Terzic e il suo Borussia Dortmund non era accreditati da nessuno come una delle squadre migliori in Europa, in questa stagione, eppure la finale di Champions League è un risultato più che meritato.
Doveva essere uno degli avversari più abbordabili della competizione. Così l’avevano descritto molti in Italia, quando era stato sorteggiato nello stesso girone del Milan, e PSG e Newcastle parevano di gran lunga gli avversari più pericolosi. Otto mesi dopo circa, il Borussia Dortmund è in finale della Champions League, e nel mentre ha dimostrato, turno dopo turno, di non essere affatto qui per caso. Ha vinto il suo girone, chiudendo addirittura con 3 punti di vantaggio sul PSG e sul Milan, e a +6 sul temutissimo Newcastle. Il tutto, pur avendo speso molto meno nel precedente mercato estivo rispetto a ognuna delle tre avversarie europee: PSG, Newcastle e Milan hanno tutte speso più di 100 milioni in nuovi acquisti, chiudendo la sessione con saldi di mercato fortemente negativi (-108,6 milioni per i Magpies, -50,5 per i rossoneri, e -247 per i francesi), mentre il Dortmund ha contenuto le spese a soli 66,5 milioni, con un saldo positivo di +46,85.
Piccoli numeri di un successo che parte da una gestione attenta delle spese e dagli investimenti sui giovani, ma anche su profili più esperti ma generalmente sottovalutati. In estate, per esempio, sono arrivati Sabitzer dal Bayern Monaco e Fullkrug dal Werder Brema, che oggi è il centravanti tedesco più quotato in vista degli Europei della prossima estate. Si è scommesso sul recupero del figliol prodigo Jadon Sancho e sul talento di proprietà del Chelsea Ian Maatsen, che è stato tra i migliori in campo nella semifinale di ritorno al Parco dei Principi. Nel frattempo, Edin Terzic ha dovuto trovare un modo per sostituire l’insostituibile Jude Bellingham (ma anche Raphael Guerreiro, giocatore che negli anni era diventato preziosissimo per i gialloneri).
Ci è riuscito attraverso il collettivo, con una rosa che oggi, nei suoi titolari, è meno giovane rispetto a qualche anno fa: tra i giocatori con almeno mille minuti stagionali nelle gambe, appena quattro hanno meno di 23 anni (Maatsen, Nmecha, Adeyemi e Bynoe-Gittens). Il Borussia Dortmund di oggi è frutto soprattutto di un lungo lavoro di crescita e di amalgama, consolidato da ritorni importanti, come il già citato Sancho ma soprattutto Mats Hummels. La maturazione di giocatori come Gregor Kobel, Nico Schlotterbeck, Salih Ozcan, ma soprattutto di Donyell Malen (14 gl stagionali: solo Fullkrug, con 15, sta facendo meglio) e di Julian Brandt, è il vero valore aggiunto di una squadra costruita negli anni per arrivare a riprendersi una finale di Champions undici anni dopo quella persa a Wembley contro il Bayern Monaco.
Lo zampino di Edin Terzic: chi è e come gioca il suo Borussia Dortmund
Quando fu scelto, nel dicembre del 2020, per sostituire Lucien Favre sulla panchina dei gialloneri, Edin Terzic aveva appena 38 anni e nessuna esperienza da allenatore. Era stato il vice di Hannes Wolf nelle giovanili del Dortmund, poi il vice di Slaven Bilic al Besiktas e al West Ham, infine era diventato il vice proprio di Favre. La sua doveva essere una soluzione di ripiego, e infatti nel maggio successivo la dirigenza prese Marco Rose dal Borussia Monchengladbach, spostando Terzic nel ruolo di direttore tecnico. Risultato: Rose non convinse appieno (secondo in Bundesliga, ma fuori ai gironi di Champions e poi anche agli spareggi di Europa League), e nel 2022 Terzic veniva richiamato in panchina. Il suo Borussia non ha mai fatto impazzire, in queste due stagioni, specialmente nella Bundesliga di quest’anno, in cui rischia di chiudere quinto, qualificandosi alla prossima Champions League solo grazie all’aumento da quattro a cinque delle qualificate tedesche alla competizione dell’anno prossimo.
In coppa, però, il 41enne tecnico tedesco di origini croate sta costruendo un piccolo capolavoro. La partita di ieri sera a Parigi ha messo in campo una solida e attenta fase difensiva, che ha fatto pensare a molti all’approccio del Real Madrid nel match di ritorno contro il City, ma il Borussia Dortmund è tutt’altro che una squadra difensivista. Terzic fa giocare i suoi con un 4-2-3-1 in cui si ricercano gli spazi avanzati tra le linee e le corsie esterne, sfruttando la costruzione dal basso per mantenere il possesso ma puntando su un gioco verticale che è ormai un marchio di fabbrica giallonero. La grande partita difensiva contro il PSG mostra come, quest’anno, il Borussia abbia affinato un altro aspetto del suo gioco. I risultati in coppa, fin qui, stanno confermando che la squadra di Terzic non è in finale per caso: il doppio quarto di finale contro l’Atletico Madrid ha visto i tedeschi mantenere un netto vantaggio nel possesso palla, segnando complessivamente cinque gol alla squadra di Simeone, che fino a quel momento ne aveva subiti otto in tutta la competizione e mai più di due in una partita.
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