La Uefa scende in campo: arriva il pugno duro dell’organismo europeo del calcio, nuva stangata per i club. Sarà vietato farlo
Fatta la legge, trovato l’inganno. Un vecchio proverbio quantomai attuale al giorno d’oggi, anche nel mondo del calcio. Le norme sempre più stringenti, soprattutto in temi di bilancio e di Fair Play Finanziario hanno indetto le società a trovare sempre più escamotage per aggirare i rigidi paletti imposti dalle leghe nazionali e soprattutto dall’Uefa.
Da Nyon sono sempre più severi sulla gestione delle risorse ed anche le società più ricche, che possono permettersi acquisti da 100 milioni di euro ed oltre ed ingaggi spropositati, sono costrette a fare i conti con il massimo organismo europeo del football.
D’altronde le pene per chi sgarra sono severissime; si va da multe salatissime a limitazioni al mercato, fino addirittura all’esclusione dalle coppe europee, la pena massima in caso di gravi violazioni.
L’ultimo club ad essere finito nel mirino dell’Uefa è il Chelsea, reo di aver trovato una scappatoia al Fair Play Finanziario utile a ridurre l’impatto sui bilanci dei propri acquisti (peraltro a cifre shock).
Uefa, arriva la norma anti-Chelsea: cosa è e come verrà applicata
Come riporta il Times oggi, infatti, a Nyon sono già al lavoro per mettere un tetto massimo di cinque anni alla spalmatura della tassa di trasferimento di ogni calciatore. Secondo i colleghi d’Oltremanica, l’Uefa sarebbe in entrata in azione dopo quanto accaduto con l’acquisto di Mykhailo Mudryk, l’ala ucraina acquistata dai Blues per ben 100 milioni di euro dallo Shakhtar Donetsk.
Il calciatore ha firmato un contratto lunghissimo, il più lungo della storia del calcio inglese, di ben otto anni e mezzo, con scadenza quindi nell’estate del 2031. Una mossa, questa, per ammortizzare gli 80 milioni di sterline del suo ingaggio in otto anni, a circa 9.41 milioni l’anno, anziché 20 di ammortamento in caso di durata quinquennale.
Il Chelsea ha potuto utilizzare questo stratagemma perché nel Regno Unito non esitono alcune norme restrittive in materia di durata degli ingaggi. Da qui la decisione dell’Uefa di intervenire a livello continentale, anche per mettere tutti i club sullo stesso piano.
Una durata massima di cinque anni, con buona pace dei “furbetti”. Una decisione, questa, che ovviamente non avrebbe effetto retroattivo; il contratto di Mudryk è quindi salvo.