Il Benfica, avversario di questa sera della Juventus in Champions League, sembra essersi ritrovato dopo la crisi degli ultimi anni. Ecco i segreti dei lusitani.
Chissà se ha davvero cambiato idea, Massimiliano Allegri, che qualche settimana fa definiva la gara contro il Benfica quella veramente decisiva per il passaggio del turno in Champions League. Nella conferenza stampa di ieri, l’allenatore della Juventus ha corretto il tiro, degradando la gara di questa sera solamente a “importante”.
Di sicuro, davanti a loro i bianconeri si troveranno una squadra non certo al livello del PSG ma comunque molto temibile e con un record molto ambizioso da difendere: in questo inizio di stagione, le Aguias hanno vinto tutte le partite ufficiali a cui hanno preso parte (11 in totale: sei di campionato, quattro nei preliminari di Champions League e una nel girone). Segno inequivocabile che il Benfica è finalmente uscito dal suo periodo di crisi degli ultimi anni.
Il rilancio del Benfica
Le cose sono iniziate a cambiare già nella seconda parte della scorsa stagione, quando il traghettatore Nelson Verissimo (oggi ottavo in Primeira Liga con l’Estoril Praia, a due punti dall’Europa) aveva risollevato la squadra, portandola fino al terzo posto finale in classifica e ai quarti di finale di Champions League.
Il lavoro lo sta proseguendo ora il tedesco Roger Schmidt, un tecnico scuola Red Bull reduce dalle ottime cose mostrate al PSV Eindhoven, che ha ridato ordine ed entusiasmo all’ambiente del Benfica. Ma soprattutto un gioco rapido e votato all’attacco, valorizzando il grande potenziale della rosa, ulteriormente rinforzata nonostante sia da anni che le Aguias investono più di chiunque altro in Portogallo.
Ma i risultati si stanno vedendo chiaramente in questo avvio di stagione, con il primo posto in solitaria in classifica, frutto un po’ a sorpresa prima di tutto di una difesa solida (appena 3 reti subite), mentre l’attacco è solo il terzo della lega lusitana. Una squadra specializzatasi nel controllare le partite e vincere generalmente di misura, ma che comunque in estate ha confitto sia Nizza che Newcastle in amichevole, e poi ha facilmente eliminato la Dinamo Kiev dai preliminari di Champions.
Come gioca il Benfica
L’estate ha profondamente rinnovato la squadra, senz aperò indebolirla. Cosa non facile quando perdi un giocatore come Darwin Nuñez, ma oltre al centravanti uruguayano hanno lasciato Lisbona anche Roman Yaremchuk, Everton e i veterani Vertonghen e Pizzi. In compenso, Schmidt ha visto arrivare in rosa tanti giovani di talento, alcuni già noti (David Neres, Enzo Fernandez) altri più ricercati (Alexander Bah, João Victor).
Per adesso, però, i successi delle Aguias sono arrivati soprattutto per merito della vecchia guardia: quasi tutti i nuovi acquisti, ad eccezione di Neres, hanno giocato poco, compresi due nomi abbastanza attesi come Fredrik Aursnes e Julian Draxler, a cui finora sono stati preferiti i meno blasonato Florentino e João Mario. Il trequartista ex-Inter si è ormai completamente rilanciato in patria, ed è diventato il metronomo della manovra offensiva del Benfica (in tandem con l’ex-River Enzo Fernandez), e con 4 reti è il miglior realizzatore della squadra.
Le Aguias possono quindi puntare innanzitutto sull’esperienza di elementi come il portiere Odysseas Vlachodimos, i difensori Alex Grimaldo e Nicolas Otamendi e la seconda punta Rafa Silva. Ma là davanti, nel 4-2-3-1 di Schmidt, è in rampa di lancio la punta Gonçalo Ramos, che a 21 anni e già 4 gol messi a referto nei preliminari punta a consacrarsi in quest’annata con la next big thing del calcio portoghese.