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Sebastian Giovinco ha girato il mondo imponendo il proprio talento ovunque meno che in Italia, e la colpa forse non è tutta sua. 

Fantasista, dalla statura bassa e dal fisico minuto diventato una tar in terra americana grazie al record come miglior realizzatore italiano nella storia della MLS con all’attivo ottantatré goal e cinquantuno assist. Nel suo girovagare ha ottenuto anche un altro record: l’ex numero dieci della nostra nazionale è l’unico calciatore italiano ad aver segnato almeno un gol nelle massime competizioni internazionali di tre continenti diversi (con la Juventus in Europa, con il Toronto in Nord America, con l’Al-Hilal in Asia). 

Ma procediamo con ordine: dopo aver compiuto tutta la trafila nelle giovanili della Juventus – ed aver fatto incetta di premi sia di squadra che individuali – esordisce da professionista con la squadra bianconera il 12 maggio 2007, a vent’anni, nella vittoria casalinga in campionato contro il Bologna, nella stagione che riporterà la Juventus in Serie A dopo i fatti di calciopoli. L’anno successivo viene ceduto in prestito all’Empoli, dove chiude la prima stagione in Serie A con sei gol all’attivo in trentacinque partite e, nonostante la retrocessione a fine stagione dei toscani, si guadagnerà il ritorno alla Juventus.

I primi due anni in bianconero sono costellati però da alti e bassi: fa il suo nuovo esordio  con la maglia bianconera nell’Agosto 2008 nei preliminari di Champions League ed un mese dopo in Serie A contro il Catania. Il 30 Settembre arriva la prima partita da titolare in Europa contro il Bate Borisov, dove mette a referto due assist per le reti di Iaquinta. Anche in campionato i suoi numeri non sono male e chiuderà la sua prima stagione bianconera collezionando ventisette presenze e tre goal all’attivo. Ma se il primo anno sembra partito con il piede giusto, non si può dire lo stesso del secondo, dove – complice la concorrenza del neoacquisto Diego e l’alternanza durante la stagione di ben due allenatori sulla panchina della Juve quali Ferrara e Zaccheroni – anche a causa di diversi infortuni, le sue statistiche calano a diciannove presenze e un goal. Ciò lo porterà a palesare pubblicamente il proprio malcontento, lasciando intendere la volontà di lasciare Torino per poter giocare con maggiore continuità.

I due anni successivi a Parma lo faranno grande, nonostante l’altezza: quel soprannome – la Formica Atomica – si legherà così bene alle sue prestazioni da renderlo un gioiello intoccabile del nostro campionato, troppo forte per non giocare, non abbastanza per sostituire Del Piero alla Juventus però. Nelle due stagioni con gli emiliani collezionerà in totale settanta presenze condite da ventiré goal e diciannove assist (nella seconda stagione 2011-2012 sarà il capocannoniere della squadra con quindici goal), segnando contro la Juventus ben tre goal, con una doppietta memorabile all’epifania del 2011. Un periodo incredibile coronato dalla convocazione e dall’esordio in nazionale maggiore con Cesare Prandelli in panchina in occasione della partita amichevole Germania-Italia (1-1) disputata a Dortmund. La stagione andrà quindi così bene da convincere Prandelli a renderlo parte della spedizione azzurra agli europei di Polonia-Ucraina del 2012, dove l’Italia arriverà seconda.

Con Del Piero costretto ai saluti, le sue ottime prestazioni convincono la Juve a tornare sui propri passi, versando 11 milioni alla società ducale per il riscatto della metà del suo cartellino. Il suo secondo ritorno a casagli darà sicuramente più soddisfazioni del primo, in quanto negli anni alla Juve vincerà due campionati italiani (2013 e 2014) e due Supercoppe italiane (2012 e 2013). La sua avventura inizia esattamente come pronosticato: alla prima di Coppa Italia, contro il Cagliari, segna la sua prima rete stagionale nella competizione, decidendo l’incontro per 1-0 e sancendo il passaggio della Juventus ai quarti di finale. Curiosamente, la rete arriva in data dodici dicembre 2012, è la dodicesima in maglia bianconera, è stata segnata al dodicesimo della ripresa e indossando la maglia numero dodici. Una ridondanza che sembrerebbe costruita ad arte, ma che – dopo aver segnato contro il Milan un gol alla Holly e Benji capace di sfondare la rete – sbatte contro la realtà bianconera e l’arrivo di Massimiliano Allegri. 

Giovinco giramondo  

Diminuito il suo spazio e la sua importanza nella Juventus, Giovinco decide di cambiare completamente la sua carriera e nel gennaio 2015 si accorda con il Toronto FC in vista di un suo prossimo approdo in Nordamerica al termine della stagione in essere. Il contratto con il Toronto prevede uno stipendio totale di sette milioni di dollari, cifra che ne fece, all’epoca, il calciatore più pagato del massimo campionato nordamericano. 

L’impatto di Giovinco con il campionato Americano è devastante: alla prima stagione segna ventidue goal e fornisce sedici assist, divenendo il primo giocatore nella storia della Major League Soccer a vincere sia il titolo di miglior marcatore sia quello di miglior assist-man (oltre a diversi premi individuali come l’MLS Golden Boot). Termina la sua seconda stagione in MLS con ventuno reti e quindici assist in trentaquattro giornate di campionato, diventando l’artefice dell’approdo del Toronto alla finale della MLS Cup, persa contro i Seattle Sounders e poi conquistata l’anno successivo in una rivincita decisa proprio da Sebastian Giovinco. Grazie a questo titolo Toronto diventa la prima squadra MLS a completare il Treble, così come la prima squadra canadese a vincere la MLS Cup. Come se tutto ciò non bastasse, l’anno successivo – l’ultimo per lui in Nordamerica – porterà Toronto per la prima volta nella sua storia alla finale della Champions League americana – partita poi persa in finale – ottenendo il premio di miglior giocatore del torneo ed il primo posto nella classifica marcatori della competizione con un totale di quattro reti. 

Il 30 gennaio 2019 si trasferisce all’Al-Hilal, in Arabia Saudita per 875.000 euro, in due anni e mezzo con il club saudita conquista quattro trofei e colleziona ottantatré presenze segnando sedici reti e fornendo diciannove assist. Anche qui lascia il segno nei libri di storia, in quanto diviene il primo calciatore europeo a segnare in tre Champions League di tre confederazioni diverse, nel suo caso europea, asiatica e nordamericana, eguagliando il record che apparteneva a Diego Alonso e a Ricardo Oliveira.

Quasi a voler chiudere il cerchio della sua carriera sportiva, Giovinco torna in Italia dopo ben sette anni dall’ultima presenza, firmando nel 2022 un contratto di sei mesi con la Sampdoria; tuttavia saranno solo trentasette i minuti giocati in due partite di Serie A, complice un infortunio e il progressivo allontanamento dal gruppo squadra.

Tutto ciò lo porterà ad annunciare sul proprio profilo Instagram il coinvolgimento con la Juventus, come membro della Juventus Academy di Toronto, di fatto dichiarando il proprio ritiro dal calcio giocato all’età di trentacinque anni.

Proprio come cantava Venditti in Amici Mai: “Certi amori fanno giri immensi e poi ritornano…”, e quindi anche per la Formica Atomica arriva il tempo di tornare a casa, come nel più dolce dei lieto fine.

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