La Sampdoria sempre più nei guai: la cessione pare sempre più lontana, e il rischio di penalizzazione invece si avvicina. Ma il futuro è ancora più cupo.
Nessuna novità sulla cessione della Sampdoria, e siamo ormai a febbraio. Il club blucerchiato è colto in mezzo a una situazione delle peggiori immaginabile: i problemi economici di Ferrero, il penultimo posto in classifica, e ora anche il rischio di penalizzazione, se non peggio. Ieri l’assemblea del club è andata deserta, così come le precedenti tre, dopo che la Sport Spettacolo Holding, azionista di maggioranza, aveva comunicato la propria assenza.
Come riportato dalla Gazzetta dello Sport, al club blucerchiato servono 11 milioni di euro nelle prossime due settimane per pagare tutti gli stipendi per il quarto trimestre del 2022. Altrimenti, la FIGC non potrà che infliggere punti di penalizzazione in classifica, complicando la già drammatica situazione della Samp. I soldi dovevano arrivare dal mercato, che infatti ha visto solo prestiti secchi, due cessioni, e numerosi giocatori prestati altrove per alleggerire il monte ingaggi. Ma evidentemente questo non è bastato.
Cessione Sampdoria: cosa succede
L’ipotesi della cessione del club a Merlyn Partners, la società di Alessandro Barnaba, è totalmente sfumata, come lo stesso imprenditore ha detto il 20 gennaio all’Ansa. Al momento non ci sono altre proposte, per cui almeno fino alla prossima estate non ha senso parlare di un passaggio di proprietà della Sampdoria. Sempre che la prossima estate la società esista ancora: uno scenario catastrofico che, purtroppo, ora pare meno improbabile rispetto a pochi mesi fa.
Per salvare il club serviva una ricapitalizzazione da parte dell’attuale azionista di maggioranza, cioè Ferrero, ma è chiaro a tutti che questo non accadrà, e l’ennesima assemblea deserta ne ha dato la conferma. Il presidente Marco Lanna ha già inoltrato allora la domanda di ammissione alla procedura di composizione negoziata della crisi d’impresa: una procedura di sostegno delle società in temporaneo stato di crisi, che però non è mai stata usata da un club di calcio. Per questa ragione, sarà necessario anche sentire il parere della FIGC sulla conformità della procedura alle norme interne del calcio italiano.
In conseguenza della composizione negoziata della crisi d’impresa, la Camera di commercio di Genova ha nominato un esperto, l’avvocato Eugenio Bissocoli, per affiancare il cda della Sampdoria nelle ricerca di un nuovo accordo con le banche. Questo potrebbe garantire al club nuove linee di credito, pagando così gli stipendi dei tesserati entro il 16 febbraio, ed evitando la penalizzazione.
Ma se la composizione negoziata dovesse fallire, o venire ritenuta incompatibile con le norme della FIGC, per la Sampdoria si aprirebbe la drammatica strada del fallimento. Ciò comporta ovviamente la liquidazione del parco giocatori e la scomparsa del titolo sportivo: una nuova Sampdoria potrebbe eventualmente ripartire dalla Serie D. A meno che, nel corso della procedura fallimentare, un nuovo soggetto non voglia intervenire rilevando il titolo sportivo: una cosa che, comunque, può essere fatta solo entro il 27 giugno, data d’iscrizione ai prossimi campionati.