La norma salva-calcio è stata approvata dal governo, generando non poche polemiche. Ma di cosa si tratta, e cosa c’entra il presidente della Lazio Lotito? Spieghiamolo bene.
Nei giorni conclusivi dei Mondiali in Qatar, ai quali l’Italia non ha partecipato, nel nostro paese si discuteva di calcio in sedi in cui di solito si parla d’altro: gli uffici del governo. Dopo non poche polemiche, la legge per salvare il calcio italiano è stata inserita nel testo della manovra di bilancio, che dovrà ora essere approvata definitivamente dal parlamento (dove però il governo gode di una solida maggioranza).
Discussioni e polemiche, visto che di fatto si tratta di una norma che prevede aiuti di stato ai club di calcio, secondo molti non necessari in questo momento, in cui le priorità del governo dovrebbero essere altre. Al punto che addirittura due ministri si erano schierati contro il salva-calcio: Giancarlo Giorgetti, segretario all’Economia, e addirittura Andrea Abodi, Ministro dello Sport e già presidente della Lega di Serie B.
Che cos’è la norma salva-calcio
Di questa norma si discuteva da tempo, al punto che si era parlato di inserirla nel decreto Aiuti quater, cioè il quarto decreto governativo per stanziare fondi fino a 9 miliardi di euro per sostenere famiglie e imprese italiane per far fronte al caro energia. Questa ipotesi aveva generato molte polemiche, anche perché i decreti vengono approvati direttamente dal governo senza venire votati dal parlamento, e alla fine l’emendamento era stato ritirato.
Ma questo non ha fermato i sostenitori della norma, che hanno trovato il modo di reinserirla nei piani del governo, aggiungendola alla legge di bilancio per il 2023, che si sta redigendo in questi giorni. Per calmare le polemiche che si era verificate in precedenza, il governo ha però deciso di estendere i benefici del salva-calcio a tutte le imprese italiane, e non solo alle società sportive. Tuttavia, appare evidente a tutti che questa norma esiste unicamente per aiutare i club di Serie A, B e C.
Nello specifico, l’emendamento salva-calcio andrà a regolare la materia fiscale relativa ai club. Nel 2020 e nel 2021, in piena pandemia del Covid-19, le società di calcio avevano avuto la possibilità di rimandare in avanti i pagamenti delle tasse, limitando le perdite economiche. Ora, quei soldi devono essere restituiti allo stato entro il 22 dicembre, pena delle sanzioni e relativi interessi. Con la nuova norma, i club potranno rateizzare queste imposte in 5 anni con una mora del 3% (invece del 10% valido per le altre aziende) per un totale di 60 rate, e senza incorrere in sanzioni penali e sportive.
Cosa c’entra Lotito con la norma salva-calcio
Ovunque si legge che l’approvazione da parte del governo dell’emendamento sul calcio nella legge di bilancio sia un successo di Claudio Lotito, proprietario e presidente della Lazio. In effetti, è proprio l’imprenditore romano a essersi speso con particolare impegno in queste settimane per riuscire a rendere effettiva la nuova legge.
Ciò è avvenuto anche perché Lotito, alle elezioni dello scorso ottobre, è stato eletto senatore nelle liste di Forza Italia, partito del proprietario del Monza Silvio Berlusconi. I voti di Forza Italia sono stati decisivi per far inserire il salva-calcio nella manovra di bilancio, ribaltando l’opposizione degli altri due partiti della maggioranza, la Lega e Fratelli d’Italia (la cui opposizione è ben rappresentata dalle posizioni di Giorgetti e Abodi).
Come segnala Lorenzo Vendemiale sul Fatto Quotidiano, Lotito non ha agito solo in quanto “garante” degli interessi dei club di calcio, di cui oggi sarebbe una sorta di rappresentante nel governo. Di mezzo di sarebbero anche motivazioni personali: la Lazio è una delle società maggiormente indebitate della Serie A, uno dei quattro club italiani che hanno rinviato tutte le scadenze dei pagamenti delle tasse dell’ultimo periodo.
Perché ci sono state polemiche contro il salva-calcio
L’emendamento sul calcio ha chiaramente fatto discutere fin da subito, generando accuse e polemiche. Inizialmente, il Ministro dello Sport Abodi aveva assicurato che i club non avrebbero ricevuto alcun trattamento di favore rispetto alle altre imprese: “Ci sono molte società di calcio che pagano tutto in regola, magari rinunciando ad acquistare un giocatore in meno, altre no. Il modello da seguire sono le prime e farò in modo finché potrò di far passare questo concetto” aveva detto a inizio dicembre.
Gli avevano subito fatto eco altri importanti nomi del governo, come il Ministro dell’Economia Giorgetti (“Non ci saranno norme ad hoc per le società sportive”) e la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni (“Lo scudo penale per le società di calcio è insostenibile”). Ma anche dall’opposizione si erano levate voci critiche, a partire da Matteo Renzi, che dopo la recente approvazione ha definito la mossa della maggioranza “follia pura”. Gaetano Amato, deputato del M5S, ha poi accusato espressamente Lotito: “Bel regalo per i presidenti di società multimilionarie, come il senatore Lotito”.
La questione della norma salva-calcio non comporta però solo un trattamento di favore alle società sportive indebitate, ma avrà anche ripercussioni sulle casse dello stato e, quindi, sui servizi ai cittadini. Si stima infatti che, con la mossa del governo, nel 2022 verranno a mancare alle casse pubbliche quasi 900 milioni di euro che sarebbero dovuti essere versati dai club di calcio. Questi soldi verranno gradualmente recuperati entro il 2027, se non incorranno altre proroghe o sconti fiscali nei prossimi anni.