Isco, la decisione choc da parte del calciatore spagnolo: rottura definitiva con l’ambiente e carriera ormai appesa a un filo. Cosa succede?
Il centrocampista del Siviglia ha rescisso il contratto con il club andaluso e ora è libero di accasarsi con chiunque. Il problema è che il suo appeal ormai rasenta lo zero.
Isco c’era una volta una stella
Francisco Alarcòn detto Isco ha appena 30 anni ma sembra già un ex giocatore. Da almeno 2-3 stagioni lo è, a dire il vero, già quando era al Real Madrid. Ha anche iniziato molto presto ad alti livelli, va detto, il fantasista cresciuto nel vivaio del Valencia ma nato nella zona di Malaga. Era il pezzo pregiato fatto in casa di quella squadra che una decina di anni fa era finita nelle grinfie dell’immancabile sceicco, ma una volta che questi si era defilato era precipitata nella seconda serie spagnola.
Ben presto le big d’Europa si erano accorte di questo trequartista brevilineo, totalmente ambidestro e bravo a muoversi anche sull’esterno. Come spesso succede in questi casi era stato il Real Madrid ad acquistarlo nel 2014 per ben 30 milioni, cifra record per un giocatore spagnolo all’epoca.
Del resto li valeva tutti, sembrava che non si potesse davvero fare una squadra competitiva senza il folletto di Benalmadena, protagonista assoluto del Malaga che nel 2013 per poco non era arrivato in semifinale di Champions League, rimontato in extremis dal Borussia Dortmund. In blanco Isco è rimasto per nove stagioni vincendo tutto il vincibile ma senza mai lasciare davvero il segno, se non in rarissime occasioni.
Come la stagione 2016-17 quando Zidane lo aveva riscoperto come chiavistello offensivo in un 4-3-1-2 che con lui poteva diventare 4-4-2. Ronaldo e Benzema davanti, Bale infortunato e Isco a fare da raccordo tra centrocampo e attacco, sempre con quel suo modo di giocare caracollante e imprevedibile. Nella finale di Champions League del 2017 contro la Juve diede più di un grattacapo ai bianconeri.
Quello fu il suo periodo migliore, con 11 reti in stagione e la sensazione di essere degno di indossare la maglia da titolare del Real Madrid, privilegio non per molti, almeno per i giocatori spagnoli in un club sempre più internazionale. Isco con i blancos ha vinto ben 4 Champions League, però non si è lasciato benissimo con l’ambiente, vittima un po’ del suo atteggiamento e un po’ delle congiunzioni astrali venutesi a creare.
Isco: la picchiata della carriera
Al Real Madrid, rinnovo dopo rinnovo, il suo stipendio da circa 9 milioni netti a stagione è diventato un peso insostenibile per il club, che intanto vedeva il suo giocatore perdere via via sempre più importanza. Anche perché i Blancos sul mercato hanno trovato gente in grado di sostituirlo senza problemi, da Hazard (che però non ha mai convinto) fino a Vinicius Jr, fino a trovare lo scorso anno con Ancelotti una quadra con Valverde finto esterno offensivo e centrocampista a tutto campo.
Isco, sfiduciato e con poca voglia, ha finito per trascinarsi fino alla scadenza del contratto col Real. A differenza di altri “pesi morti” della rosa come Bale, però, è rimasto in rosa più come zavorra che come reale alternativa. Tanto che nell’ultima stagione ha accumulato appena 17 presenze e 2 gol complessivi: una miseria di minutaggio. Fine del contratto e non è che fosse apparsa chissà quale fila per accaparrarsi l’ormai ex stella del calcio spagnolo.
Al Siviglia Isco ci è andato lo scorso 7 agosto, quando il campionato era già alle porte. Accordo per due stagioni, stipendio ridotto di oltre la metà e un ruolo forse più centrale nella sua terra di nascita, anche se non più al Malaga. Voluto da Lopetegui, Isco è finito travolto da una pessima condizione fisica e dai guai del Siviglia, squadra che al momento è in zona-retrocessione nella Liga.
Provato in quasi tutti i ruoli dal centrocampo in su, anche falso centravanti, ha combinato pochissimo finendo pure per litigare con il nuovo allenatore, Sampaoli: 12 presenze, 2 assist e 5 ammonizioni il suo ruolino di marcia, piuttosto misero. Rischia davvero di essere un ex giocatore, il fantasista andaluso. Al massimo pronto per qualche campionato di seconda o terza fascia. Davvero una brutta fine per lui.