Skip to main content

Heung-Min Son è di certo una leggenda del Tottenham ma la mancanza di un titolo ne pregiudica lo status di leggenda di Premier League? 

Non si è mai sufficientemente generosi quando si parla di Son, miglior calciatore asiatico di sempre e oggi leggenda vivente di un Tottenham che ha mancato l’occasione per diventare davvero grande. L’istantanea da cui partire è il calcio di rigore trasformato da Salah il primo giugno 2019 a Madrid, rete che ha indirizzato una finale di Champions storica per Tottenham e Liverpool. La vittoria dei Reds ha chiuso il ciclo di Pochettino a Londra mettendo la parola fine sulle speranze degli Spurs di redimere la propria astinenza da Premier League con una vittoria europea fino a quel momento impossibile anche solo da immaginare. 

Da quel momento ogni dinamica riguardo il Tottenham – anche con Mourinho e Conte in panchina – ha sempre ruotato intorno alla maledizione di Harry Kane, all’incapacità societaria di vincere, alla mancanza di storia, e le prestazioni del centravanti coreano sono passate evaporando tra le delusioni, nonostante la scorsa settimana abbia firmato la 400esima presenza con la maglia degli Spurs. Arrivato nell’estate 2015 dal Leverkusen, Son ha vissuto un percorso incredibile in Premier League e in generale con il Tottenham: 401 presenze, 160 gol e 83 assist in nove stagioni, una fascia di capitano ereditata dopo l’addio del centravanti inglese e una costanza di rendimento propria di pochissimi giocatori di questa e di altre generazioni. Per questo il The Athletic si è chiesto se – dopo queste quattrocento presenze – Son può essere indicato come leggenda non solo del Tottenham ma anche della Premier League e la risposta – almeno secondo noi – è articolata quanto affermativa. 

Innanzitutto le statistiche: dal suo arrivo in Inghilterra, solamente Harry Kane e Salah gli sono davanti per numero di gol e assist fatti registrare in Premier League. L’attuale centravanti del Bayern guida la classifica con 189 reti e 40 assist, l’egiziano del Liverpool è a quota 153 reti e 67 assist, e Son rincorre entrambi a quota 118 reti e 60 assist, abbastanza da confermarlo come uno dei più costanti e impattanti giocatori che il campionato inglese abbia conosciuto negli ultimi vent’anni. Per approfondire ancora di più possiamo vedere come – sempre nello stesso periodo – Son sia il secondo per differenza tra ExpectedGoals generati e reti effettivamente segnate (sempre alle spalle di Kane). A fronte di 82.8 xGs in Premier League, Son ha segnato 118 reti, con una differenza di 35.2 punti in questa statistica particolare. Infine, Son guida la classifica dei gol segnati in Premier League con il piede “debole” con quarantasei marcature, davanti all’ex compagno Harry Kane (41) e a Robin Van Persie (39). 

Oltre ai numeri però – che spesso lasciano il tempo che trovano – ciò che impressiona di Son è la qualità delle sue partite. In un calcio dove le prestazioni dell’intera squadra influenzano quelle personali e viceversa, Son riesce ad essere la mosca bianca di un sistema che lo vorrebbe simile agli altri. Nonostante gli alti e i bassi del Tottenham, sia a livello di risultati che di qualità di gioco, il livello delle sue prestazioni non scende praticamente mai, rendendolo uno dei pochi in Europa a garantire un rendimento altissimo in ogni partita. Sia nel Tottenham di Mourinho che in quello di Conte ad esempio, non è mai mancato il suo apporto in termini realizzativi e di creazione di gioco, nonostante non siano arrivati trofei o onorificenze di qualche tipo. 

Son è già una leggenda 

Oggi, a quasi trentadue anni, Son è il migliore nel Tottenham di Ange Postecoglou, vate del calcio greco con passaporto australiano che sta riportando gli Spurs in Champions League grazie a una gestione impeccabile dei fantasmi del club. La cosa che deve rendere manifesta l’importanza del coreano è che non per forza i numeri della stagione devono essere mostruosi per considerarlo tra i migliori della Premier League, perché il suo lavoro per la squadra a livello creativo e fisico oltre che psicologico è sotto gli occhi di qualsiasi osservatore attento dei match degli Spurs

All’alba del prossimo centinaio di partite che porterebbe la quota a cinquecento con la maglia degli Spurs, Heung-Min Son è già una leggenda del campionato inglese, e poco importa se – per adesso – non ha ancora alzato al cielo la coppa incoronata, simbolo di tutto ciò che i tifosi del Tottenham sognano dal lontano 1961. 

Leggi anche: A Barcellona c’è un ambiente tossico