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Leggenda vivente, giocatore più anziano ad andare in gol in un campionato professionistico, Kazuyoshi “Kazu” Miura sembra non voler smettere mai di giocare nonostante abbia quasi 56 anni (li compirà il 26 febbraio). Del resto è uno che per il pallone ha letteralmente attraversato il mondo. Nel 1982 a 15 anni partì da solo per il Brasile e venne ingaggiato da una squadra professionistica del posto, il Juventus. Nel 1985 partecipò al campionato Under-21 dello Stato di San Paolo in Brasile, diventando così il primo giapponese a giocare in quel torneo.

L’anno successivo venne ingaggiato dal Santos prima di passare al termine del campionato al Palmeiras per giocare un torneo in Giappone (la Kirin Cup) come tesserato professionista brasiliano. L’abbiamo visto anche da noi, brevemente, nel campionato 1994-95: fu quella che si può definire una “meteora”, dopo metà campionato venne ceduto, ma trovò il tempo di segnare un solo gol, di una certa importanza, nel derby di Genova perso 3-2 dal Genoa sulla Sampdoria. Ma Miura all’epoca aveva già 27 anni, quindi in teoria era nel pieno della maturità agonistica, non fosse che quasi tre decenni dopo è ancora qua.

Miura carriera infinita

Fonte immagine: profilo Ig @kazuMiura

Bisogna ricordare che il Genoa di fatto non mise una lira per comprare Miura nel 1994. Kazu, miglior giocatore giapponese dell’epoca, calciatore asiatico dell’anno, arrivò grazie ad una cordata di sponsor che si impegnarono a versare una certa somma al Grifone per ogni presenza collezionata dall’attaccante. Non furono tantissime ma, appunto, indimenticabili. Compreso l’esordio contro il Milan quando Franco Baresi con un intervento durissimo gli provocò una frattura facciale con tanto di assenza dai campi di gioco per un mese. La sua avventura italiana si concluse con 21 presenze in campionato (più lo spareggio contro il Padova – perso – per restare in A), più una presenza in Coppa Italia.

“Io gli parlo due minuti – disse di lui l’allenatore del Genoa, Franco Scoglio,  – poi il traduttore traduce tutto in due secondi: cosa capisce Miura?”. Da lì in avanti Miura ha collezionato tutta una serie di tesseramenti con squadre anche assurde, dalla Croazia all’Australia ma è soprattutto in patria che si riscopre fondamentale. Nel 2018 è diventato il calciatore più longevo di sempre tra i professionisti, superando anche il portiere inglese Kevin Poole, che si ritirò dal calcio giocato a 51 anni nel 2014. Precedentemente aveva già battuto il primato di Zico come marcatore più anziano della J-League, il campionato giapponese. Il 12 novembre 2022, a 55 anni e 252 giorni, migliora nuovamente il record di marcatore più anziano della storia del calcio professionistico, segnando il momentaneo pareggio nella sconfitta per 1-2 contro l’Osaka. Il 1° febbraio del 2023, infine, Miura è ritornato a sorpesa in Europa, passando in prestito all’Oliveirense, squadra della seconda serie portoghese, fino al termine della stagione. Per lui la maglia numero 11 e la voglia di infrangere altri record.

Miura come fa a giocare a 56 anni

Ma qual è il segreto che permette a Kazu Miura, ex Genoa, di continuare a giocare a 56 anni? Il giapponese si infortuna raramente ed è rinomato per il suo regime di fitness. In un’intervista alla BBC dopo l’allenamento, in vestaglia, con una borsa del ghiaccio sulla gamba ha raccontato “Sicuramente, mi ci vuole più tempo dei giocatori più giovani per recuperare”, dice. “Ma anche se è molto difficile, ho questa passione di voler giocare, quindi questo mi fa andare avanti.” E, oltre alla sua forma fisica, c’è un altro motivo della lunghissima carriera di Miura: la sua popolarità. Nel 1998, poco prima della prima Coppa del Mondo, Miura è stato escluso dal Giappone, aggiungendo uno strato di simpatia al suo status di superstar. Ma ancora più importante, è noto per essere semplicemente una brava persona.

Da tutti è considerato un gentiluomo in campo, lo adorano. La gerarchia è comunque incredibilmente importante in Giappone, ma quando hai contribuito tanto quanto Kazu Miura, ha praticamente un contratto finché ne vuole uno. L’idea che ‘lavora sodo’ e ‘agisce come fonte d’ispirazione’ è spesso ripetuta dai fan e dai media, realizzando una specie di fiaba del ‘tutto è possibile’. Il che, ancora una volta, riflette la cultura giapponese in generale. Spesso è stato chiesto a Miura quale sia il “segreto” della sua carriera. Insiste che non ci sono segreti, a parte il duro lavoro e la dedizione. Ma forse il segreto sta nel divertimento: “Sì, mi diverto ancora a giocare a calcio, in ogni momento”, dice. “Davvero, mi diverto ancora di più di quando ero in Brasile.”

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