Martedì sera, Antonio Nusa è diventato il giocatore più giovane a segnare in Champions League da debuttante, grazie al Club Brugge: scopriamo chi è.
Non ha infranto il record di Ansu Fati, che con la sua rete all’Inter a 17 anni e 40 giorni è divenuto nel 2019 è divenuto il più giovane marcatore della storia della Champions League, ma poco ci manca. Con il gol segnato ieri sera con il suo Club Brugge al Porto, Antonio Nusa è divenuto il primo 2005 a segno nella competizione e il più giovane marcatore esordiente della Champions.
Un record che mette la ciliegina sulla torta della clamorosa vittoria per 4-0 dei belgi in casa dei campioni di Portogallo, e che lancia sul palcoscenico internazionale questo ragazzo destinato a raccogliere l’eredità di Charles De Ketelaere e affermarsi come nuova promessa del calcio locale.
Chi è Antonio Nusa, il ragazzo dei record
In gol a 17 anni e 149 giorni, Antonio Nusa è ora sotto gli occhi di tutti. Nato a Ski, in Norvegia, il 17 aprile 2005 da padre nigeriano e madre norvegese, ha iniziato a giocare nelle giovanili del Langhus IL per poi passare a soli 13 anni a quelle dello Stabaek.
Qui, la sua ascesa è stata rapidissima. Già a inizio 2021 ha debuttato in amichevole, trovando subito il gol, e il club di Oslo lo ha subito promosso in prima squadra: a maggio l’esordio tra i professionisti, e un mese dopo la prima rete. Imprese che hanno attirato su di lui l’interesse del Club Brugge, che lo ha acquistato quell’estate per 3 milioni di euro.
Lo scorso maggio, Nusa ha trovato la sua prima rete coi belgi, nei play-off scudetto contro l’Union St. Gilloise, indirizzando il titolo verso Brugge, divenendo il più giovane marcatore della storia del club, infrangendo un record che reggeva dal 1974. Rapidamente è divenuto uno dei giovani più interessanti in Europa.
https://www.youtube.com/watch?v=B7EwFI-NokE
Il Neymar norvegese: come gioca Antonio Nusa
Il suo ruolo favorito è quello dell’ala sinistra, che gli permette di rientrare sul destro, il suo piede migliore, e andare alla conclusione, ma Antonio Nusa è un attaccante molto versatile, che può essere impiegato sia sulla destra che da punta centrale. In possesso di una tecnica eccellente e di una grande rapiditià, ha anche un buon fisico e non pochi centimetri (è alto 1 metro e 80).
“Neymar è il mio modello perché crea caos in campo con i suoi dribbling, proprio come me” dice di sé, dimostrando di non peccare di modestia. Ma il raffronto con Neymar, in Norvegia, è abbastanza diffuso; il suo allenatore nell’U16 della Norvegia Gunnar Halle sostiene che “Può sfidare, superare gli avversari e far saltare gli schemi, ma ciò che lo distingue davvero dagli altri a quell’età è che ha anche qualità da finalizzatore”. “È raro vedere un dribblatore così bravo in Norvegia. La sua velocità, equilibrio e tecnica sono di un altro livello” aggiunge Eirik Kjono, che lo ha allenato allo Stabaek.
Paragoni importanti (e ingombranti) che Antonio Nusa dovrà dimostrare di saper gestire a livello emotivo, ma che lasciano ben pochi dubbi sulle sue potenzialità come attaccante. Per adesso, si gode i suoi record, consapevole che magari già la prossima estate il suo nome potrebbe monopolizzare il calciomercato.