Anche a Valencia, Gattuso si scontra con accuse di razzismo e omofobia per delle sue vecchie dichiarazioni. Ma come stanno davvero le cose? Facciamo chiarezza.
Un anno dopo, le polemiche attorno a Gennaro Gattuso riprendono, anche se stavolta a Valencia invece che a Londra: nell’estate del 2021, il suo ingaggio come allenatore del Tottenham venne cancellato anche a causa delle proteste dei tifosi per alcune vecchie frasi del tecnico italiano, e ora la stessa situazione si ripresenta mentre l’ex-Milan sta per sedersi sulla panchina dei Blanquinegres.
Ma la situazione è un po’ più complessa di quanto non possa sembrare, sia dal lato di Gattuso sia da parte di chi lo accusa. Proviamo a spiegare a cosa si riferiscono queste accuse e quanto sono fondate.
Accuse contro Gattuso: le frasi razziste, omofobe e sessiste
Per prima cosa, occore dire fin da subito che le frasi contestate a Gattuso sono vere e sono state effettivamente pronunciate dall’attuale nuovo allenatore del Valencia. Nell’estate del 2008, ad esempio, l’allora centrocampista del Milan prese parte alla conferenza prima della sfida contro la Spagna agli Europei e, interrogato sulla recente legge che liberalizzava i matrimoni gay nel paese iberico rispose: “Mi scandalizzo? Sì, perché sono cresciuto credendo nei valori della famiglia e credendo nella mia religione, e tutto questo mi sembra roba molto strana”.
Nel gennaio 2013, poi, intervenne a parlare delle polemiche per degli insulti razzisti rivolti da alcuni tifosi della Pro Patria al suo compagno di squadra Kevin-Prince Boateng, durante un’amichevole, dicendo: “Per me non è razzismo e alla fine è venuto fuori che erano 4 ragazzi che si divertivano a fare i ‘buu’. L’Italia non è un Paese razzista. Anche a me sono stati fatti i ‘buu’, i versi della scimmia tantissime volte – racconta a Sky Sport – e non sono di colore”.
A completare questo poco edificante terzetto di dichiarazioni, ci sono le parole dette nel dicembre 2013 a proposito del ruolo delle donne nel calcio: Gattuso esprimeva il suo disapputno per il crescente ruolo di Barbara Berlusconi nel Milan, che aveva portato a uno scontro con lo storico dirigente Adriano Galliani. In quell’occasione, il centrocampista disse: “Io le donne nel calcio non le vedo molto bene, mi dispiace ma è così”.
Com’è cambiato Gattuso da allora
Non c’è alcun dubbio, quindi, che l’allenatore italiano abbia effettivamente pronunciato delle frasi criticabili su varie tematiche sociali. Va però aggiunto che, negli anni successivi, appesi gli scarpini al chiodo e divenuto allenatore, Gattuso abbia fortunatamente cambiato idea su tutti questi argomenti.
A marzo 2014, subito dopo il ritiro, aveva partecipato a un incontro con gli studenti di Scienze Motorie dell’Università di Bologna, durante il quale aveva risposto anche a una domanda sull’omosessualità e l’omofobia nel mondo del calcio: “Ci sono preconcetti nello sport, ma le cose stanno cambiando, anche nella vita quotidiana. Oggi non si scandalizza più nessuno”.
Nel febbraio 2018, mentre allenava il Milan, era tornato a parlare del tema delle donne nel mondo del calcio, raccontando del suo ottimo rapporto con Carolina Morace, ex-giocatrice e allenatrice all’epoca della squadra femminile rossonera: “Io parlo tre volte a settimana con la Morace, un coach preparato. Abbiamo sempre dialoghi costruttivi”. La stessa Morace è intervenuta a difenderlo dalle accuse di un anno fa: “Gattuso è contro ogni forma di discriminazione ed è una persona dalle doti rare”.
In ultimo, il nuovo tecnico del Valencia ha avuto modo anche di cambiare posizione sul problema del razzismo: da allenatore del Napoli, nel dicembre 2020 aveva parlato della decisione dei giocatori di PSG e Basaksehir di abbandonare il campo in Champions League dopo un caso di razzismo in campo. Gattuso aveva commentato: “Sicuramente per combattere il razzismo bisogna dare sempre segnali forti, e quello di ieri lo è stato“.
L’altro lato della medaglia: perché i tifosi del Valencia ce l’hanno con Gattuso
È chiaro che le precedenti frasi di Gattuso, senza conoscere le sue successive prese di posizione e basandosi unicamente sull’eco delle proteste dei fan del Tottenham dell’estate 2021, possono aver indotto molti tifosi del Valencia a protestare contro l’ingaggio del tecnico italiano. Ma potrebbe esserci di più.
A lanciare la campagna contro Gattuso a Valencia è stato Miguel Zorio, ex-vicepresidente del club spagnolo con molto interesse a mettere in cattiva luce l’attuale proprietà. Il Valencia è infatti controllato dal maggio 2014 dall’imprenditore singaporiano Peter Lim, che in questi anni è stato duramente e più volte contestato dai fan, accusato di aver distrutto sportivamente ed economicamente il club, anche a causa dei suoi eccessivi favori al procuratore Jorge Mendes (che gestisce la carriera anche di Rino Gattuso).
Da tempo, Zorio è a capo di un movimento di tifosi che sta cercando di togliere la società dalle mani di Lim, al punto che lo scorso febbraio è arrivato a offrire 212 milioni di euro per acquistare la maggioranza delle azioni del club, al momento pare senza successo. Ancora a metà maggio, l’ex-dirigente valencianista accusava Lim di aver ingannato l’amministrazione comunale sui fondi per la costruzione del nuovo Mestalla.
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