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La rinascita di Aubameyang è realtà concreta in un Marsiglia che Gasset ha costruito a sua immagine e somiglianza

Dopo la bruttissima esperienza al Chelsea sembrava che la carriera di Pierre-Emerick Aubameyang avreste ormai imboccato una strada ben precisa verso il declino lento ma inesorabile. Le scelte di Potter, il mancato riscatto del Barcellona e il trasferimento estivo a Marsiglia sembravano aver chiuso definitivamente le porte alle grandi notti europee del centravanti ex Borussia Dortmund, ma tanto quanto a Londra i blues stanno faticando, tanto bene sta facendo Aubameyang in un Marsiglia con bisogno cronico di un leader. 

Al suo arrivo Gasset ha dichiarato che il gabonese è “the player”, o meglio il giocatore che ogni squadra ha e intorno al quale ogni cosa può essere costruita. Il tecnico ha sottolineato come sia fondamentale far giocare questo tipo di giocatori nel ruolo in cui amano giocare e nel modo in cui possono rendere di più, perché solamente così – a prescindere dalla carta di identità – sfruttano le proprie qualità per aiutare la squadra a vincere. Il binomio tra i due ha quindi portato alla rinascita del Marsiglia dopo le disavventure del mese di gennaio: in otto gare giocate, la squadra allora allenata da Gennaro Gattuso mise insieme tre sconfitte, quattro pareggi e un’eliminazione dalla Coppa di Francia per mano del Rennes ai calci di rigore. Un vero e proprio tonfo di diversi metri in classifica e nelle ambizioni stagionali, costato il posto a Gattuso e diverse critiche al centravanti ex Barcellona. L’arrivo di Gasset ha quindi restituito convinzione e tranquillità ad un ambiente che da tutta la stagione vive di prestazioni altalenanti e risultati mediocri. Dall’insediamento dell’ex tecnico della Costa d’Avorio il Marsiglia ha giocato sette partite, tre in Europa League e quattro in campionato vincendone cinque (due in Europa, tre in Francia) e perdendo le ultime due contro Villarreal – ininfluente ai fini del passaggio del turno – e nuovamente contro il Rennes, vera e propria rivale anche per il posizionamento finale in classifica. 

Tralasciando quindi il destino futuro del tecnico e della squadra, possiamo analizzare la stagione stellare di Aubameyang: il centravanti ha segnato fino a questo momento ventitré reti in trentanove partite, aggiungendo al computo anche nove assist in tutte le competizioni. Uno score invidiabile e sufficiente a posizionarlo al quarto posto della classifica marcatori in Ligue 1 (appena dietro a Lacazette, suo ex compagno all’Arsenal) e al secondo per assist serviti (sette, con Dembelé a quota otto) nonostante i trentaquattro anni di età e i diversi rifiuti ricevuti nelle ultime due stagioni. Due i periodi di forma migliori: dal 30 novembre al 10 dicembre, in cui Aubameyang ha segnato sette gol in quattro gare tra Europa League e campionato, e dal 15 febbraio al 10 marzo – esattamente il periodo preso in esame per l’arrivo di Gasset. In questo lasso di tempo ha giocato sette gare, segnando in otto di queste un totale di nove reti. La sua leadership tecnica non è quindi mai stata in dubbio, in un Marsiglia che dopo l’addio di Alexis Sanchez aveva bisogno disperato di un leader simile. 

Aubameyang e Gasset: destini incrociati 

La storia potrebbe anche concludersi qui, se non fosse che Aubameyang e Gasset hanno un destino che condividono negli ultimi mesi e la rivincita che si stanno prendendo a Marsiglia è la migliore delle risposte a coloro che ne avevano decretato la fine anticipata della carriera. Se riguardo al centravanti abbiamo già citato le magagne con Chelsea e Barcellona che ne avevano messo in dubbio professionalità e stato di forma, qualcosa dobbiamo sicuramente dire anche del tecnico. 

Allenatore storico della Ligue 1, Gasset ha diretto in carriera squadre come Girondins de Bordeaux, AS Saint-Etienne, Montpellier HSC e PSG, vincendo quattro Ligue 1, due coppe di Francia e quattro coppe di lega, oltre ad aver fatto parte dello staff della federazione francese e allenato la Costa d’Avorio. É quest’ultima avventura lo avvicina ad Aubameyang: come il suo numero dieci, Gasset è stato rifiutato dalla propria squadra, che dopo i gironi di Coppa d’Africa ha deciso di esonerarlo. Uno smacco reso ancor peggiore dalla vittoria finale dei padroni di casa ai danni della Nigeria. 

Un destino di rifiuto accomuna il centravanti e il suo tecnico, entrambi al tramonto delle proprie carriere ma ancora in grado di rendere Marsiglia un posto migliore quando si parla di giocare al Velodrome. 

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