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Ruben Loftus-Cheek insegue l’Europeo grazie ad una stagione enorme con la maglia rossonera

É il The Athletic a sollevare la questione oltremanica, dove diverse testate non si spiegano perché Gareth Southgate non consideri il centrocampista del Milan come prima alternativa a Jude Bellingham nel 4-2-3-1 della sua nazionale. La squadra è imbottita di talento, ma la stagione di Loftus-Cheek è talmente degna di nota che la mancata convocazione per le gare contro Brasile e Belgio appena terminate lascia davvero stupefatti. Non sono bastati i dieci gol (erano nove al momento delle convocazioni) e i due assist nelle trentacinque partite con il Milan per convincere Southgate che il nuovo numero otto rossonero sia più che un centrocampista box-to-box, ruolo in cui la nazionale è più che coperta. Pioli in estate ha sottolineato come non si aspettasse un Loftus-Cheek così dominante in area di rigore, né che la sua propensione offensiva fosse così accentuata; viene quindi logico pensare che fino a questo momento – fatta eccezione per Sarri nella stagione dell’Europa League con il Chelsea – un po’ tutti si siano sbagliati sul ruolo del centrocampista, oggi al centro della manovra offensiva rossonera. 

Erano cinque anni che Loftus-Cheek non segnava così tanto: l’ultima volta fu nella stagione 2018/19, con Sarri in panchina, quando furono dieci le reti segnate in quaranta partite con cinque assist a completare il tabellino di fine anno. Numeri che vennero rallentati negli anni seguenti dalla lacerazione al tendine d’Achille – che gli impedì di giocare la finale di Europa League contro l’Arsenal – e dalle continue incomprensioni di ruolo e posizionamento, che ne hanno fortemente limitato anche la presenza in nazionale. Oggi il nuovo ruolo di collante fra centrocampo e attacco è cucito perfettamente addosso al numero otto rossonero: Pioli gli ha offerto l’area di rigore da riempire a prescindere, perché Giroud è libero di svariare e le ali impostano la loro partita sugli uno-contro-uno sulle linee laterali. Per questo Loftus-Cheek arriva a riempire un vuoto lasciato dal Frank Kessié dello scudetto, quello che nel 2020/21 segnò quattordici gol e impose la propria presenza sulla trequarti avversaria come paradigmatica per il gioco arrembante del Milan di Pioli. 

Se però i numeri di Frank Kessié sembrano più alti di quelli di Loftus-Cheek, bisogna attentamente pesarne la provenienza. Oggi il centrocampista inglese è a quota dieci reti stagionali, sei delle quali segnate in Serie A; ognuna di queste è arrivata su sviluppo di un’azione del Milan, avvalorando la tesi di come il suo peso specifico nell’idea di gioco del tecnico rossonero sia davvero importante. Il classico spettacolo in scena a San Siro da inizio stagione è il rimorchio a livello del dischetto del rigore su assist che proviene da una delle due fasce in cui Pulisic e Leao hanno seminato il panico prima di appoggiare la palla all’indietro. Quindi dieci reti, tutte su azione, cosa di cui non può vantarsi il Frank Kessié dello scudetto, che di reti ne segnò quattordici, ma ben dodici arrivarono su rigore. 

Loftus-Cheek e le vittorie di Pioli  

Esattamente come Christian Pulisic, il miglioramento esponenziale che sta vivendo Loftus-Cheek è dovuto non solo alla ritrovata fiducia nelle proprie capacità, ma anche ad un metodo di gioco che ne esalta qualità e tempi di inserimento. In questa stagione per il Milan così altalenante, se qualcosa per cui complimentarsi con Pioli è proprio l’inserimento e la gestione dei nuovi innesti, da Reijnders fino a Pulisic passando proprio per il centrocampista inglese, oggi tutti decisivi nel Milan che insegue l’Europa League. 

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