini è cresciuto in bianconero, anche se con la Juve non ha mai esordito in Serie A, raccogliendo solamente 9 presenze in Coppa Italia nell’arco di due stagioni, nella seconda metà degli anni Settanta. Dopo aver girato a lungo nelle serie minori, destreggiandosi come centrocampista (soprattutto a Palermo e Pescara), nel 1993 appese gli scarpini al chiodo e fece ritorno a Torino. Come primo lavoro, Gasperini assunse la direzione della Sisport, una squadra delle serie minori italiane di proprietà della Fiat.

Solo l’anno seguente, però, il tecnico di Grugliasco veniva ricondotto in bianconero, entrando nello staff del settore giovanile juventino. Qui ha seguito tutta la trafila, allenando prima i Giovanissimi, poi gli Allievi, e infine nel 1998 gli venne affidata la guida della squadra Primavera. Cinque anni dopo, vinceva il Torneo di Viareggio, una delle più importanti competizioni al mondo nel calcio giovanile, che sfuggiva alla Juventus addirittura dal 1994. Da lì, la carriera di Gasperini iniziò a decollare: l’anno successivo, debuttò su una panchina in Serie C1, al Crotone, ottenendo una straordinaria promozione in B.

Quali giovani ha lanciato Gasperini alla Juventus

Quella del 2003 è stata una delle migliori generazioni della storia recente della Primavera bianconera. Gasperini schierava già i suoi ragazzi con il 3-5-2, facendo affidamento tra i pali su Antonio Mirante (oggi al Milan), in difesa su Daniele Gastaldello (poi colonna della Sampdoria), a centrocampo su Matteo Paro, mentre sulla fascia destra giocava Mattia Cassani (poi alla Roma). Non tutti i ragazzi di Gasp riuscirono a confermare le ottime prospettive dell’epoca: tra quelli che si sono smarriti, citiamo Gerardo Clemente, Viktor Budyanskiy, Ilyas Zeytullaes e Davide Chiumiento.

Tra chi invece ce l’ha fatta c’è assolutamente Raffaele Palladino, all’epoca 19enne e che poi tornò a lavorare con Gasperini al Genoa, e che oggi, sulla panchina del Monza, è uno dei suoi allievi prediletti. Gastaldello, Paro e Francesco Scardina nel 2004 seguitono Gasp al Crotone, in prestito dalla Juve, nell’esperienza durante la quale l’attuale tecnico dell’Atalanta conobbe un altro suo devoto discepolo, l’allora difensore Ivan Juric, oggi allenatore del Torino.

Anche negli anni precedenti al Torneo di Viareggio del 2003, però, Gasperini aveva scoperto e lanciato alcuni giovani ragazzi della Juve che poi avrebbero fatto bene nel calcio professionistico. Tra i più importanti ricordiamo Marco Rigoni (Triestina, Chievo, Novara), Andrea Gasbarroni (Palermo, Parma, Torino) e Giuseppe Sculli (Modena, Genoa, Lazio).

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