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La MLS e la Apple hanno stretto un accordo diversi mesi fa per una partnership lunga dieci anni, ed è normale che ogni investitore voglia proteggere il proprio investimento.

Quando Lionel Messi firmò per l’Inter Miami tutta la MLS balzò in cima agli interessi del mondo del calcio, rendendo per diversi mesi la maglia rosa della squadra di David Beckham la più famosa del globo. Nel giro di un anno infatti, gli store di tutto il mondo si sono riempiti di magliette rosa fenicottero, l’Adidas ha scelto di cambiare la line-up delle divise aggiornandola per una diffusione capillare e le partite della squadra della Florida sono diventate un vero e proprio evento sportivo a cui moltissime celebrità hanno iniziato ad assistere. 

Un cambiamento in grande stile, accompagnato da un accordo che la MLS ha stretto con Apple nell’estate del 2022. Con la prospettiva di migliorare il campionato statunitense in ottica Mondiali 2026, Apple ha avviato una partnership tra la sua sezione AppleTv e la Major League Soccer americana per la quale all’MLS vengono garantiti 250 milioni di euro all’anno (per dieci anni) come base di accordo commerciale, facendo sì che il colosso di Cupertino abbia l’esclusiva diffusione delle partite in materia di streaming. L’accordo – del quale si è parlato approfonditamente – prevede che le emittenti televisive locali, da sempre partner dei club e collante tra tifosi e società, perdano la possibilità di trasmettere le partite, lasciando a reti nazionali come la Fox solamente alcune partite e nemmeno in esclusiva. Viene automatico comprendere come una tale svolta – che taglia fuori le radio, molto importanti nello sport americano – sia per Apple e per la MLS un’occasione incredibile per rendere il prodotto sportivo e televisivo appetibile e quindi commercializzabile.

Prima dell’accordo tra le due realtà americane, i problemi dell’MLS erano molteplici: non vi erano orari predefiniti in cui giocare- e quindi trasmettere – le partite, la qualità del video era sempre molto scadente, nessuna pre produzione, approfondimento o lancio veniva fatto da società come Espn e Fox lasciando che le partite venissero messe in onda a pochi istanti dal calcio di inizio. Una serie di lacune importanti che rendevano il prodotto MLS impossibile da vendere al pubblico europeo, abituato ad una programmazione ben definita e ad una qualità – prima di tutto in materia di vendita del prodotto – ben più alta. Mancava insomma quanto da sempre viene fatto per la NBA o per la NFL, e a cui in Europa siamo abituati con tutti i cosiddetti “studi pre o post partita”. L’arrivo di Apple cambia proprio in questo senso le carte in tavola, con il contratto che prevede la MLS in qualità di produttore delle proprie partite e la Apple dedita alla vendita in termini globali del prodotto. In questo modo la speranza di Apple è quella di moltiplicare le entrate diffondendo il prodotto MLS in giro per il mondo, sfruttando l’arrivo di superstar come Leo Messi e Luis Suarez e utilizzando il proprio marchio come garanzia. Ecco che però, il conflitto di interessi è dietro l’angolo. 

Quando un investitore decide di dedicarsi ad un nuovo progetto ha tutte le intenzioni di preservarlo da qualsivoglia problematica possa mettersi fra la sua realizzazione e i guadagni previsti. Quando Apple ha investito sulla MLS ha investito su un prodotto attualmente non tra i primi della lista in America, ma la cui rampa di lancio è ben oleata grazie ad un rinnovato interesse in vista della Coppa del Mondo 2026. Facendolo, Apple ha puntato molte fiches sulla riuscita del suo progetto e per questo non ha intenzione di accettare intralci di qualche tipo. 

MLS e la questione arbitri

Da qualche settimana infatti, la Professional Referee Organization (PRO) di proprietà dell’MLS e dedita alla gestione all’arbitraggio della maggior parte delle partite professionistiche negli Stati Uniti, è in disputa con la Professional Soccer Referees Association (PSRA) per un nuovo contratto collettivo che adegui la situazione degli arbitri nella Major League Soccer. Questo accordo ancora non è stato trovato, obbligando la PRO a trovare degli arbitri sostituitivi per le partite del campionato; una tale situazione ha quindi sconvolto gli equilibri in MLS, tenendo conto che questi arbitri sostitutivi spesso avevano arbitrato solo a livello giovanile – o in categorie inferiori. Ha fatto ad esempio scalpore il caso della gara tra Inter Miami e Orlando City, per la quale la PRO ha sostituito l’arbitro a poche ore dall’inizio del match perché la nomina era stata accompagnata da diverse foto del direttore di gara con la maglia dei Miami, scattate in inverno. 

Un tale situazione ha quindi complicato l’inizio di stagione e indispettito non poco i vertici di Apple incaricati dell’andamento positivo del prodotto MLS. Tanto da arrivare ad emettere una nota ufficiale in cui si raccomandava ai cronisti di non citare la situazione dello sciopero degli arbitri durante le telecronache, ma di farlo solamente durante il pre-match, per poi passare oltre. Le parole del comunicato riportato dal The Athletic sono le seguenti: “I tifosi si sintonizzano per guardare e ascoltare la partita. Non sono concentrati sugli ufficiali di gara, quindi non crediamo sia necessario insistere su questo punto durante la partita.”

La difesa del prodotto MLS da parte di Apple non si è però fermata qui: in poco tempo diverse situazioni collaterali sono emerse grazie ad un approfondimento del The Guardian, il quale riporta come i giornalisti cooptati da AppleTv abbiano adottato un modus operandi aziendalista dedito alla promozione indiscriminata del prodotto che Apple deve e vuole vendere in più parti del mondo possibile. 

L’accordo prevede che Apple sia l’unico player mondiale per lo streaming della MLS, obbligando chiunque vi graviti intorno a raccontare ciò che serve a rendere il prodotto migliore, più appetibile, meglio commercializzabile. Un business in cui Apple ha deciso di entrare con decisione, indicando la via attraverso una rigida policy aziendale.  

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