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Emiliano Martinez è diventato l’eroe a sorpresa del trionfo argentino ai Mondiali, grazie alle sue parate eccezionali. Eppure fino a un anno fa era sconosciuto.

Certo: Messi, Di Maria, Julian Alvarez, Enzo Fernandez. Tutti loro sono stati grandi protagonisti, più o meno attesi, della vittoria dell’Argentina nei Mondiali in Qatar, ma il vero eroe del trionfo è stato l’uomo che nessuno si aspettava, Emiliano Martinez. Portiere di 30 anni, segnalatosi per un disastroso esordio contro l’Arabia Saudita, sembrava avesse pochissime possibilità di rimanere titolare dell’Albiceleste, con Franco Armani pronto a riprendersi il posto tra i pali.

E invece, questo estremo difensore che in carriera è stato a lungo ignorato e sottovalutato, è stato l’uomo in più dell’Argentina. Le sue parate – sia quelle in partita, vedi quella su Kolo Muani, sia quelle ai rigori – sono state decisive per indirizzare la Coppa del Mondo verso Buenos Aires per la prima volta dal 1986, e gli hanno permesso di vincere il titolo di miglior portiere del torneo.

Ma la sua storia merita di essere conosciuta, perché racconta bene il personaggio e la lunga e difficile strada che ha dovuto fare per arrivare fino a questo punto.

La strana carriera di Emiliano Martinez

Nato a Mar del Plata nel 1992, Damian Emiliano Dibu Martinez proviene da una famiglia molto umile: il padre era un pescatore, la madre una donna delle pulizie. A 16 anni è entrato nelle giovanili dell’Independiente, dove si è guadagnato il soprannome di Dibu, per via del fisico tarchiato e delle lentiggini che lo facevano assomigliare a Dibujito, personaggio principale di una serie tv argentina degli anni Novanta, Mi Familia es un Dibujo.

Non ha però mai esordito nel campionato argentino, poiché le sue buone prestazioni con l’Argentina U20 in un torneo di categoria attirarono l’attenzione degli osservatori dell’Arsenal. L’arrivo in Premier League, agli ordini di Arsene Wenger e alle spalle di giocatori come Almunia e Szczesny, sarebbe dovuto essere un sogno, e invece fu l’inizio del periodo peggiore della sua carriera.

Dibu Martinez non riusciva a trovare spazio nei Gunners, che così iniziarono a parcheggiarlo in prestito ovunque capitasse: sei prestiti diversi in sette stagioni, partendo dalla Football League Two (con l’Oxford United) alla Championship (Sheffield Wednesday, Rotherham United, Wolverhampton, Reading), passando anche per la Liga (Getafe). Tutte esperienze in cui il portiere argentino ha avuto pochissimo spazio (è stato titolare solo al Reading, tra gennaio e giugno 2019), ed è anche uscito dal giro delle nazionali argentine.

Poi la svolta, nel 2020. Il titolare dell’Arsenal Bernd Leno si infortuna e Arteta decise di provarlo: fino a quel momento aveva giocato appena 9 partite sparse con i Gunners. Il suo impatto sulla prima squadra è impressionante: gioca 24 partite tra tutte le competizioni, subendo appena 25 reti, e vince da protagonista la FA Cup in finale contro il Chelsea.

Nell’estate successiva, sapendo che col ritorno di Leno avrà meno spazio, decise finalmente di cambiare aria. L’Aston Villa lo acquista per 20 milioni di sterline, facendogli firmare un contratto di quattro anni. Le prestazioni di Emiliano Martinez con il club di Birmingham continuano a essere convincenti, e alla fine nel 2021 Lionel Scaloni decide di convocarlo per la prima volta nella nazionale maggiore dell’Argentina. In poco tempo, Dibu brucia la concorrenza e si afferma come titolare, vincendo subito una Copa America e poi, come ormai sappiamo tutti, anche il Mondiale.

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