Il Sassuolo non diciassettesimo dal 2013/2014, alla sua prima stagione in Serie A: cosa succede ai neroverdi, una delle realtà più apprezzate in Italia?
Il campionato è ancora lungo e si fa sempre in tempo a migliorare, ma se guardiamo i risultati conclusivi delle stagioni, un Sassuolo così in basso in classifica non si vedeva da nove anni. Al momento, solo le difficoltà delle ultime tre di Serie A tengono al sicuro i neroverdi da una situazione ben peggiore, permettendogli di restare a +7 sulla zona retrocessione. Ma che qualcosa non stia andando quest’anno, nel club della Mapei, è sotto gli occhi di tutti.
Dopo 18 giornate il Sassuolo ha messo assieme appena 16 punti, meno di uno per incontro. Ha subito 28 gol (sest’ultima peggior difesa del campionato) e soprattutto ne ha segnati appena 17 (quint’ultimo peggior attacco). Un dato molto significativo, per una squadra che da anni ricerca uno stile di gioco moderno e offensivo, che le ha permesso di affermarsi come una delle squadre più interessanti a livello europeo.
I motivi della crisi del Sassuolo
L’udicesimo posto in classifica della passata stagione era stato un piccolo passo indietro rispetto alle ultime due annate con De Zerbi in panchina, concluse sempre all’ottavo posto, ma era stato un risultato comprensibile. Si trattava di un’annata di transizione, la prima di Alessio Dionisi in panchina, che aveva permesso di consacrare molti dei talenti della rosa neroverde. In più, alcuni eccellenti risultati contro le big della Serie A avevano reso la stagione meno amara. Il Sassuolo aveva chiuso con 64 gol fatti, settimo miglior attacco della Serie A, con sole 5 reti in meno del Milan campione d’Italia.
Prestazioni che hanno permesso al club di monetizzare in estate dalla cessione di alcuni pezzi pregiati, vale a dire Scamacca e Raspadori. Senza di loro, il tridenti di Dionisi ha perso due elementi molto importanti, e come segno di continuità è rimasto solo Domenico Berardi, da anni il leader di questa squadra. E qui arriva il primo problema, perché l’ala destra di Cariati – che l’anno scorso ha chiuso in doppia doppia: 15 gol e 17 assist – è stato infortunato da fine agosto a inizio novembre. La sua assenza s’è fatta sentire molto, e lo dimostra il fatto che al suo ritorno, nelle ultime quattro partite, ha segnato già due gol.
L’attacco del Sassuolo è ciò che sta mancando principalmente in questa stagione, visto che anche in passato la difesa era sempre stata un po’ il tallone d’Achille degli emiliani (furono 66 le reti subite l’anno scorso). Il reparto offensivo è stato completamente stravolto, sempre puntando du giocatori giovani da far maturare, ma molti di questi nuovi arrivi stanno faticando a esplodere. I cinque nuovi attaccanti hanno fatto in tutti 7 gol, e nessuno ne ha fatti più di 3.
È molto significativo il dato sul minutaggio: Andrea Pinamonti (13 gol lo scorso anno ad Empoli, 3 finora al Sassuolo) è l’unico attaccante con più di 1.000 minuti in stagione. L’assenza di Berardi si fa notare anche qui, ma è chiaro che dopo il centravanti (erede ideale di Scamacca, le gerarchie davanti sono poco chiare. Armand Laurienté, ala ambidestra, è quello che sta facendo meglio (2 gol e 3 assist), ma pesa molto lo scarso impiego di giocatori come Antiste (50 minuti in campo in due partite, però con 1 gol segnato), Ciervo (332 minuti in 13 partite) e soprattutto Agustin Alvarez (244 minuti in 13 partite), giocatore più pagato della campagna acquisti con i 12 milioni versati al Peñarol.
Non a caso, il miglior realizzatore della squadra finora è stato Davide Frattesi, un centrocampista e l’altro grande pezzo pregiato del Sassuolo, che ancora nessuno ha trovato il coraggio di acquistare alle cifre richieste dal club emiliano. Ma un altro problema dei neroverdi si nota proprio a metà campo, dove un altro infortunio, quello di Ahmed Junior Traoré (che si è visto in campo solo a fine ottobre) ha condizionato pensantemente la circolazione della palla dalla linea mediana alle punte. In sua vece, Dionisi ha dovuto affidarsi soprattutto all’altro nuovo acquisto Kristian Thorstvedt, che però non ha mai del tutto convinto: il norvegese ha totalizzato appena 1 gol e 1 assist, mentre Traoré è fermo al solo assist, ma i loro numeri sono praticamente identici, sebbene Thorstvedt abbia giocato quasi il doppio dei minuti.