Alla scoperta di Fernando Santos, l’allenatore del Portogallo ai Mondiali in Qatar e campione d’Europa nel 2016 a sorpresa con la selezione lusitana.
Tra i più discussi e invidiati ct dei Mondiali 2022, Fernando Santos è entrato nel grande calcio un po’ in punta di piedi, ma ha saputo portare il Portogallo al primo titolo internazionale. E oggi punta a conquistare uno storico Mondiale, alla guida della migliore generazione della storia lusitana.
Uomo schivo, allenatore pragramatico e poco appariscente, con una buona carriera da difensore negli anni Settanta e Ottanta trascorsa soprattutto all’Estoril Praia, il ct portoghese ha 68 anni ed è nativo di Lisbona. Parallelamente al calcio, è ignegnere elettrotecnico, e in passato è stato anche direttore d’albergo.
Come gioca il Portogallo di Fernando Santos
Il gioco del Portogallo sotto Fernando Santos è molto ordinato ed equilibrato, incentrato soprattutto sul bilanciamento tra qualitià offensive e copertura difensiva. La squadra ha a disposizione un immenso bagaglio di talento (Cancelo, Bernardo Silva, Bruno Fernandes, João Felix, Cristiano Ronaldo…), ma gioca in maniera accorta, partendo da una solida organizzazione difensiva e lasciato gli attaccanti liberi d’inventare.
Santos è stato spesso criticato in patria per non essere un allenatore dall’impostazione particolarmente moderna, e secondo molti non è adatto a sfruttare al meglio i giocatori che ha in rosa. Ma fino adesso i fatti gli stanno dando ragione, anche perché la sua grande abilità è sempre stata quella di saper gestire lo spogliatoio e ottenere il massimo da situazioni complicate.
Fernando Santos, la carriera da allenatore
La sua storia in panchina è iniziata proprio nell’Estoril Praia a fine anni Ottanta, guidando il club alla promozione nella massima serie portoghese nel 1991. Tre anni dopo è passato all’Estrela Amadora, che ha condotto fino al settimo posto in classifica nel 1998, venendo successivamente ingaggiato dal Porto.
In tre stagioni coi Dragões ha vinto uno scudetto, due Coppe e due Supercoppe del Portogallo, lanciando le carriere di giocatori come Ricardo Carvalho, Deco, Mario Jardel ed Helder Postiga. Finita quell’esperienza, Fernando Santos è passato inaspettatamente in Grecia ad allenare l’AEK Atene, vincendo la coppa nazionale. Dopo una sola stagione si è trasferito al Panathinakos, ma si dimise a metà stagione per motivi personali. Un anno dopo era allo Sporting Lisbona, quindi nel 2004 è tornato per altre due annate all’AEK, raggiungendo un’altra finale di Coppa di Grecia.
Ha poi allenato senza grande successo il Benfica, per poi tornare nuovamente in Grecia e guidare stavolta il PAOK Salonicco, sfiorando uno scudetto e ottenendo una qualificazione in Europa League. La sua fama in Grecia è stata tale da essere chiamato nel 2010 ad allenare la Nazionale ellenica, con la quale ha raggiunto contro ogni pronostico i quarti di finale degli Europei del 2012 e gli ottavi dei Mondiali 2014.
Dopo i Mondiali brasiliani, Fernando Santos è tornato in patria per guidare il Portogallo, ottenendo subito un altro risultato a sorpresa: la vittoria degli Europei del 2016, battendo in finale la Francia padrona di casa. Tre anni dopo ha anche portato i lusitani a vincere la Nations League, mettendo in bacheca i primi due trofei della loro storia.
Fernando Santos stipendio del ct del Portogallo
Tra i vari ct di questi Mondiali in Qatar, a dispetto di quanto ha vinto e delle ambizioni della squa squadra, Santos è solamente il nono più pagato su 32, dietro anche al Tata Martino (Messico) e Felix Sanchez Bas (Qatar). Lo stipendio dell’allenatore lusitano ammonta infatti a 2,25 milioni di euro netti all’anno.