Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha rilasciato alcune dichiarazioni alla stampa a margine della presentazione del “Codice di giustizia sportiva Figc”.
Per fare il punto della situazione del calcio, italiano e non solo, De Laurentiis ha utilizzato come metafora una serie tv uscita sulla piattaforma Netflix. Si tratta di un prodotto che ha come argomento la Fifa e i suoi giochi di potere.
De Laurentiis Netflix la serie sulla Fifa
La serie tv si chiama in originale “Fifa Uncovered” ed è uscita poche settimane fa su Netflix, proprio alla vigilia del mondiale in Qatar. Si tratta di quattro episodi che riguardano il percorso che ha portato, appunto, all’organizzazione della manifestazione.
Dalle lotte di potere alla politica internazionale: un’analisi sulla Fifa che ne rivela la storia controversa e, chissà, forse il prezzo da pagare per imbastire un mondiale di calcio.
L’indagine della docuserie riunisce le testimonianze di giornalisti investigativi, avvocati ed ex dirigenti della Fifa, compreso l’ex presidente (per quattro mandati) Sepp Blatter. Filo conduttore è il racconto della corruzione che per decenni ha macchiato l’operato della federazione internazionale culminata nell’indagine dell’Fbi che, nel 2015, portò a incriminazioni per 14 suoi funzionari.
De Laurentiis le parole in lega
Il paragone è venuto al presidente del Napoli rispondendo a una domanda dei giornalisti sulla Superlega: “Dovete andare su Netflix guardatevi le quattro puntate della serie sulla Fifa e vi darete da soli le risposte alle vostre domande”. E poi sulla situazione della Juventus: “Se ci sarà una nuova Calciopoli? Non sta a me deciderlo”.
Sulla situazione del calcio italiano: “Lo Stato non è stupido, lo Stato lo sa. Però lo ignora, perché altrimenti dovrebbe fare in modo che le leggi sulla modernizzazione del calcio si realizzassero in cinque minuti. Ci vuole pochissimo per cambiare il calcio, visto che è malato ovunque. I conti non tornano”.
E ancora: “Il calcio è malato dall’alto. Perché quando uno non vuol capire che non ci sono sufficienti risorse per poter andare avanti con questa tipologia di campionati, e non si vuole fare la rivoluzione copernicana perché poi bisogna essere rieletti, questo è un problema di tutti quelli che sono sottoposti a rielezione. Nel mondo della politica, dell’industria, dei sindacati e dello sport. Nel mondo dello sport purtroppo la sorveglianza è latente e la volontà di voler modificare e crearsi delle antipatie è difficile trovarla”.
Infine: “Il governo è sempre stato assente, benché il nostro gettito fiscale sia importantissimo. Una volta c’erano gli schiavi, voi credete che gli schiavi siano finiti? No, siamo tutti ancora schiavi, di una situazione chi più chi meno non piacevole. In casa, in ufficio, nella vita comune, nel non essere protetti in maniera fantastica, nel non essere dei pensionati felici. Molta gente soffre, non riesce ad arrivare a fine mese. Questa è una storia che è peggiorata ma che è sempre esistita. Quale è la panacea per far stare calmi e buoni tutti? Il calcio”.