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La Juventus ha ottenuto il patteggiamento sulla manovra stipendi a livello sportivo. Questo comporterà una pena certa, ma ridotta, per il club bianconero.

Quest’oggi, nel primo pomeriggio, il Tribunale Nazionale dello Sport ha accettato la proposta di patteggiamento avanzata dalla Juventus in merito alla cosiddetta manovra stipendi. In questo modo, il club bianconero chiude il processo sportivo sul caso stipendi (che non va confuso con il processo sportivo per il caso plusvalenze): la Juve ammette la propria colpevolezza e rinuncia a ogni possibile ricorso, ma ottiene una sentenza scontata rispetto a quella che avrebbe potuto ricevere senza patteggiare.

Nello specifico, la Juventus evita una nuova penalizzazione in classifica, che si sarebbe altrimenti sommata ai 10 punti già sottratti per il caso plusvalenze. La sentenza sulla manovra stipendi condanna dunque la Juventus solamente a una multa da 718.000 euro. La situazione in classifica del club bianconero resta dunque invariata: a una giornata dalla fine della Serie A 2022/2023, la Juve è settima in classifica con 59 punti e virtualmente qualificata in Europa (alla Conference League, al momento, ma potenzialmente potrebbe anche arrivare all’Europa League, vincendo la prossima partita a Udine e con risultati favorevoli da parte dei Atalanta e/o Roma).

“Virtualmente”, perché resta ancora in piedi l’eventualità di un’esclusione dalle coppe internazionali da parte dell’UEFA, legata al caso plusvalenze, e che andrà discussa in separata sede. Nel suo comunicato, la Juventus non ammette apertamente la colpevolezza sulla manovra stipendi, anzi ribadisce “la correttezza del proprio operato e la fondatezza delle proprie argomentazioni difensive”. La decisione di patteggiare sarebbe stata dovuta alla necessità di mettere “un punto fermo e superando lo stato di tensione e instabilità che inevitabilmente discenderebbe dalla prosecuzione di contenziosi incerti negli esiti e nei tempi”.

È invece stata stralciata dall’attuale sentenza odierna la posizione di Andrea Agnelli, ex presidente della Juve. Ciò significa semplicemente che, per lui, il processo sulla manovra stipendi non è ancora concluso: Agnelli ha deciso di non patteggiare, per cui tornerà a processo il prossimo 15 giugno per dimostrare la sua innocenza. Quale che sarà al decisione del tribunale sul suo caso specifico, non andrà però a influire in alcun modo sulla sentenza di oggi o sul futuro della Juventus, essendo solamente una questione personale di Andrea Agnelli, a questo punto.

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Patteggiamente Juve: che cos’è la manovra stipendi

L’inchiesta della Procura federale sulla cosiddetta manovra stipendi è stata aperta lo scorso 28 novembre, e ha visto la Juve indagata per le accuse di false fatture, false comunicazioni sociali e di mercato, e ostacolo agli organi di vigilanza. Il caso riguardava delle operazioni fatte dal club bianconero durante la prima fase della pandemia del Covid-19, all’incirca nella primavera del 2020.

Nel momento in cui vennero sospese le competizioni, la Juventus decise di rivedere assieme ai suoi giocatori il pagamento di quattro mensilità. Venne così operato un taglio agli stipendi, in modo da contenere le spese, ma l’accusa della Procura federale era che il club avesse solo finto di tagliare gli stipendi dei giocatori, corrispondendo comunque il denaro in modo da non farlo risultare a bilancio. La manovra riguardava i bilanci del 30 giugno 2020 e 30 giugno 2021, e avrebbe permesse alla Juve di risparmiare 90 milioni di euro a livello contabile.

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