Chi è Damien Comolli, il dirigente accostato al Milan? Enfant prodige, pupillo di Wenger, pioniere dell’analisi dei dati e scout di culto. I rossoneri possono significare il suo ritorno ai vertici.
La maggior parte dei tifosi non conoscono il suo nome, ma Damien Comolli è una figura di culto per tutti i nerd del pallone, e non stupisce che il Milan oggi pensi a lui per rinforzare la sua dirigenza. Anche perché per RedBird è una scelta quasi logica, dato che il 52enne francese è il direttore sportivo del Toulouse, l’altro club controllato dall’azienda di Gerry Cardinale.
Il proprietario dei rossoneri aveva promesso dei cambiamenti dopo l’addio di Paolo Maldini, e finalmente qualcosa si sta vedendo, dopo gli ingressi in società di Ibrahimovic e di Jovan Kirovski. Si era parlato, un anno fa, anche di un Milan in formato “Moneyball”, pensando al celebre film sportivo con Brad Pitt, ma parlare di Billy Beane è più una suggestione superficiale: il vero Billy Beane del calcio è sempre stato Damien Comolli, prima ancora che Beane stesso ottenesse la fama nel baseball.
Prima ancora che lo statunitense venisse promosso a general manager degli Oakland Athletics, Comolli entrava a soli 25 anni a lavorare all’Arsenal sotto la guida di Arsene Wenger, che lo aveva conosciuto come tecnico dell’Under-16 del Monaco. Comolli era stato assunto come osservatore dei Gunners, ma in realtà il suo incarico prevede un rivoluzionario approccio che mescolava analisi di dati e osservazioni dirette per valutare i giocatori migliori da acquistare. Accanto a Wenger, lo scout francese fu uno dei responsabili dell’epoca d’oro dell’Arsenal, portando a Londra giocatori come Kolo Touré, Emmanuel Eboué e gael Clichy, tre giocatori pescati a sorpresa tra Costa d’Avorio, Belgio e la terza divisione francese.
Nel 2004 Comolli lasciò l’Arsenal per diventare direttore sportivo del Saint-Etienne, e dopo un anno passò al Tottenham con la stessa carica, concludendo vari acquisti importanti, tra cui quello di Luka Modric. Nel 2008 tornò al Saint-Etienne, e due anni dopo firmò col Liverpool. Ai Reds aveva il compito di riportare finalmente il club a vincere il campionato, e invece quell’esperienza fu quella che mise seriamente a rischio la sua carriera.
Ascesa, declino e rinascita di Damien Comolli
Se oggi nessuno lo considera tra i più importanti dirigenti del calcio mondiale è principalmente perché le sue quasi due stagioni al Liverpool sono state un disastro. Comolli importò il suo sistema di scouting ai Reds ma investì gran parte del budget in acquisti estremamente deludenti, su tutti il centravanti Andy Carroll. Dopo il licenziamento dal club inglese rimase appiedato per sei stagioni, prima di tornare al lavoro solo ne 2018 al Fenerbahçe.
Il manager francese non è una persona con cui è semplice trattare, e ovunque è stato ha avuto scontri con il resto dei vertici dirigenziali. ma con RedBird sembra trovarsi bene. Dall’estate del 2020 dirige quasi da plenipotenziario il Toulouse, che ha riportato in Ligue 1 e alla conquista della Coppa di Francia (il primo trofeo della storia del club). Nel frattempo, qualcuno ha iniziato a ricredersi sulla sue esperienza al Liverpool, perché se Carroll è stato un flop clamoroso, Luis Suarez ha invece ampiamente ripagato l’investimento fatto dai Reds, e lo stesso vale per un allora giovanissimo Jordan Henderson, divenuto poi una colonna della squadra. E adesso, Comolli potrebbe avere la nuova grande chance della sua vita per affermarsi ai vertici del calcio europeo.
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