Milan, perquisizioni in sede e dirigenti indagati: al centro la discussa cessione da Elliott a RedBird. Cosa è successo davvero ai rossoneri?
Nel pomeriggio di ieri, martedì 12 marzo, la Guardia di Finanza ha effettuato una perquisizione nella sede del Milan, al termine della quale è stato comunicato che Giorgio Furlani, attuale presidente del club, e il suo predecessore Ivan Gazidis sono sotto indagine. Poco dopo, lo stesso club ha diffuso un comunicato in cui ha confermato le notizie inizialmente trapelate, pur precisando che la società “risulta terza ed estranea al procedimento in corso che attiene all’acquisizione della stessa”. In poche parole, il Milan in quanto società non è direttamente coinvolto, e per quanto è dato sapere oggi non c’è rischio di possibili sanzioni amministrative o sportive (vale a dire penalizzazioni in classifica) nei confronti della squadra.
La situazione resta però molto seria, visto che sono direttamente coinvolti i vertici societari della gestione attuale e di quella precedente, ovvero di RedBird e di Elliott. Il Milan ha confermato anche le ipotesi di reato formulate attualmente contro Furlani e Gazidis: si tratta di “non corrette comunicazioni alla competente autorità di vigilanza”. Tuttavia, come precisa Sportmediaset.it, tra le accuse ci sarebbe anche quella di “ostacolo all’autorità di vigilanza della Federcalcio sui requisiti di legge delle società padrone di squadre di calcio”. Tra gli indagati da parte della Procura di Milano, poi, ci sarebbero anche due soggetti di cittadinanza lussemburghese, su cui attualmente non ci sono maggiori informazioni.
L’indagine riguarda il passaggio di proprietà del Milan, dal fondo statunitense Elliott Management Corporation alla società, anch’essa statunitense, RedBird Capital Partners, controllata da Gerry Cardinale. Elliott aveva acquistato il Milan in una situazione societaria molto complicata, subentrando all’imprenditore cinese Yonghong Li nel luglio 2018. Li aveva rilevato il club da Silvio Berlusconi nell’aprile 2017, ma presto quest’ultimo aveva dimostrato di avere problemi di liquidità, e non era in grado di completare l’acquisto della società. Elliott aveva dato stabilità al Milan, riportandolo a vincere lo scudetto nel 2022, dopo aver sistemato i conti societari. Il 31 agosto di quell’anno, RedBird – già proprietario del Toulouse, in Francia – aveva acquistato il Milan da Elliott dopo una lunga trattativa, pagandolo 1,2 miliardi di euro.
Cosa c’è che non torna nella cessione del Milan a RedBird
La trattativa tra Elliott e RedBird aveva fatto molto parlare, nell’estate di due anni fa, soprattutto per le difficoltà incontrate dalla comagnia di Gerry Cardinale nel recuperare i fondi necessari al closing (cioè alla finalizzazione dell’acquisto). Secondo i pm milanesi Giovanni Polizzi e Giovanna Cavalleri, ci sarebbero invece “fondati dubbi” sulla chiusura di questa trattativa: l’ipotesi accusatoria è che, in realtà, il Milan sia ancora effettivamente controllato da Elliott e dal suo CEO Paul Singer. La Procura sostiene che la maggior parte del capitale utilizzato da RedBird per acquistare il Milan non sia arrivato dalla società di Cardinale, come viene riportato nel decreto di perquisizione. In poche parole, RedBird avrebbe acquistato il Milan con soldi non suoi, o non l’avrebbe acquistato proprio, lasciando a Elliott il controllo effettivo della società. La Repubblica spiega che al comando della società acquirente del Milan non risulterebbe RedBird, ma una società chiamata Rb Fc Holding Genepar Llc, che ha sede nel Delaware (un paradiso fiscale degli Stati Uniti) allo stesso indirizzo di due società che controllano Redblack (un veicolo finanziario di Elliott). Redblack è la società con sede in Lussemburgo che, nell’aprile 2023, aveva ricevuto una prima perquisizione da parte della Procura di Milano.
L’ipotesi dei pm è basata su alcuni documenti in possesso della Procura: una parte provengono dalla SEC, l’autorità di controllo della Borsa statunitense, altri da perquisizioni effettuate un anno fa in Lussemburgo, e altri ancora da un documento prodotto di recente proprio dal Milan per presentare il club a potenziali investitori arabi. Quest’ultimo documento è piuttosto importante: si chiama ‘AC Milan Investor Presentation’ ed è stato presentato ad alcuni possibili investitori lo scorso 19 dicembre. Nel decreto di perquisizione, secondo quanto scrive l’Ansa, si dice che il documento attesterebbe che Elliott possiede ancora una parte delle quote del Milan.
Cosa rischia il Milan a livello sportivo
Il Milan ha subito chiarito in un comunicato che la società è estranea ai fatti: se, quindi, ci sono delle responsabilità, esse sarebbero direttamente dei soggetti coinvolti, e al massimo delle società Elliott e RedBird. Questo è ovviamente un elemento che dovrà essere valutato nel corso delle indagini e, poi, del processo. Come spiega però il Corriere della Sera, se le accuse della Procura di Milano dovessero essere provate, il club rossonero avrebbe aggirato le norme sulle comunicazioni obbligatorie alla FIGC e anche l’articolo 5 del regolamento UEFA. Quest’ultima regola vieta che chi controlla una squadra possa avere influenza anche su altri club iscritti alle stesse competizioni: sarebbe il caso di Elliott, che continua a controllare il Milan, oltre ai francesi del Lille.
Va però detto che questa regola è largamente inapplicata, come dimostrano casi come quello della Red Bull (con Lipsia e Salisburgo che hanno già giocato contemporaneamente in Champions League, e si sono già pure affrontate in Europa League nel 2018), ma anche dello stesso Milan. La situazione tra rossoneri e Lille si era presentata già in Europa League nel 2020, quando il controllo di Elliott su entrambi i club era indiscutibile, eppure si verificò un incrocio diretto tra le due squadre senza nessuna conseguenza legale.