Il Venezuela affronta l’Italia in amichevole questa sera, ma è una delle squadre rivelazione del momento in Sudamerica, che punta al Mondiale.
Per la prima volta in assoluto, l’Italia affronta il Venezuela: accade questa sera alle 22.00 ora italiana, nella cornice del DRV PNK Stadium di Fort Lauderdale, in Florida. Un’amichevole che sembra avere ben poco da dire per gli Azzurri, contro quella che è tradizionalmente considerata la meno prestigiosa tra le selezioni sudamericane. Infatti, il Venezuela è l’unica delle dieci federazioni aderenti alla CONMEBOL a non aver mai preso parte ai Mondiali, e assieme all’Ecuador l’unica non aver nemmeno mai vinto la Copa America, torneo dove non è mai andata oltre il quarto posto del 2011.
Eppure, le cose sembrano sul punto di cambiare, in questo momento. La Vinotinto (così chiamata dal colore delle maglie, che ricorda quello del vino rosso) si trova infatti incredibilmente al quarto posto nella classifica sudamericana delle qualificazioni ai Mondiali del 2026. Si sono giocate appena 6 partite su 18, ma le prospettive sono molto buone, dato che andranno in Nord America le prime sei più la settima allo spareggio inter-zona. E il Venezuela è stato fin qui in grado di pareggiare 1-1 in Brasile il 13 ottobre scorso e, pochi giorni dopo, travolgere il Cile in casa per 3-0.
Merito soprattutto di Fernando Batista, il 53enne allenatore argentino, fratello del più noto Sergio (ct dell’Albiceleste tra il 2010 e il 2011) arrivato sulla panchina venezuelana nel marzo 2023. Da allora, ha perso una sola partita su nove disputate, lo scorso settembre in Colombia per 1-0, e sta riuscendo a ottenere buone prestazioni anche in termini di gioco. Finora ha cambiato spesso modulo, oscillando tra il 4-4-2, il 4-3-3 e il 4-2-3-1, ma ciò che sta caratterizzando la sua gestione è soprattutto l’essere riuscito a creare un gruppo solido, anche in assenza di grandi campioni.
Il Venezuela non è mai stato, infatti, una fucina di talenti, e nella storia pochissimi giocatori locali sono arrivati a essere protagonisti in Europa. Il più noto è senza dubbio Juan Arango, brillante centrocampista e leggenda del calcio venezuelano: tra il 2004 e il 2014 fece molto bene in Europa vestendo le maglie del Maiorca e del Borussia Monchengladbach. Dopo di lui, la Vinotinto non ha più avuto grandi nomi di fama internazionale, a parte l’esperto centravanti Miku, molto noto in Spagna, che però oggi ha 38 anni e non gioca più in nazionale dal 2015.
Le stelle del Venezuela e le vecchie conoscenze dell’Italia
Oggi il giocatore più importante del Venezuela è senza dubbio Solomon Rondon, robusto centravanti di 34 anni che milita nel Pachuca, ma ha alle spalle un ottima carriera trascorsa tra Spagna, Russia e Inghilterra. Va parte della “vecchia guardia” della Vinotinto, assieme al capitano Tomas Rincon, mediano 36enne del Santos ma con un passato in Serie: Genoa, Juventus, Torino e Sampdoria sono stati i suoi club in Italia.
Tra gli “italiani” del Venezuela troviamo anche Yordan Osorio, 29enne difensore del Parma, e Darwin Machis, brillante ala del Cadiz con un breve passaggio all’Udinese. Possiamo aggiungere alla lista due ragazzi che non hanno mai giocato nel nostro paese, ma possiedono un passaporto italiano: Nahuel Ferraresi, 25enne difensore centrale del San Paolo, cresciuto nelle giovanili del Manchester City; e Jefferson Savarino, 27enne ala del Botafogo.
Pochi altri giocatori sono passati da campionati importanti europei (Jhon Murillo e Jhonder Cadiz in Portogallo), ma tra i leader tecnici del Venezuela va sicuramente citato il 29enne José Martinez, regista del Philadelphia nella MLS. Un nome da tenere d’occhio è Cristian Casseres Jr., 24enne mezzala cresciuta al New York Red Bulls e da quest’anno in Francia nel Tolosa (club di proprietà di RedBird), con cui sta facendo molto bene nella Ligue 1.
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