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L’infortunio di Berardi chiude anzitempo la sua stagione e pregiudica la sua carriera futura: che ne sarà del numero dieci neroverde? 

Minuto 58 di Verona – Sassuolo, Montipò rilancia in profondità e Berardi intercetta mettendo giù il pallone. Nel riatterrare sente alla gamba destra una fitta e si accascia al suolo chiedendo l’intervento dei paramedici. L’esito degli esami successivi parla chiaro: rottura del tendine d’Achille e stagione finita, potenziale rientro in campo tra circa otto mesi. La fitta che a Sassuolo devono aver avvertito in quello spazio tra stomaco e cuore nel momento dell’infortunio di Berardi dev’essere stata molto simile a quella provata da Domenico in campo al momento dello stop incriminato; l’addio di Berardi alla stagione neroverde significa che la rincorsa alla salvezza firmata Ballardini si complica ancor prima di iniziare e la sconfitta esterna con il Verona peggiora soltanto le cose. Ma questo infortunio, l’ennesimo della stagione e il primo veramente importante per Berardi, implica anche altre problematiche; prima di parlarne però ripercorrere alcune sliding doors della sua carriera può essere utile a chiarire perché questo infortunio sia uno spartiacque importantissimo per il suo futuro. Portato il Sassuolo in Serie A ad appena diciannove anni nel 2013, Berardi impatta sul nostro campionato come pochissimi prima di lui: i quattro gol rifilati al Milan di Allegri in un gennaio disarmante per i rossoneri lo fanno conoscere al mondo del calcio, che subito se ne innamora. Da quel momento ogni sessione di mercato è stata potenzialmente quella giusta per vederlo lasciare Sassuolo, quanto meno fino al 2016: in estate, Carnevali aveva accettato l’offerta bianconera ma il timore di giocare poco fecero desistere Domenico che scelse di rimanere in Emilia ed ereditare la fascia di capitano. 

Da quel momento moltissimi gli abboccamenti – Milan, Roma, Napoli, Fiorentina – ma pochissimi passi concreti fino a quest’estate. All’inizio di agosto sembrava che la Juventus avesse fatto una scelta: portare finalmente Berardi a Torino e regalare ad Allegri un ulteriore opzione per la sua fascia destra. Dopo aver vinto l’Europeo e dominato la classifica marcatori all time del Sassuolo il ragazzo si era finalmente convinto ad accettare la corte bianconera ma i tempi lunghi di offerta e controfferta lo costrinsero a togliersi la maglia della Juventus per reindossare quella – forse più adatta – del Sassuolo. Qualche settimana fa, prima dell’infortunio di Verona, Carnevali aveva rifiutato in toto l’idea che a gennaio Berardi potesse lasciare Sassuolo, rimandando tutti i discorsi all’estate, quando Domenico sarebbe stato all’Europeo agli ordini di Spalletti. Ed eccoci arrivati alla seconda grande problematica della rottura del tendine d’Achille di Berardi: l’Europeo che l’Italia giocherà quest’estate da campione in carica agli ordini di Spalletti. Dopo aver vinto la competizione con Mancini, l’esterno è diventato caposaldo della formazione del nuovo CT giocando da titolare tutte e tre le gare in cui era stato convocato segnando due reti e fornendo un assist. Spalletti contava su di lui per la campagna estiva e questo infortunio rimescola a tal punto le carte in tavola da rendere possibili le convocazioni di Politano ed Orsolini, entrambi utili ma non di certo prime scelte rispetto al dieci del Sassuolo.

Berardi: una carriera in bilico? 

Se quindi la rinuncia all’Europeo e quella alla rincorsa salvezza del Sassuolo costituiscono il problema di questa stagione, allungare lo sguardo verso il futuro potrebbe essere ancora più terrificante. Con un contratto fino al 2027 con il Sassuolo, Berardi avrà tempo di riprendersi per poi tornare a giocare in una piazza che lo ama e lo aspetterà per tutto il tempo necessario, ma potrebbe non farlo più in Serie A. Una retrocessione del Sassuolo qualche giorno fa avrebbe significato trasferimento assicurato per Domenico, con la Juventus sempre alla finestra ma anche squadre come Roma e Napoli sarebbero state pronte a giocarsi le proprie carte. Dopo un infortunio simile però, le cose potrebbero essere cambiate. Gli otto mesi di stop, i trent’anni incombenti e il peso specifico di un giocatore come Berardi potrebbero tenere lontani gli acquirenti estivi, anche se il Sassuolo dovesse retrocedere. In questo modo Berardi avrebbe tempo di riprendersi, tornare in Serie A trascinando il Sassuolo e solo allora, ad infortunio totalmente smaltito, gli interessamenti di mercato potrebbero tornare ad essere concreti. Il problema è che a quel punto, in un ipotetico scenario che vedrebbe nell’estate 2025 il Sassuolo nuovamente in Serie A e un Berardi rinfrancato, la carta di identità reciterebbe trentuno anni, una rottura del tendine d’Achille e una stagione in Serie B dopo tanti anni di Serie A. 

Certo, parliamo di uno scenario apocalittico, che però potrebbe essere simile anche nel caso in cui il Sassuolo riuscisse a salvarsi. In quel caso Berardi tornerebbe a calcare i campi della Serie A dopo un infortunio pesantissimo e il recupero potrebbe essere difficoltoso. A quel punto, il treno per le grandi squadre potrebbe essere già passato, e il suo talento rimanere confinato in Emilia. 

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