Conte dice che potrebbe tornare in Italia ad allenare, ma la verità è che adesso in Serie A nessuno può permettersela alle conduzioni d’ingaggio attuali.
“L’Italia è nel mio cuore e non ci sarà problema a tornare, un giorno” ha detto Antonio Conte nel post parteita di Milan-Tottenham di ieri sera. Una timida apertura, che però si inserisce bene nelle discussioni sul suo futuro e, soprattutto, su quello della panchina della Juventus. Com’è noto, infatti, la riconferma di Allegri è tutt’altro che scontata, e nel contratto del livornese ci sarebbe una clausola per la rescissione consensuale in caso di mancata qualificazione alla Champions League.
Speculazione che non si fanno sentire come sempre maggiore forza in questi giorni, dato che in Inghilterra in molti pensano che il suo contratto col Tottenham non verrà rinnovato. Conte va infatti in scadenza a fine stagione, ma i suoi risultati non sono stati molto convincenti fin qui, e se dovesse uscire agli ottavi di Champions contro il Milan il suo destino potrebbe essere segnato.
Oggi TalkSPORT addirittura dava per probabile un ritorno di Mauricio Pochettino agli Spurs, preferibile a un Conte che, pur avendo il secondo ingaggio più alto della Premier League e con quasi 200 milioni di euro spesi sul mercato in un anno, non è ancora riuscito a portare a casa alcun trofeo. A questo si somma il caso Paratici, l’uomo che lo ha voluto a Londra, che ora rischia l’inibizione per via del processo sportivo sulle plusvalenze della Juventus: se dovesse venire sospeso da direttore generale del Tottenham, il rinnovo di Conte diventerebbe molto meno probabile.
Chi può permettersi Conte in Serie A?
Facendo un sano esercizio di realismo, appare evidente come le parole di Conte di martedì sera non possano che essere un romantico augurio e nulla più. Oggi, un ritorno da allenatore in Serie A sarebbe possibile quasi esclusivamente nel caso in cui lui stesso decidesse di accettare una corposa riduzione d’ingaggio.
Al Tottenham, Antonio Conte percepisce oggi 17 milioni di euro netti all’anno, ovvero 10 milioni in più rispetto ad Allegri e Mourinho, gli allenatori più pagati del campionato italiano. Per dire: la Juventus, se decidesse di contattare il pugliese per la panchina, dovrebbe pagarlo più del doppio di quanto paga il suo attuale allenatore. Un’ipotesi che francamente sembra improbabile, oltre che economicamente insostenibile, non solo per i bianconeri ma anche per qualsiasi altro club italiano.
È possibile sostenere che, in effetti, oggi Conte non meriti 17 milioni l’anno (terzo allenatore più pagato al mondo), in base ai suoi risultati, soprattutto nelle coppe europee. Ma anche pensando di convincerlo ad abbassare le sue pretese, anche metà del suo ingaggio attuale rappresenterebbe una cifra molto alta per le società italiane. Nella sua precedente esperienza all’Inter, per esempio, il tecnico leccese guadagnava circa 12 milioni netti a stagione: anche questa cifra sarebbe troppo. Più facile, allora, che Conte possa scegliere un’altra destinazione all’estero.