Skip to main content

Crisi Milan conclamata dopo la pesante sconfitta in Supercoppa Italiana contro l’Inter, un 3-0 che ha lasciato l’ambiente rossonero sotto choc. Pioli è realmente a rischio?

Due gol nel primo tempo, uno nel secondo e Inter padrona della partita. Due partite di fila sotto 2-0 all’intervallo il Milan non le faceva registrare da un quarto di secolo, stagione nefasta 1997-98 con Fabio Capello al ritorno in panchina e risultati disastrosi.

Allora però almeno una delle due partite il Milan la riuscì a recuperare (3-2 alla Sampdoria in Coppa Italia) mentre stavolta al massimo è arrivato un pareggio a Lecce.

Ciò che preoccupa maggiormente in casa rossonera è la picchiata verticale di rendimento arrivata tutta d’un tratto proprio quando le cose sembravano essere in carreggiata. Dal 2-0 contro la Roma diventato 2-2 di dieci giorni fa, il buio.

Come quei tennisti che sprecano due match point, si fanno rimontare e si eclissano dalla partita. Col Torino l’eliminazione in Coppa Italia, in campionato l’agghiacciante primo tempo di Lecce, poi 2-2, e infine l’umiliante 0-3 della Supercoppa, con l’Inter che avrebbe potuto segnare più gol.

Cosa sta succedendo alla squadra campione d’Italia in carica?

Milan crisi le cause

Questa stagione del Milan sembra a grandi linee quella post-scudetto del 1999. Anche all’epoca un tricolore arrivato “per caso”, o comunque non da favorito e con una volata finale da urlo contro la Lazio, e un’annata successiva deludente, da quarto posto.

La grossa differenza tra le due stagioni in questione è che nel 1999 il Milan si era rinforzato prendendo Shevchenko, capocannoniere del campionato con 24 gol. Il mercato aveva portato anche Gattuso, molto importante da lì in avanti.

Stavolta i nuovi acquisti non esistono, o non stanno rendendo come previsto, come del resto è una sorta di costante con Pioli. Nessuno dei giocatori arrivati in estate ha ancora dimostrato alcunché, a partire dal “povero” De Ketelaere, che rischia di diventare un caso umano.

Né Adli, né Origi, né Dest, né Vranckx, né Thiaw né Pobega hanno dato un reale contributo. Tranne forse Pobega che qualche gol l’ha fatto ed è comunque tornato da una lunga serie di prestiti.

Raramente si è vista una squadra campione d’Italia in carica sbagliare in maniera così marchiana la campagna-acquisti. C’erano da riempire soprattutto due caselle in estate, il “nuovo Kessie” e una punta in grado di sostituire o far rifiatare “Highlander” Giroud, costretto agli straordinari anche al mondiale in Qatar come Theo Hernandez, che di fatto non ha una riserva reale.

Si è verificato un clamoroso buco nell’acqua e dovendo giocare quasi sempre i soliti anche atleticamente la squadra soffre. Perché Kessie ad esempio si era ritagliato un posto come “finto trequartista” abile anche in interdizione, cosa che De Ketelaere non è, e Giroud aveva un Ibra sano e all’occorrenza Rebic come alternative.

L’infortunio di Maignan è un’altra chiave di lettura, perché fino a quando “Magic Mike” c’è stato il Milan era a tre punti dal Napoli, differenza scavata proprio per via della sconfitta di San Siro nello scontro diretto, ultima partita del francese in rossonero questa stagione.

Leader tecnico e carismatico, Maignan è risultato insostituibile, nonostante le cifre non è che stiano dando la croce addosso a Tatarusanu: 8 gol presi in 7 partite di Serie A dal Milan con il francese, 12 in 11 con il portiere di riserva. 

Ci sono ancora due settimane per il mercato, per trovare qualche rattoppo.

Milan crisi le soluzioni

A parte il mercato, la questione pare soprattutto mentale, oltre che fisica. Che non vuol dire che sia più semplice da risolvere, tutt’altro. Il grido d’allarme lanciato a inizio stagione da Tonali, peso massimo dello spogliatoio, forse è passato inosservato.

Il centrocampista del Milan si era raccomandato di dimenticarsi al più presto della stagione conclusasi con lo scudetto. Aveva già avvertito una sorta di assenza di fame agonistica e di pancia piena?

Alcuni giocatori non stanno rendendo come in passato (i due difensori centrali su tutti, Kalulu e Tomori, tanto insuperabili tra lo scorso marzo e maggio come imbarazzanti ultimamente) e forse l’appagamento è arrivato, specie dopo aver visto il Napoli volare via così facilmente in classifica.

Come spesso succede in questi casi il #pioliout è partito sui social network, ma come tutte le crisi il momento è difficile a 360 gradi. Anche l’allenatore probabilmente ha le sue colpe, però è lo stesso allenatore che da dopo il lockdown di tre anni fa ha mantenuto il Milan a livelli altissimi.

Se c’è da pensarla in maniera ottimistica, il Milan nonostante adesso come adesso sia una barca in balia delle onde è ancora secondo in campionato e con un ottavo di finale di Champions da giocare tra un mesetto, contro un Tottenham che tanto meglio non sta.

Qualche correttivo tuttavia va fatto e al più presto, per non perdere anche l’ultimo salvagente, ovverosia stare tra le prime quattro del campionato.

Leave a Reply