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Lo Stadio 974 di Doha in Qatar è uno dei più immaginifici impianti costruiti per questo torneo e ha anche un nome curioso sicuramente, vediamo quindi perché si chiama così.

In questo stadio si disputeranno sette partite dei Mondiali, due in realtà si sono già giocate (Messico-Polonia e Portogallo-Ghana) ma ne mancano ancora cinque compreso uno degli ottavi di finale.

Stadio 974, i motivi del nome

Aperto ufficialmente il 30 novembre del 2021, il nome viene dai 974 container riciclati utilizzati per costruirlo. Ha una capienza di 44.950 spettatori.

“974” è anche il prefisso internazionale del Qatar e lo stadio si trova più precisamente a Ras Bu Abboud, una decina di chilometri da Doha. A costruirlo sono stati gli architetti del gruppo Fenwick Iribarren, che si trova ad Alcobendas, vicino a Madrid.

I 974 container sono inglobati in un’intelaiatura di acciaio e l’impianto concentra dentro di sé concentra tutti gli spunti di identità e tradizione locali, oltre che di sguardo al futuro e alla sostenibilità: la sua posizione a pochi passi dal mare, nella zona portuale di Doha, è la chiave per capirne il senso evocativo.

La prima partita che ha ospitato è stata quella tra Emirati Arabi Uniti e Siria valida per la Coppa Araba dello scorso anno. Poi è stata teatro di altre quattro gare di quel torneo.

Curiosamente è anche l’unico stadio dei Mondiali che non ha le attrezzature per l’aria condizionata. Così colorato sembra davvero una costruzione del Lego, o qualcosa del genere.

Stadio 974, l’incredibile futuro che lo attende

Da un lato questo impianto è la celebrazione della lunga tradizione del Paese nel commercio mondiale e nella navigazione, dall’altro è la dimostrazione migliore del piano a medio termine di sostenibilità dei Mondiali in Qatar.

Dopo il torneo, infatti, lo stadio 974 sarà del tutto smontato e i container e la struttura in acciaio verranno riutilizzati all’interno del progetto di un nuovo conglomerato urbano sul lungomare, con spazi destinati sia agli affari che alla comunità locale.

E non solo: alcuni pezzi verranno infatti trasportati e ricostruiti a Maldonado, in Uruguay, con l’obiettivo di farne un altro stadio per l’edizione 2030 della coppa del mondo. Sempre che naturalmente la candidatura del paese sudamericano vada in porto, nel centenario dei primi Mondiali. Una candidatura unita a quella di Argentina, Paraguay e Cile, quindi con 4 sedi.

Sarebbe qualcosa di veramente sensazionale, non c’è dubbio. Ma forse non si chiamerà più Stadio 974 in quel caso.

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