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I risultati di Diego Simeone di recente sta facendo molto discutere, così come la sua proposta di gioco, sollevando dubbi sul suo ricchissimo stipendio.

Per la prima volta dal 2018, l’Atletico Madrid esce ai gironi di Champions League, e a lungo ieri sera, in casa contro il Bayer Leverkusen, ha rischiato di perdere addirittura il terzo posto, che ora è chiamato a difendere tra meno di una settimana a Porto. Il rischio, quindi, è che per la prima volta da quando siede sulla panchina dei Colchoneros il Cholo possa uscire dall’Europa a metà stagione.

Sintomi di una crisi che in realtà va avanti da un po’ di tempo, e che finora l’Atletico è riuscito a tamponare grazie alla superiorità tecnica evidente rispetto alla maggior parte delle avversarie della Liga, dove per il momento è ancora terzo in classifica. Ma di certo è difficile conciliare questi traguardi con il fatto che Simeone è l’allenatore più pagato al mondo.

I numeri di Simeone, dallo stipendio ai risultati

Il club madrileno gli corrisponde 40 milioni di euro lordi all’anno, che diventano 24 netti: nessuno è più pagato del Cholo nel calcio mondiale. Eppure, da almeno cique anni il suo Atletico dimostra di avere dei problemi. Il grande ciclo che ha portato il club a uscire da anni difficili e imporsi come una potenza sia tecnica che economica nel calcio spagnolo ed europeo è di fatto finito nel 2017.

Non è che da allora i Colchoneros siano rimasti a secco di trofei – anzi, hanno conquistato un’Europa League, una Supercoppa europea e una Liga – ma questi titoli vanno messi in prospettiva. L’Europa League del 2018 è stata una magra consolazione per una squadra che, l’estate precedente, aveva speso oltre 100 milioni sul mercato, e che fino all’anno prima lottava per vincere la Champions. Similarmente, la Liga vinta nel 2021 è stata comunque possibile alla congruenza della crisi del Barcellona di Koeman e di un Real Madrid che non aveva letteralmente fatto mercato.

Di fatto, in Champions League i risultati della squadra di Simeone sono stati in costante calo nell’ultimo lustro: non è mai andato oltre i quarti di finale, e quest’anno è uscito alla fase a gironi, sebbene fosse stato inserito in un gruppo abbordabilissimo con Porto, Club Brugge e Bayer Leverkusen.

Per contro, le spese del club hanno visto una decisa crescita in questo periodo: dalla stagione 2017/2018 a oggi, il club ha investito in nuovi acquisti oltre 700 milioni di euro, come poche altre società in Europa. Spesso celebrato per i grandi benefici economici portati all’Atletico durante ilsuo primo ciclo, Simeone ora deve fare i conti con un club che è molto lontano dal benessere finanziario di pochi anni fa: in estate, la società ha dovuto rifinanziare debiti per circa 300 milioni di euro, e condurre una campagna acquisti molto contenuta (solo 26,5 milioni spesi). Ma questi problemi sono ormai noti almeno dal 2020, e solo in parte sono additabili alle conseguenze della pandemia.

Di fronte a questi problemi, l’eliminazione ai gironi della Champions League rischia di essere – come per la Juventus in Italia – un ulteriore disastro economico. Davanti a questa situazione, lo stipendio assolutamente fuori scala di Simeone appare sempre più assurdo e finanziariamente insostenibile per l’Atletico Madrid, che nel frattempo deve fare i conti con la svalutazione di alcuni giocatori super-pagati, come ad esempio João Felix. Il contratto dell’argentino dura fino all’estate del 2024, e per adesso il Cholo ha confermato di non volersi dimettere.

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