Lunin sta sorprendendo tutti in questa stagione: partito con poco clamore, è diventato sempre più determinante nel Real Madrid di Ancelotti.
È la squadra di Vinicius, di Bellingham, di Rodrygo, di Valverde, di Kroos, sarà presto quella anche di Mbappé. Ma intanto, silenziosamente ma in maniera sempre più evidente, è anche la squadra di Andriy Lunin. Nessuno se la sarebbe atteso a inizio stagione, ma il 25enne portiere ucraino si è conquistato un posto da titolare. E ieri sera contro il Manchester City le sue parate sono state decisive per portare il Real Madrid fino ai rigori e poi a passare il turno.
Nessuno lo considera o lo ha mai considerato tra i migliori al mondo, eppure le prestazioni che sta avendo in questa stagione sono molto vicine a quel livello. E dire che, nei piani di Ancelotti, sarebbe dovuto essere addirittura la terza scelta tra i pali. Dietro al titolarissimo Courtois, ormai perennemente infortunato, ci sarebbe dovuto essere Kepa Arrizabalaga, ormai ex promessa del calcio spagnolo, arrivato in prestito dal Chelsea a metà agosto. Il 29enne basco cercava il rilancio in Spagna dopo gli anni difficili in Premier League, che gli anno tolto anche il posto in nazionale, e invece è stato superato nelle gerarchie dei Blancos dal più giovane rivale ucraino.
Il Real Madrid ha scoperto Lunin quando aveva appena 19 anni, nel 2018, e giocava allo Zorja Luhansk. Il suo acquisto faceva parte del nuovo progetto del club di Florentino Perez, focalizzato sui giovani, ma l’ambientamento dell’ucraino nella capitale spagnola è stato piuttosto lungo. Tanti prestiti in squadre di secondo piano (Leganes, Real Valladolid, Real Oviedo), ma pochissime presenze in campo. Nel 2020, poi, Zidane decide di tenerlo in squadra come vice di Courtois, ma Lunin continua a non vedere quasi mai il campo. La situazione resta la stessa anche negli anni successivi con Ancelotti, ma nella scorsa stagione i problemi fisici del belga portano il ragazzo di Krasnohrad a giocare più spesso. 12 partite in stagione – il suo record, da quando ha lasciato l’Ucraina – ma non dà mai la sensazione di poter essere un numero 1 affidabile per un club come il Real.
Come Lunin ha convinto Ancelotti
Era partito titolare quest’anno nelle prime due uscite stagionali in Liga, a causa dell’infortunio di Courtois. Poi, con l’arrivo di Kepa, Lunin era tornato ad accomodarsi in panchina. Una situazione che è durata, però, solo fino all’inizio di novembre, quando Ancelotti ha deciso di puntare su di lui. Da necessità a virtù, il portiere ucraino è sembrato sempre più sicuro tra i pali, e al contempo anche il Real ha ripreso a crescere, conquistando la testa della classifica nella Liga.
Lunin si è costruito una fama da specialista dei calci di rigore, confermata ieri sera a Manchester, con la ciliegina sulla torta della parata sul tiro, insolitamente centrale, di Bernardo Silva. Ma dall’inizio dell’anno l’ucraino sta mettendo in luce anche altre qualità, ad esempio nella reattività tra i pali, la sicurezza nelle uscite e anche nella qualià del gioco con i piedi. Le sue prestazioni ora sono una piacevole scoperta per il Real, ma la prossima estate porranno un quesito non da poco: con il contratto in scadenza nel 2025, il club dovrà dargli fiducia e promuoverlo a titolare sicuro, scalzando anche Courtois, oppure tornare a puntare sul belga e monetizzare dalla cessione dell’ucraino? Difficile che, dopo essere divenuto un protagonista in Europa a questo livello, l’estremo difensore est-europeo possa accettare di buon grado di tornare a fare la riserva l’anno prossimo.
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