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Conte sostiene che il suo Tottenham non possa ragionevolmente competere per lo scudetto in Premier League, perché non abbastanza forte. Ma è davvero così?

Non inizia bene il 2023 per Antonio Conte, sconfitto in casa dall’Aston Villa domenica 1° gennaio per 2-0. E d’altronde nemmeno il 2022 era finito tanto bene, a causa del 2-2 tra le mura del Brentford; attualmente gli Spurs si trovano in quinta posizione in Premier League e, sebbene la qualificazione alla prossima Champions disti appena 2 punti oggi (in attesa che giochi lo United), il primo posto è a +14. Le critiche dei tifosi si fanno sentire sempre più insistenti, ma il tecnico italiano le rispedisce al mittente.

“Non ho mai detto che quest’anno potessimo essere competitivi per vincere il titolo. Servono fondamenta solide, almeno 13-14 giocatori forti, e ogni anno aggiungerne uno o due” ha dichiarato. Che vincere la Premier League non sia facile, dato l’alto livello dei club che vi partecipano, è comprensibile, ma c’è chi inizia a pensare che Conte stia solo cercando scuse per i suoi risultati deludenti. Già in passato – Juventus, Chelsea, Inter – quando le cose iniziavano ad andare male l’allenatore pugliese si lamentava del mercato. Solo che questa volta pare avere pochi appigli.

Conte al Tottenham: molte spese, zero titoli

Conte è subentrato il 2 novembre 2021, quindi ha già avuto a disposizione due campagne acquisti per rafforzare la sua squadra, lavorando assieme a Fabio Paratici. Un anno fa, gli Spurs spesero 29 milioni di euro per acquistare Rodrigo Bentancur e prendere in prestito oneroso Dejan Kulusevski, che probabilmente verrà riscattato in estate per altri 35 milioni. La scorsa estate, poi, la dirigenza ha affidato al tecnico italiano ben otto nuovi giocatori, su cui spicca Richarlison, pagato 58 milioni. In totale, da quando Conte è in panchina il Tottenham ha speso circa 234 milioni di euro in nuovi giocatori.

Spendere tanto non significa automaticamente prendere elementi di valore, ma in questo anno il club inglese si è assicurato alcuni dei migliori giocatori in circolazione, tra cui molti voluti proprio da Conte in primo luogo (Perisic, Bentancur). Nell’attuale rosa della squadra, l’allenatore può fare affidamento sul portiere e capitano della Francia vice-campione del mondo (e campione del 2018), sul centrale difensivo dell’Argentina campione del mondo, su alcuni giocatori della nazionale inglese e su uno dei principali leader della Croazia terza ai Mondiali. Consideriamo poi la presenza di gente come Bissouma, Hojbjerg, Davies, Bentancur, Kulusevski (che sta facendo molto bene), e Lucas Moura.

L’attacco dovrebbe suscitare veramente poche critiche, considerando che qui Conte ha a dispisizione tre dei migliori al mondo: Harry Kane è uno dei centravanti più forti in circolazione, e ha pochi rivali in Premier League; stesso discorso per Son Heung-min, che ha dimostrato di formare una coppia d’oro proprio con l’inglese. A questi due si è aggiunto pochi mesi fa Richarlison, che ha dimostrato di essere un top player anche con il Brasile. In tutto, il Tottenham ha almeno 13 giocatori indiscutibilmente di valore internazionale, proprio quanti il suo allenatore riterrebbe necessari per vincere.

A questo aggiungiamo un altro dato: Antonio Conte guadagna 17 milioni di euro a stagione, che fanno il terzo allenatore più pagato d’Inghilterra e il quarto a livello mondiale. Il club i soldi ce li ha messi, e riesce difficile pensare di poter trovare di nuovo scuse per trovarsi, già a metà stagione, fuori dalla corsa scudetto. Oltre a ciò, il Tottenham – che non solleva un trofeo ormai dalla Coppa di Lega del 2008 – è già stato eliminato quest’anno dalla Coppa di Lega, fuori 2-0 a inizio novembre contro il Nottingham Forest. Questo significa che le uniche speranze di vincere qualcosa quest’anno risiedono nella Champions League (dove ha faticato a prevalere in un girone con Eintracht, Sporting e Marsiglia) e nella FA Cuo, dove il 7 gennaio esordità contro il Portsmouth.

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