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Massimo Troisi nasceva 70 anni fa, il 19 febbraio del 1953: oltre ad essere stato un grandissimo attore il tifo per il Napoli fu una costante della sua (purtroppo) breve vita. 

Era napoletano e tifoso del Napoli, un’icona della città tanto quanto Maradona, in un momento in cui condividevano quasi lo stesso palcoscenico: Massimo Troisi non ha bisogno di presentazioni, è stato uno dei più grandi attori nella storia recente d’Italia, con film diventati addirittura dei modi di dire, da “Scusate il ritardo” a “Pensavo fosse amore… e invece era un calesse”.

Un artista immenso con un lato da tifoso nemmeno troppo nascosto. Del resto proprio in quegli anni Ottanta il Napoli vinse i suoi unici (fin qua) scudetti e Massimo Troisi venne invitato in televisione a dare il suo parere, sempre in maniera scherzosa, dissacrante, ma sotto sotto si vedeva quanto fosse felice.

Tutti gli appassionati di cinema, ma non solo, sono più tristi da quel 4 giugno 1994, dalla sua morte improvvisa, a Ostia, in casa della sorella, il giorno dopo aver finito le riprese del suo ultimo capolavoro, “Il Postino“, un film che voleva finire “con il suo cuore” prima di sottomettersi all’ennesima operazione per salvarlo, quel cuore, che gli aveva creato tanti problemi.

Oggi però vogliamo ricordare il Troisi appassionato di calcio, il tifoso del Napoli che forse ci aveva già visto lungo all’epoca.

Troisi calcio Napoli Maradona

“Il popolo di Napoli ha usato il nome di un mio film (“Scusate il ritardo”) per festeggiare. Li ringrazio, sono contento di essere servito a questo. Ho fatto il film solo per questo, per quando il Napoli avrebbe vinto lo scudetto. E io mi auguro, e ci auguriamo, di poter usare molto presto un altro striscione con un mio film: ‘Ricomincio da tre'”.

Queste parole Troisi le pronunciò, intervistato dall’amico giornalista Gianni Minà, subito dopo la vittoria del primo scudetto, quello del 1987. Non aveva ancora visto quello del 1990, prima di morire. E se quella fosse stata una sorta di premonizione?

Di sicuro l’attore di San Giorgio a Cremano era un grande amico di Diego Armando Maradona. I due si volevano molto bene: basti pensare che, durante una partita di beneficenza, proprio al San Paolo, Troisi e il fuoriclasse fecero una specie di intervista congiunta. A bordo campo lo scambio fu. “Diego tu vedi i film di Troisi?”. E subito Maradona: “Sì, lui è un fenomeno. So a memoria le battute, tutto. Un grande, ma deve giocare a pallone”.

Due fuoriclasse, ciascuno nel loro campo. E a Troisi, l’altro assist: “Massimo, tu giocheresti a pallone?”. Risposta come sempre spiazzante: “Se Maradona fa i film, sì”. A proposito di campo, Massimo Troisi nonostante i problemi al cuore ha “provato a fare il calciatore”.

Da piccolo aveva provato, ma pure da adulto, nelle amichevoli con la Nazionale Italiana Attori. A scartamento ridotto, tuttavia presenziando con piacere. Come ricorderà Pino Insegno, attore e doppiatore, “non avrebbe nemmeno potuto giocare a calcio, il ticchettio nel petto lo sentivi sempre”.

E Francesco Nuti, altro attore e regista celebre negli anni Ottanta, sempre su quelle esperienze con la Nazionale Italiana Attori: “Giocavamo a centrocampo, eravamo due mezze ali. Di sicuro ero il migliore di tutti, perché avevo un passato calcistico. Massimo non correva tanto, anche a causa della sua cardiopatia, però vi posso assicurare che aveva piedi buoni”. 

Insomma, un attore con il calcio nel sangue. E non sarebbe male per Napoli e per il Napoli festeggiare il terzo scudetto (“Scusate il ritardo” e “Ricomincio da tre”, assieme) proprio quest’anno che Massimo Troisi avrebbe compiuto settant’anni. Immaginandosi come avrebbe affrontato l’esplosione di Kvaratskhelia, i gol di Osimhen o il rapporto con Luciano Spalletti, che a volte sembra davvero un personaggio uscito da qualche film, grazie alle sue uscite.

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