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Iker Muniain non è certo stato uno dei calciatori più amati e chiacchierati al mondo, ma ha saputo ugualmente affermarsi come un’icona del pallone.

Quasi vent’anni all’Athletic Bilbao, quindici stagioni in prima squadra più due nel filial Bilbao Athletic, tre trofei messi in bacheca, 556 presenze e 75 gol. Una carriera iconica, quella di Iker Muniain, che a 31 anni ha annunciato l’addio alla formazione basca e quasi certamente anche al calcio europeo, che si concretizzerà al termine di questa stagione. La maggior parte dei tifosi di calcio, specialmente tra le giovani generazioni, conosce probabilmente solo in maniera molto superficiale questo giocatore che però può essere ritenuto a tutti gli effetti una leggenda del calcio nel suo paese.

Ha trascorso l’intera carriera con il club di Bilbao, con cui pochi giorni fa ha vinto la Coppa del Re, un trofeo che all’Athletic Club mancava da 30 anni esatti. Un periodo in cui erano però arrivate sei finali nella competizione (di cui quattro con Muniain in rosa), prima di trionfo di questa stagione. Una vittoria che corona una carriera che forse non ha saputo dare al talento di Pamplona quanto inizialmente si sarebbe potuto aspettare dal suo talento. Nei primissimi anni Duemiladieci, le principali riviste di calcio europeo, come ad esempio Don Balon, lo ritenevano uno dei migliori prospetti in terra spagnola. Le sue prime uscite con la maglia dell’Athletic gli era valse il soprannome di “Messi basco”, per l’agilità e il dribbling secco.

Ala mancina dalla tecnica sopraffina, si era messo in mostra a livello internazionale con la Spagna U21, conquistando gli Europei di categoria sia nel 2011 che nel 2013, accanto a giocatori come De Gea, Javi Martinez, Mata, Azpilicueta, Thiago Alcantara, Iñigo Martinez, Koke, Isco, Carvajal e Morata. Iker Muniain non è però riuscito a mantenere le promesse, anche a causa di alcuni gravi infortuni. Nell’aprile 2015 e poi ancora nel settembre 2017, i seri guai fisici prima al ginocchio sinistro e poi al destro compromisero le sue stagioni, complicandone la crescita. Le prestazioni altalenanti del suo club – al quale Muniain ha sempre voluto restare legato, nonostante le offerte arrivate da club più ricchi – hanno contribuito ulteriormente a non consentirgli di affermarsi a livello internazionale. Ma nonostante questo, l’attaccante basco ha condotto una carriera di primissimo piano.

Come Muniain è diventato un’icona dell’Athletic Bilbao

Amore mio, è arrivato il momento di separarci.” Così l’attaccante basco ha commentato la decisione di salutare il club a fine stagione, complice anche un ruolo non più centrale nell’Athletic Bilbao. La sua ostinata decisione di restare negli Zurigorriak tutti questi anni, rifiutando altre offerte, ne hanno fatto un simbolo del tifo basco. Muniain, pur non essendo diventando il campione che molti pronosticavano, ha saputo essere un giocatore prezioso sia a livello tecnico sia, ancor di più, carismatico, diventando uno stimato capitano.

Il suo pregio principale è stato quello, innanzitutto, di aver saputo incarnare lo spirito dell’Athletic, la cosa che il pubblico bilbaino – non più abituato a lottare per vincere i titoli o per stare ai vertici della Liga – oggi valuta di più. Muniain ha incarnato in questi anni il giocatore ideale per un club come questo: un grande talento in buona parte inespresso ma che ha saputo restare fedele alle sue origini, forse anche a svantaggio della propria carriera. Una cosa sempre più rara nel calcio di oggi ma che a Bilbao continua a essere un fattore che, per quanto raro, non è impossibile da trovare. Ecco perché uno come Iker Muniain sarà sempre considerato una leggenda nei Paesi Baschi, a differenza, per esempio, di Fernando Llorente, idolo locale che nel 2013 preferì un ricco contratto con la Juventus piuttosto che rimanere a Bilbao.

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