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Zizou Zidane è lontano dai riflettori del grande calcio ormai da diverso tempo ma il tempo per un suo ritorno in panchina potrebbe non essere lontano

In una lunga intervista concessa a GQ lo scorso luglio Zidane ha raccontato il periodo di pausa che sta vivendo dall’estate 2021, il suo legame con la famiglia e gli amici, la bellezza del tempo libero ma soprattutto ha parlato di come l’adrenalina della vittoria non ti abbandoni mai. É chiaro – dice il francese – che quando sei un giocatore (o allenatore) di alto livello, l’adrenalina derivata da una vittoria non ti basti mai rimanendo con te giorno dopo giorno. Non importa quanto si abbia vinto, il desiderio di rifarlo è troppo forte per non assecondarlo. E questo desiderio allora è alla base del continuo miglioramento richiesto a sé stessi, un miglioramento che richiede anche momenti di pausa, di riflessione, in cui la calma risponde alle domande a cui non si riesce a rispondere quando si è nel pieno del proprio lavoro. É per questo, forse, che Zizou aveva deciso di prendersi una pausa dopo le tre Champions League consecutive vinte con il Real Madrid; è per questa fame di adrenalina che ha risposto presente quando Florentino Perez lo richiamò un anno più tardi; ed è ancora per questo principio che nell’estate 2021 ha scelto di eclissarsi dal mondo del calcio e ritrovare sé stesso. 

Nel corso dell’intervista i passaggi riguardanti amici, famiglia, tempo libero e tranquillità sono essenziali, facendo trasparire una voglia di normalità soddisfatta da queste stagioni in cui ha “tempo per andare a trovare i genitori” e non sentire la responsabilità e le aspettative naturali per una leggenda del suo calibro. Tra la ricerca della calma ci sono altri passaggi in cui il lavoro di allenatore emerge prepotente, un po’ grazie alle dichiarazioni allegate di ex compagni o giocatori che ha allenato, e un po’ grazie alla sua stessa smania di adrenalina che gli fa ripercorrere i momenti migliori come allenatore del Real Madrid. “Parlare con un giocatore prima delle partite è la cosa più bella che ci sia” spiega Zidane, e questa empatia che lo contraddistingue è stata un po’ il filo rosso che ha caratterizzato la sua carriera da giocatore – leader sempre attento ai bisogni dei compagni – e da allenatore – responsabile di campioni dalle ambizioni gigantesche – tratteggiandolo come persona – prima che professionista – capace di entrare in relazione con i propri compagni e giocatori. 

Ed ecco quindi spiegato perché da un po’ di tempo non si parla di Zidane: ha presenziato in diverse trasmissioni televisive, ha concesso qualche intervista di alto profilo, ha dichiarato che di allenare la nazionale francese in questo momento non se ne parla nemmeno e ha ricercato la calma, preparandosi alla tempesta che presto arriverà. 

Le ambizioni di Zidane 

E tempesta presto sarà perché l’ambizione che lo ha guidato da Cannes a Bordeaux e da Torino a Madrid non lo logora ma lo stimola, andando di pari passo con la smania di adrenalina da vittoria che tanto lo ha contraddistinto nel corso delle sue due carriere. Quella di tecnico è tanto densa di trofei da poter finire senza che nessuno possa giudicarne prematura la conclusione, ma il ritorno in panchina e di conseguenza alla competizione, è cosa naturale per una leggenda come Zizou. 

A margine dell’intervista Zidane esprime il desiderio di tornare in panchina, ne sottolinea con forza il bisogno, ma spiega anche che non ha ancora idea di dove allenerà. Certo, stiamo parlando di dichiarazioni risalenti a luglio 2023 e di conseguenza le cose possono essere cambiate nel frattempo, ma la naturalezza e la calma con le quali parla di una scelta guidata dai sentimenti e dall’ambizione convince facilmente della sua sincerità. 

In tarda primavera inizierà il girotondo delle panchine, con tante grandi squadre destinate a scegliere un nuovo condottiero per le proprie imprese e chissà che non sia il momento giusto per vedere Zidane tornare in panchina, guidato dall’ambizione di migliorarsi giorno dopo giorno.

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