Con una doppietta segnata in quattro minuti, Patrick Schick ha salvato il record di imbattibilità del Bayer Leverkusen.
Se Xabi Alonso può mantenere la propria striscia di imbattibilità e approdare ai quarti di Europa League con non poche sofferenze lo deve quasi in toto a Patrick Schick. Nella doppia sfida con il Qarabag infatti, il centravanti ha segnato tre dei cinque gol della squadra tedesca, tutti nei minuti oltre il novantesimo, regalando prima il pareggio in Azerbaigian e poi la vittoria alla BayArena. Un nuovo exploit che non deve trarre in inganno: da quando è arrivato in Germania Schick non ha avuto pause di rendimento, ma solo diversi problemi fisici che ne hanno limitato la continuità; per questo la Bundesliga può essere considerato l’habitat perfetto perché il suo talento finalmente trovi consacrazione.
Da ex stella cometa della Sampdoria, Patrick Schick ha vissuto diverse stagioni complicate tra infortuni, problemi cardiaci che ne hanno bloccato un trasferimento e il flop pesantissimo a Roma. Una serie di disavventure che ne cancellarono il talento nella memoria collettiva, e il cui esilio in Germania – al Lipsia in prestito – non sembrò altro che la conclusione di una parabola mai davvero decollata. In realtà Schick era semplicemente molto giovane e l’Italia – paese in cui non si aspetta mai nessuno – non era adatta alle sue caratteristiche e al suo momento personale. Le pressioni inferiori a cui venne sottoposto al suo arrivo a Lipsia fecero una grandissima differenza nel suo rendimento, facendogli segnare dieci gol nelle ventotto partite giocate. Il ritorno a Roma con conseguente nuovo trasferimento a Leverkusen ha dato quindi il via alla rinascita vera e propria, fatta di sessantasette presenze e trentasette gol nelle due stagioni post pandemia, di cui ventiquattro reti solamente nell’ultima stagione prima dell’arrivo di Xabi Alonso. Sembrava – a quel punto – che il suo talento fosse esploso definitivamente e che tutti i problemi fossero alle spalle: la carta di identità recitava ventisei anni, l’esperienza e le ossa erano ormai costituite e la dimensione meno opprimente del Leverkusen giovava al suo talento.
La stagione successiva, quella terminata con l’arrivo di Xabi Alonso e la qualificazione in Europa League per il Bayer si rivelò l’ennesimo calvario, rispedendo Schick in quella spirale di dubbi in cui il suo talento è da sempre stata avvolta. L’infortunio agli adduttori lo costrinse a rimandare il rientro all’anno nuovo, vedendolo tornare in campo solo a novembre 2023. Nonostante questo lungo stop e la naturale posizione di comprimario in un Leverkusen sempre più forte, Schick non è mai più tornato a “bucare” le partite e a non far sentire il proprio peso all’interno delle gare giocate. Tant’è che nel dicembre scorso, dopo mesi di assenza, entra undici minuti contro il Borussia Dortmund e fornisce l’assist per l’1-1 finale a Boniface.
Da quel momento in poi, il suo dentro e fuori dal campo è dipeso dalle necessità della squadra e non più dai suoi problemi fisici, rendendolo parte integrante della rosa con cui Xabi Alonso sta facendo innamorare l’Europa intera.
Schick: niente più dubbi
Nella stagione attuale Schick è a quota nove gol e un assist in diciannove partite giocate, con cinque reti segnate nelle ultime quattro gare di Europa League, tutte decisive o per il primo posto nel girone o per la qualificazione al turno successivo. La doppia sfida al Qarabag – ripetizione delle gare dei gironi – è il punto più alto del suo ritorno in campo, non tanto per le reti segnate, ma per la dimostrazione di quanto sia coinvolto nel Leverkusen.
I dubbi che da sempre lo hanno avvolto possono svanire guardando il gol con il quale regala la vittoria al Leverkusen: Palacios gestisce palla sulla trequarti mancina avversaria mentre gran parte dei suoi compagni si riversa in area di rigore. Schick, come ultimo uomo pronto a gettarsi sul secondo palo, chiama il pallone e inizia la corsa verso la zolla dalla quale avrebbe potuto battere il portiere avversario indicando al compagno l’esatto movimento che avrebbe fatto. La palla di Palacios a quel punto fa il resto e il colpo di testa di Schick finisce in rete nell’esplosione generale del pubblico. Per chiunque mastichi di tattica offensiva, il movimento del centravanti ceco è evidentemente codificato, costruito, interiorizzato da tutta la squadra, altrimenti difficilmente riesce con una simile naturalezza. Vincere un match in rimonta grazie a una simile situazione rende perfettamente l’idea di come Schick sia coinvolto in una squadra dal simile potenziale, e che quindi – dopo tanti problemi – finalmente abbia trovato la sua dimensione.
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