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Il Bayer Leverkusen è a un passo dalla conquista dello scudetto in Germania: un titolo costruito sul lungo periodo grazie a investimenti mirati.

Non esiste una ricetta unica per vincere lo scudetto, ma di sicuro uno dei posti a cui guardare se si vuole imparare qualcosa sulla progettazione è Leverkusen, nella Germania occidentale. Un club che non vince un titolo dal 1993, quando sollevò la coppa nazionale, e che in questi anni è passato anche dal clamoroso disastro sportivo del 2002, in cui perse due finali (coppa nazionale e Champions League) e lo scudetto all’ultima giornata. Adesso, 22 anni dopo, ha praticamente vinto il primo campionato della sua storia, interrompendo il dominio del Bayern Monaco, che dura da undici stagioni.

L’uomo copertina è senza dubbio Xabi Alonso, il tecnico basco che ha stravolto gli equilibri del calcio tedesco, che è stato accostato alle panchine di Real Madrid, Liverpool e Bayern negli ultimi mesi solo per poi dire che resterà ancora un anno a Leverkusen. Il Bayer però è molto altro: pianificazione, settore giovanile, acquisti mirati, una precisa scelta tattica da difendere, e anche tanti colpi a vuoto, che sono serviti a cementificare uno dei modelli più interessanti del calcio europeo recente.

Bayer Leverkusen: i giovani sono il segreto del successo

I segreti del successo del Bayer Leverkusen
Granit Xhaka sta dominando la Bundesliga. (Fonte: Image Photo Agency)

Alonso è arrivato al Bayer Leverkusen solo nell’ottobre del 2022, quando buona parte della rosa che sta portando allo scudetto era già a sua disposizione. Dei 18 giocatori fondamentali della squadra – quelli con almeno 1.000 minuti giocati in stagione – 11 erano già in rosa. Non va però sottovalutato il fatto che specialmente la scorsa estate la dirigenza ha investito molto per alzare il livello della squadra. Sono stati spesi oltre 80 milioni per assicurarsi giocatori come Victor Boniface (23 anni, 25 partite e 16 gol stagionali), Jonaf Hofmann, Nathan Tella, Granit Xhaka (che sta avendo percentuali di efficacia nei passaggi impressionanti) e Alex Grimaldo (preso a zero dal Benfica, e oggi uno dei terzini sinistri migliori al mondo).

Il Bayer ha sempre saputo “comprare bene”, però. Nell’ultimo decennio, qui sono state lanciate le carriere di Sonh Heung-min, Arkadiusz Milik, Emre Can, Dani Carvajal, Hakan Calhanoglu, Bernd Leno, Julian Brandt, Leon Bailey e Moussa Diaby. A questo si aggiunge un settore giovanile che ha spesso saputo sfornare campioni di primissimo livello, da un validissimo difensore come Benjamin Henrichs a un centrocampista poliedrico come Kai Havertz, fino ovviamente a Florian Wirz, che a soli 20 anni è oggi il migliore prospetto del calcio tedesco.

Come detto, gli errori non sono mancati, com’è legittimo quando si sceglie di puntare sui giovani, sia in campo che in panchina. È successo con Stafylidis e Drmic, per esempio, ma anche con tecnici come Peter Bosz e Gerardo Seoane. Eppure ogni passo è servito a crescere e ad aggiustare la rotta della società. Un percorso caratterizzato dal coraggio di scommettere anche su allenatori inesperti: Xabi Alonso arrivava dal settore giovanile della Real Sociedad, per esempio. Ma la scelta di uomini di esperienza in ruoli strategici è stato un altro fattore vincente del club Leverkusen: Hradecky tra i pali, Grimaldo sulla corsia mancina, Xhaka in regia, ma anche, in misura minore, la punta Borja Iglesias, arrivato a gennaio dal Betis per aggungere alternative all’attacco.