Maurizio Micheli è uno degli artefici più oscuri e sconosciuti dello scudetto del Napoli. Scopriamo chi è il responsabile dello scouting del club partenopeo.
È stato lo scudetto di Osimhen, Kvaratskhelia e Kim Min-jae. Lo scudetto di Spalletti. Di De Laurentiis, ovviamente. E anche di Giuntoli, ci mancherebbe altro. Ma anche quello di Maurizio Micheli. Il suo nome non è certo uno dei più noti tra quelli dell’eccellente team partenopeo, eppure che il suo ruolo sia stato fondamentale, anche se da dietro le quinte, non lo mette in dubbio nessuno che lo abbia conosciuto e abbia seguito il suo lavoro.
Ha 54 anni, e dal 2018 è il responsabile dello scouting del Napoli, società in cui è tornato dopo il quinquiennio trascorso tra il 2010 e il 2015. Nato a Roma nel 1968, ha costruito la sua carriera sulla stretta collaborazione con l’avvocato Leonardo Mantovani, emergendo alla fine degli anni Novanta nel settore dell’osservazione calcistica grazie a una metodologia di lavoro assolutamente rivoluzionaria per i tempi. Micheli e Mantovani, sfruttando un’antenna satellitare, furono i primi a osservare campionati esteri anche non di primissimo piano, e in particolar modo la Champions League africana.
Maurizio Micheli: la carriera dall’Udinese al Napoli
Micheli e Mantovani iniziarono così a lavorare per lo studio di Dario Canovi, il primo procuratore di calcio in Italia, che in quegli anni aveva un accordo di collaborazione con l’Udinese. Il loro lavoro è stato alla base della cresciuta del club friulano di quegli anni, sotto la guida tecnica di Luciano Spalletti, portando a Udine giocatori come Asamoah Gyan, Siyabonga Nomvethe e Sulley Muntari.
Successivamente, grazie alla conoscenza di Gianluca Nani, direttore sportivo del Brescia, la coppia si trasferì a lavorare direttamente per le Rondinelle: Mantovani si occupava in particolare di osservazione e analisi dei video, mentre Maurizio Micheli aveva un ruolo più a contatto con la dirigenza. Nella società del presidente Corioni, Maurizio Micheli fu responsabile degli arrivi dei giovanissimi Fabiano Santacroce e soprattutto Marek Hamsik, che lo seguirono poi al Napoli nel 2010. In cinque anni, lavorando al fianco del direttore sportivo Roberto Bigon, Micheli portò alla corte di De Laurentiis giocatori come Faouzi Ghoulam e Kalidou Koulibaly.
Nell’estate del 2015, però, il responsabile dello scouting lasciò i partenopei, in seguito all’addio di Bigon (che venne sostituito da Cristiano Giuntoli), e seguì quest’ultimo all’Hellas Verona, assieme ovviamente a Mantovani. L’avventura con gli scaligeri fu poco fortunata, concludendosi dopo una solo stagione, quindi il trio si spostò al Bologna, dove rimase fino all’estate del 2018. A quel punto, Maurizio Micheli e Leonardo Mantovani vennero richiamati al Napoli da De Laurentiis, e assieme a Giuntoli hanno edificato la squadra che ha vinto lo scudetto quest’anno: Zambo Anguissa, Di Lorenzo, Ostigard, Meret, Rrahmani, Elmas, Zerbin e anche Kvaratskhelia (osservato la prima volta quando ancora sulla panchina azzurra sedeva Gattuso) sono stati nomi passati dal taccuino del responsabile dello scounting dei campani. Una fetta di questo terzo titolo nazionale è dunque anche sua e del suo collega più fidato.